Omeopatia unicista cos’è

Omeopatia unicista cos'è omeopatia.altervista.org

Di cosa tratta l’omeopatia unicista ? Fa bene ? Ci si può curare con l’omeopatia ? Omeopatia unicista cos’è scopriamolo insieme

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L’omeopatia unicista cos’è? La medicina indicata da Hahnemann che si riassume in “similia similibus curentur”, il simile si cura col simile.

Alla ricerca di un rimedio che accolga il miasma rilevante, il medico si adopera ad un’anamnesi accurata del suo paziente, attraverso un colloquio omeopatico che può durare anche un’ora.

Omeopatia Unicista, di cosa si tratta?

Dare una definizione tout court di cosa s’intenda per omeopatia unicista non è semplice.

Possiamo iniziare con l’affermare che l’omeopatia ambisce ad individuare un rimedio che sia utile all’individuo nella sua tipicità, per curarne i disequilibri.

Non si prefigge quindi di debellare il disturbo ma di curare la persona nella totalità dei sintomi che presenta.

L’omeopatia unicista prevede la somministrazione di un unico farmaco omeopatico adatto alla tipologia costituzionale del paziente.

Anamnesi del paziente. Omeopatia unicista cos’è.

Nella medicina omeopatica il paziente è considerato nella sua globalità e non per i sintomi che presenta.

Viene quindi effettuata un’accurata anamnesi non del disturbo ma delle caratteristiche costituzionali della persona che ricorre a questo tipo di approccio alla ricerca del benessere.

Viene effettuato il cosiddetto colloquio omeopatico che prevede :

  • un’iniziale ascolto da parte del medico delle sintomatologie raccontate;
  • prosegue con osservazioni specifiche;
  • domande sulla storia familiare, abitudini di vita, alimentari, condizioni psicologiche, qualità del sonno, sfera sessuale.

Il medico omeopata indaga sui cosiddetti miasmi, ovvero le predisposizioni ad ammalarsi, che ogni essere umano contempla in sé.

Hahnemann, il padre della medicina omeopatica, ne aveva individuati tre, chiamati psora, sicosi e lue.

Nomi alquanto oscuri in sé, ma vediamo di capire cosa intendesse con questi miasmi.

Miasmi. Omeopatia unicista cos’è.

Il primo miasma Psora è indicativo di tutto ciò che a livello fisico è “ipo”, in difetto, ipofunzionale.

Esternamente può manifestarsi con eruzioni cutanee secche, come eczema, psoriasi, orticaria con prurito.

A livello psicologico è caratteristico di timidezza, insicurezza, ansia, debolezza.

Il secondo miasma Sicosi è indicativo di tutto ciò che a livello fisico è “iper”, in eccesso, è iperfunzionale.

Esternamente può manifestare comparse in rilievo come cisti, verruche, noduli.

Psicologicamente il miasma Sicosi mostra impazienza , inquietudine, eccesso di ambizione, autoritarismo.

Il terzo miasma, Lue, è caratterizzato dalla distruzione, dalla disfunzione.

Esternamente si manifesta con necrosi, ulcera, a livello psicologico evidenzia aggressività, rabbia, vendetta.

Questi tre miasmi coesistono nell’individuo con la predominanza di uno sugli altri in diversi periodi della vita e sono in continua evoluzione.

Il medico omeopata durante il colloquio indaga per comprendere quale sia quello predominante in quella condizione.

Attraverso studi successivi a quelli di Hahnemann, da parte di altri ricercatori sono state introdotte le costituzioni che rispondono a caratteristiche biotipiche.

Questi rispondono ad approcci psicosomatici, in tempi relativamente recenti anche endocrinologici, che rendono ancora più specifiche le anamnesi mediche.

I rimedi unicisti

L’anamnesi omeopatica è un lavoro sartoriale, atto ad individuare l’unicità del paziente, delle sue caratteristiche e delle sue sintomatologie.

E anche all’interno di quest’ ultime, viene indagata la peculiarità di quel o quei sintomi, di sintomi lontani nel tempo e di quelli più recenti.

Un excursus diacronico sul paziente che ne connota la sua unicità per poter poi somministrare il simillimum, il rimedio più simile al paziente, e quindi più efficace secondo la scuola di pensiero Hahnemaniana.

Il sintomo non verrà soppresso, ma accompagnato alla sua risoluzione con il riequilibrio dell’individuo nella sua totalità, perché il sintomo in sé non viene considerato malattia ma l’espressione che l’organismo manifesta del picco miasmatico.

La soppressione rapida ed immediata del sintomo infatti non rappresenta la guarigione, e potrebbe addirittura spostare l’espressione miasmatica in altri distretti organici.

Durante i primi tempi di somministrazione del simillumum i sintomi potrebbero tendere ad un’esacerbazione ed in omeopatia questo è un sintomo positivo, che sta ad indicare che il rimedio è quello corretto.

L’approccio dell’Omeopatia unicista alla malattia

L’omeopatia ha sempre mostrato, fin dai tempi in cui era in vita il suo fondatore, C.F.S. Hahnemann, una notevole vivacità dialettica relativamente alla sua metodologia applicativa.

Ricordiamo che si basa su quella legge di similitudine già intuita, agli albori della medicina, da Ippocrate.

Questa vivacità, tuttavia, è frutto della pigrizia intellettuale di molti medici, abituati, fin dai loro studi universitari, a considerare la malattia localizzata unicamente ad un determinato organo o funzione.

Molti sono così incapaci di ampliare il loro punto di vista, come invece sperimentalmente dedotto da Hahnemann attraverso la semplice comparazione di quadri naturali di malattia.

Quadri artificiali, indotti, cioè, dalla ripetuta somministrazione di sostanze della natura aventi un potere farmacologico, ossia la capacità, a differenti dosaggi, di incidere in senso patologico, o curativo, sulla fisiologia dell’organismo umano.

Cosa se ne deduce. Omeopatia unicista cos’è.

Da questa difficoltà del medico a superare i propri limiti diagnostici, è nato in primo luogo quel ramo dell’omeopatia che va sotto il nome di pluralismo prescrittivo.

In cui cioè ad un organismo malato vengono contemporaneamente somministrati diversi rimedi omeopatici, aventi azioni differenti e singolarmente dirette a specifici organi o funzioni.

Ulteriore allontanamento dalla dottrina hahnemanniana è quello del complessismo omeopatico, in cui più rimedi, dalla supposta azione similare.

Vengono miscelati tra loro a formare una nuova sostanza, somministrata ancora, come nella più tradizionale medicina allopatica, sul nome della malattia piuttosto che sulle caratteristiche distintive della persona malata.

Infine è proprio dei nostri tempi, l’introduzione di quel filone terapeutico, che chiamiamo medicina integrata, in cui rimedi omeopatici e allopatici di sintesi vengono prescritti simultaneamente.

In questa maniera del tutto individuale, dunque, di fare omeopatia, il paziente, che spesso ha scarsa conoscenza della materia, si trova a dover decidere a chi affidare le sue cure.

Spesso, nel dubbio, preferisce seguire i consigli terapeutici del farmacista, scoraggiato proprio dalla pluralità di offerte, tanto differenti, che vanno tuttavia sotto lo stesso nome di omeopatia.

Una risposta superficiale, che spesso si trova tra gli operatori del settore, è che i diversi approcci mostrano comunque tutti, a gradi differenti, una certa efficacia e un diverso gradimento dei pazienti.

Questo ne giustificherebbe la loro persistenza sotto un’unica nomenclatura, sia pur in barba a quella purezza metodologica che è assicurata dal solo unicismo prescrittivo.

Omeopatia entriamo nello specifico

Entrando, a questo punto, nello specifico, è bene osservare che l’unicismo in omeopatia termine con cui si vuole indicare la somministrazione, nel corso di qualsiasi stato patologico, di un solo rimedio omeopatico alla volta.

Prima di tutto funzionale al rispetto della naturale complessità psicofisica della persona, che risponde a stimoli potenzialmente nocivi sempre e solo come fosse una cosa sola, e indivisibile, di mente e corpo.

Stimoli dunque che hanno la capacità di perturbare l’armonia funzionale di questa complessità, determinano modificazioni della stessa che inizialmente possono anche sembrare localizzate.

Quando si perpetuano nel tempo e approcci terapeutici allopatici ne contrastano le naturali difese dell’organismo finiscono per estendere i loro effetti lesivi.

Fino ad organi ed apparati sempre più importanti nel mantenimento dell’efficacia funzionale dell’intero organismo, che viene così progressivamente influenzato a tutti i livelli della sua complessità.

Questo non è il frutto di astratte teorizzazioni ma, come già detto, la verifica sperimentale della risposta dell’organismo a sostanze della natura in grado di farlo ammalare.

Sostanze che, quando somministrate ripetutamente, e a dosaggi ridotti, provocano nell’uomo un quadro tossicologico che, come osservava lo stesso Hahnemann, accanto a perturbazioni organiche, si accompagna anche a modificazioni della persona nel modo di agire e di sentire.

La malattia, in altre parole, non è mai localizzata solo ad una funzione o ad un apparato, ma colpisce l’organismo sempre nella sua interezza.

Approccio unicista. Omeopatia unicista cos’è.

Tuttavia l’approccio unicista va oltre il semplice rispetto della complessità organica dell’essere umano, per arrivare a cogliere, di ogni individuo.

Quelle caratteristiche distintive che permettono di personalizzarne la cura, e di agire così alla radice dei suoi disturbi, amplificando le naturali difese organiche verso di essi.

L’approccio unicista alle patologie, dunque, possiede due pregi che la distinguono nettamente da quello allopatico.

Da un lato permette di rispettare pienamente l’essere e la sua naturale interezza, dall’altro ha modo di indirizzare la terapia in modo mirato.

Al tempo stesso causale, potendo così ricondurre l’organismo ad una guarigione del tutto naturale, che sia espressione, cioè, di un migliorato stato esistenziale di tutta la persona.

Gli altri approcci precedentemente menzionati, invece, si discostano da questo modo di affrontare disturbi e malattie perché, nel caso del pluralismo, continuano a considerare i diversi sintomi.

Non come l’espressione della perturbazione complessiva dell’organismo sotto l’azione di stimoli patogeni, ma bensì localizzazioni differenti di differenti quadri di malattia, che così fanno perdere di vista la persona.

La sua interezza, e soprattutto la sua relazione dinamica con il circostante; d’altronde il complessismo, come già accennato.

Non risulta in grado di tener conto proprio di quelle peculiarità distintive che permettono di applicare la legge di similitudine in modo fine e mai grossolano.

Come si fa, invece, quando essa è diretta alla sola malattia, e non tiene conto della reattività globale e individuale di un organismo comunque già impegnato a debellarla spontaneamente.

Come integrare i due sistemi in omeopatia.

L’integrazione dei due sistemi, infine, quello omeopatico e quello allopatico, finisce per contrastare l’azione di stimolo sui processi vitali indotta dall’omeopatia.

Dato che i rimedi di sintesi spesso inibiscono proprio quelle reazioni vitali, che hanno lo scopo di circoscrivere e limitare ogni singola patologia e che, quando non pervengono rapidamente a risoluzione.

Giungono semmai ad uno stato di equilibrio tra aggressione e difesa, che il rimedio omeopatico, se sapientemente scelto, sposterà decisamente a favore di quest’ultima.

Complessità dell’atto medico omeopatico. Omeopatia unicista cos’è.

La complessità dell’atto medico, pertanto, è tale che, in ogni stato patologico, esso deve essere il frutto della capacità di saper utilizzare distintamente, e al meglio, i due principali sistemi di cura.

Per intenderci quello allopatico, diretto a bloccare, o limitare, una determinata sintomatologia quando eccessiva o soverchiante le difese organiche.

Quello omeopatico e, in particolare, unicista, volto a rinforzare individualmente le difese di un organismo già proteso, nel suo complesso, alla guarigione.

Questa complessità dell’atto terapeutico, dunque, fa sì che non sia possibile demandare ad altra figura, che non sia il medico, l’approccio diagnostico, e soprattutto curativo, di una qualsiasi affezione.

Non già perché consapevole delle caratteristiche peculiari della sostanza o delle sostanze somministrate al pari di qualsivoglia buon farmacista.

Ma in quanto unico conoscitore della realtà umana e dello scopo precipuo per il quale le sostanze stesse vengono somministrate in rapporto alla finalità terapeutica da perseguire.

Piena consapevolezza dell’omeopatia.

La piena consapevolezza, dunque della dinamica umana che Hahnemann ha desunto dall’analisi attenta e minuziosa di quadri sperimentali di malattia, comparandoli con quadri naturali.

Unitamente alla presa di coscienza che ogni organismo possiede sue peculiari modalità di difesa ad una identica patologia che, se opportunamente sollecitate.

Sono in grado di abbreviare naturalmente il decorso di qualsiasi affezione, e da ultimo lo scrupolo diligente, e sapiente, di saper scegliere, di volta in volta, tra i due sistemi di cura, quello allopatico e quello omeopatico.

Il più indicato in base alle condizioni del soggetto e all’aggressività della patologia, sono i tre cardini imprescindibili di qualsiasi buon atto medico che eviti approcci confusionari e potenzialmente lesivi della salute umana.

Rispettando quella purezza metodologica che è aspirazione di ogni buon terapeuta, il quale da questa purezza sarà condotto a scegliere in primo luogo tra i due sistemi di cura quello più adatto alle circostanze in atto.

Quando spinto a preferire l’omeopatia, ad adottare questa nel rispetto dell’unica maniera che possa agire senza intaccare le difese dell’organismo.

Ma anzi assecondando lo sforzo complessivo, e distintivo, di queste in senso riparativo e/o difensivo, cosa che, in base a quanto affermato finora, può ottenersi solo nel rispetto della metodologia unicista.

Omeopatia unicista e Omeopatia “sintomatica” a confronto. Omeopatia unicista cos’è.

Ma come si conciliano le legittime aspettative di guarigione dei pazienti con l’Omeopatia, soprattutto quella unicista, che invece tende a curare la persona nella sua totalità?

Somministrando QUEL rimedio e solo quello, mirato, calibrato e individualizzato, per dirla in maniera più precisa “costituzionale”, che vada a curare l’energia vitale nel suo insieme e non solo il singolo sintomo?

La risposta non è sempre facile: una prima osservazione è che se il paziente ha già il “suo” rimedio costituzionale, cucito addosso a lui come un abito di sartoria, QUEL rimedio dovrebbe funzionare anche per le patologie acute.

Non sempre però questo avviene, e le motivazioni possono essere diverse: prima di tutto la dose e la diluizione, che possono non essere sufficienti a stimolare la risposta dell’organismo in tempi brevi.

Poi il fatto che alcune patologie (traumatiche o virali, solo per citarne alcune) rispondono più rapidamente a rimedi particolari, più o meno “specifici” per quella fase acuta della patologia.

Altre volte ancora aiuta a noi Omeopati conoscere i rimedi “complementari”, ovvero più affini al rimedio costituzionale che abbiamo dato al nostro Paziente.

E talora ci accorgiamo, magari proprio dalla mancata “rapida e dolce guarigione” del nostro Paziente, che forse il rimedio costituzionale che gli abbiamo dato non è proprio quello giusto, il che ci permette di “aggiustare” la nostra mira e correggere, migliorandola, la nostra prima prescrizione.

Vari rimedi omeopatici per lo stesso male.

È quindi ben comprensibile, per tutto quello che ho appena detto, come non esista “IL” rimedio per il mal di gola, bensì esistano “VARI” rimedi.

Come Apis Mellifica, Belladonna, Ignatia Amara, Mercurius Solubilis, Phytolacca, solo per citarne alcuni, che possono alla giusta diluzione e dosaggio stimolare il processo di guarigione in tempi rapidi e senza effetti collaterali.

Allo stesso modo, come si potrà scegliere tra Natrum Muriaticum, Rhus Tox, Nitricum Acidum o Cantharis per curare un brutto herpes labiale?

Semplicemente chiedendo un consiglio al vostro Medico Omeopata, non a Wikipedia o ad un’altra figura non medica.

L’Omeopata è prima di tutto un Medico Chirurgo, che ha frequentato e studiato alla facoltà di Medicina e Chirurgia per almeno sei anni.

Magari ha preso un diploma in una disciplina specialistica dopo altri quattro o cinque, e sicuramente ha completato il percorso di studi in Omeopatia.

Forse presso una Scuola qualificata per altri tre, cui si aggiunge il proprio bagaglio di esperienza a volte pluridecennale.

Con questa branca della medicina si possono prevenire e curare molte malattie, in linea teorica tutte, in pratica, limitatamente alla mia modesta esperienza clinica.

Posso affermare che è sempre meglio di appoggio alla medicina tradizionale e non in sostituzione, cioè nell’ambito di una medicina integrata.

In questo modo, vari studi riportano un significativo allungamento della sopravvivenza e un netto incremento della qualità di vita, anche nelle malattie croniche, sia del giovane che dell’anziano.

Ogni età della vita può beneficiare di una terapia omeopatica. Omeopatia unicista cos’è.

Nell’infanzia può addirittura sostituire per interi anni la medicina tradizionale, evitando l’uso ricorrente a fans e antibiotici che sappiano essere nocivi a lungo termine.

Questi non sono privi di effetti collaterali, ma pur sempre necessari dove fallisca ogni rimedio non convenzionale.

Nell’età adulta spesso è solo di affiancamento poiché il carattere oramai manifesto del soggetto è tale per cui si manifestano i primi segni di malattia o comunque di disturbi ricorrenti che spesso richiedono un intervento primario della medicina tradizionale.

Ma anche in questo caso, non è da sottovalutare l’omeopatia.

Ad esempio, sono riportate in letteratura casi di disturbi psichici molto gravi resistenti ai farmaci tradizionali guariti con rimedi omeopatici sapientemente scelti.

O ancora quadri settici di addome acuto che hanno evitato la mutilazione d’organo e l’operazione chirurgica.

Nella terza età spesso si ritorna come bambini e le malattie croniche fanno la loro insorgenza, quasi inevitabilmente.

Stesso discorso: con l’omeopatia in una visione olistica del soggetto, ma sempre nell’ambito di una medicina integrata si possono ottenere comunque miglioramenti, se non più possibile una restitutio ad integrim, data l’età avanzata.

Terapia omeopatica unicista.

La terapia omeopatica unicista, l’omeopatia in senso stretto, prevede una prima visita dove il medico cerca di capire che tipo di persona è il suo paziente e perché ha determinati disturbi, soprattutto in base alle richieste dello stesso.

E avviene una prima prescrizione cosidetta ‘costituzionale’ che dovrebbe sollevare se non guarire.

Ciò è veramente possibile. Il fatto è che per malattie come neoplasie, disturbi psichici severi, malattie croniche spesso è richiesto un trattamento continuativo per alcuni anni, a cadenza all’incirca mensile.

Non ci si vede troppo spesso poiché c’è bisogno di lasciar agire il rimedio e di vedere i suoi effetti nel tempo.

Nei casi acuti, invece, è richiesta una pronta guarigione, diversamente, il medico, deve essere in grado di fornire una valida alternativa.

Possono essere necessari due o tre incontri per la prima prescrizione, di solito ravvicinati.

Il follow up è di solito più breve, ma pur sempre necessario.

I perchè dell’omeopatia unicista. Omeopatia unicista cos’è.

La cura di omeopatia unicista è indicata a tutte le età: lattanti, bambini, ragazzi, donne in gravidanza, adulti e anziani. I farmaci omeopatici non danno mai allergie in virtù della diluizione nè effetti collaterali se la prescrizione rispetta il classico metodo clinico del suo fondatore C.F.S. Hahnemann.

Cura malattie acute e croniche e ne previene le ricadute e cura malattie fisiche insieme a disturbi psicologici e a fastidiosi disturbi che non sono vere e proprie malattie.

La cura di omeopatia unicista favorisce il benessere emozionale e generale, rafforza la salute e aiuta a prevenire le malattie.

Un’unica assunzione (monodose) del rimedio appropriato alla potenza appropriata determina una reazione curativa di molti giorni.

L’omeopatia unicista, detta anche omeopatia classica o omeopatia hahnemanniana, è diffusa in tutto il mondo e ha due secoli di meritata storia.

Infatti è l’omeopatia del suo fondatore C.F.S. Hahnemann (1755-1843) e di J.T. Kent (1849-1916) che completò l’opera di Hahnemann con il Kent’s Repertory.

Il pensiero omeopatico ha per base una concezione etica del mondo e l’evoluzione della scienza dimostra oggi come sia straordinariamente connesso alle scienze del futuro.

Esso è patrimonio culturale e sprirituale, ricco anche di insegnamenti pedagogici.

Cos’è il medicinale unitario?

La cura di omeopatia unicista è sempre individualizzata con il medicinale omeopatico unitario (detto anche rimedio unitario) che consta di un solo principio curativo alla volta: il simile, scelto tra più di 650 rimedi unitari.

Il medicinale unitario cura la malattia attraverso la sua azione pura sul malato intero e, se somministrato sperimentalmente ad una persona in salute, produce una malattia artificiale molto simile alla malattia naturale che cura nel malato: è questo il principio di similitudine.

La preparazione dei medicinali è tale che la loro matrice materiale proveniente dal regno minerale, vegetale e animale non è più presente in forma molecolare, tanto che è diluita.

Non si tratta tuttavia di semplice diluizione, ma diluizione congiunta a dinamizzazione che estrinseca potenzialità latenti nella materia, dynamis, che curano le malattie naturali e causano malattia artificiale temporanea in uno sperimentatore in salute.

La diagnosi medica è importante? Omeopatia unicista cos’è.

L’individuazione del rimedio curativo in omeopatia unicista si basa, oltre che sulla diagnosi medica convenzionale.

Sulla relazione di similitudine con la totalità dei sintomi fisici e psicologici della persona, che il medico comprende attraverso il colloquio omeopatico e l’analisi del caso secondo il classico metodo hahnemanniano.

Nel tempo si sono sviluppati differenti orientamenti clinici in omeopatia, detti omeoterapie, di cui il più noto è l’omeopatia clinica che prevede la prescrizione di prodotti omeopatici essenzialmente in base alla diagnosi medica.

Cos’è il ritratto sintomatologico in omeopatia ?

In omeopatia unicista, ciò che la persona sente, prova e racconta è espressione viva e personale della malattia e nessun altro strumento può rivelare la malattia della persona meglio del colloquio con il medico omeopata.

Per individuare il medicinale curativo è necessario un ritratto sintomatologico completo.

Si devono considerare nei minimi particolari disturbi, fastidi, sensazioni di malessere, la storia della persona e gli eventi di malattia, il carattere, i desideri e le avversioni, il sonno, i sogni, l’appetito, la sete, la sudorazione, le reazioni a caldo, freddo, umidità, vento, orario, stagione, posizione, movimento, luogo chiuso, aria aperta, attività, circostanze sociali e molto altro…

Così anche la malattia locale in apparenza più comune diviene unica e individuale!

Cos’è la prescrizione di omeopatia unicista? Omeopatia unicista cos’è.

Dopo il colloquio omeopatico, il medico effettua l’analisi del caso e la diagnosi omeopatica con un preciso metodo secondo i criteri della clinica hahnemanniana.

Il Videocolloquio di OmeopatiaDinamica è il classico colloquio di omeopatia unicista in pratica versione online con comunicazioni in tempo reale con il medico, per l’ottimizzazione del monitoraggio e della prescrizione.

La Prescrizione medica di omeopatia unicista contiene la denominazione del medicinale unitario (che è il nome dell’unico principio curativo presente) seguita dal grado di dinamizzazione o potenza.

Si intende il numero e sigla della scala di riferimento (CH=centesimale, LM=50 millesimale, K=korsakoviana) e la posologia individualizzata.

La confezione del rimedio unitario è priva di foglietto illustrativo, poiché non esistono posologia e indicazioni standard.

La posologia è individualizzata e le indicazioni di un rimedio unitario occupano molte pagine di volumi di famacologia omeopatica.

L’omeopatia unicista utilizza esclusivamente formulazioni farmaceutiche in granuli, globuli e gocce, da assumere per bocca.

Per le malattie che durano da tempo si utilizzano di solito medicinali unitari di potenza medio-alta, spesso assunti in dose unica ogni 30-40 giorni.

Per le malattie acute, medicinali unitari di potenza più bassa, ripetuti più volte al giorno, secondo l’indicazione del medico.

Come avviene il processo di cura in omeopatia?

Durante il processo di cura, il quadro sintomatologico si modifica; deve essere monitorato e periodicamente rivalutato.

In omeopatia unicista si utilizza sempre un solo rimedio unitario alla volta (il simile), ma non sempre, come già Hahnemann notò, la piena guarigione si ottiene con un solo medicinale.

Benchè dotato di relazione di elevata similitudine con il ritratto sintomatologico del paziente.

Dall’analisi del caso può emergere che, mentre i sintomi migliorano, la similitudine con il medicinale assunto si conferma e quindi il rimedio verrà ripetuto alla stessa potenza o a potenza superiore.

Oppure può emergere che la similitudine con il rimedio assunto diminuisce e aumenta la similitudine con un altro rimedio complementare o succedaneo.

Infatti non sempre il simillimum esiste e non sempre esso è individuabile, poichè terapie allopatiche (anche non recenti) alterano il quadro di malattia naturale.

Inoltre la stessa malattia naturale si può presentare come malattia complessa, risultante dalla stratificazione anche transgenerazionale di alterazioni della forza vitale.

È possibile associare il rimedio unitario ad altre terapie? Omeopatia unicista cos’è.

Il medicinale unitario deve essere l’unica terapia in atto per poter agire pienamente sull’organismo, senza l’interferenza di altri trattamenti che impedirebbero anche una valutazione precisa di efficacia, indispensabile per la corretta prosecuzione della cura.

L’associazione del rimedio unitario con altre terapie naturali e convenzionali non è controindicata, ma la cura procede più lentamente poichè la reazione dell’organismo al medicinale omeopatico tende ad essere lenta.

Cos’è la guarigione omeopatica?

La guarigione omeopatica è dolce, rapida e radicale: guarisce la predisposizione interna alla malattia e quindi la malattia stessa ed eventuali allergie e intolleranze.

La persona guarita non necessita di diete e integratori e desidera spontaneamente alimenti sani e tutto ciò che favorisce il benessere fisico, psicologico e spirituale.

L’omeopatia unicista è disciplina medica che curando crea cultura: l’irripetibile unicità di ciascuno si oppone di fatto alla massificazione della persona e riconduce all’essenza della vita in armonia con la natura e il bene comune.

Che cos’è la medicina omeopatica unicista ?

La nostra medicina ufficiale (detta “medicina allopatica”), quella a cui siamo abituati, utilizza solitamente un farmaco per ogni sintomo (ad es. uno per i disturbi addominali, uno per la cefalea, uno per l’ansia, ecc.).

L’azione del farmaco si oppone al disturbo che l’organismo presenta (se si tratta ad es. di diarrea verrà somministrato un farmaco in grado di bloccare o limitare la motilità intestinale e analogamente per gli altri sintomi).

Nell’ottica della medicina ufficiale l’individuo viene cioè scomposto in parti e può presentare più malattie, contemporaneamente o in successione, sovente senza che venga individuata una correlazione tra loro.

Nell’ottica della medicina omeopatica unicista. Omeopatia unicista cos’è.

La medicina omeopatica unicista utilizza un farmaco singolo (chiamato rimedio) che comprende la totalità dei sintomi e delle caratteristiche del paziente.

Come si arriva a prescrivere un solo farmaco ?

Ovviamente non si può prescrivere solo sulla base dei sintomi che il paziente presenta (in questo caso saremmo obbligati a usare un farmaco per ogni disturbo).

Ma l’obiettivo è trovare il filo conduttore che caratterizza il paziente e giustifica i vari disturbi comparsi anche in periodi differenti della vita.

Il trucco sta nell’individualizzare il paziente, ovvero nel cercare ciò che vi è di peculiare in lui che lo differenzi da tutti gli altri soggetti affetti dalla stessa malattia.

In questo modo, ovvero cercando di considerare solo i sintomi caratteristici, specifici del paziente (es. la mancanza di sete in un paziente febbricitante, o il desiderio di mangiare durante il mal di testa, ecc.).

Si riesce a trovare quel ristretto numero di rimedi che, somministrati ad un soggetto sano, presentano quei sintomi peculiari.

Tra questi ve ne sarà uno in grado di coprire tutti i sintomi e le caratteristiche del paziente nella sua globalità (le sue caratteristiche ereditarie, il suo trascorso come malato, le cure effettuate, i sintomi mentali, generali e locali, sia presenti da sempre che attuali).

Non è questo l’unico aspetto da considerare nella scelta del rimedio.

Per una prescrizione corretta in omeopatia occorre valutare anche:

  • l’aspetto miasmatico del paziente (la predominanza di uno dei tre miasmi), e, specialmente nell’individuo in fase di sviluppo,
  • l’aspetto miasmatico-costituzionale (ovvero l’insieme delle caratteristiche miasmatiche e costituzionali che predominano in quel momento al fine di armonizzare le spinte miasmatiche per un corretto sviluppo del fanciullo).

Quindi, abbiamo visto che, tra quei rimedi che presentano quei sintomi peculiari del paziente, ve ne sarà uno in grado di coprire tutti i sintomi e le caratteristiche del paziente nella sua globalità o, per meglio dire, in grado di scatenare gli stessi sintomi nel soggetto sano.

Esatto, in grado di scatenare gli stessi sintomi. Infatti il farmaco che viene prescritto è in grado di provocare, quando somministrato nel soggetto sano, i disturbi che presenta il malato.

Ricordiamo come nacque la medicina omeopatica.

Samuel Hahnemann, padre della medicina omeopatica, era un medico cattedratico della Sassonia della fine del ‘700.

Traducendo un trattato di medicina di quel tempo si rese conto che gli operai addetti alla lavorazione della china erano soggetti alla “febbre di palude”, ovvero alla febbre tipica della malaria.

Quindi la china, che cura la malaria, è in grado di provocare lo stesso tipo di febbre che è in grado di curare (legge di similitudine).

Ovvero la china è in grado di guarire le “febbri di palude” perchè in grado di provocarle.

Si mise a provare su se stesso e su volontari sani la china e centinaia di sostanze, anche tossiche per scoprire quali sintomi provocassero.

Per assumere tali sostanze nocive dovette per forza diluirle e, per assicurarsi una concentrazione omogenea del soluto nel solvente , impresse al contenitore un certo numero di scossoni (che poi chiamò “dinamizzazioni”).

Continuando nella diluizione si accorse che mano a mano che diminuiva la concentrazione della sostanza tossica, di pari passo ovviamente si riduceva l’effetto primario tossico della sostanza.

Ma contemporaneamente si evidenziava l’effetto secondario dell’organismo, che prima veniva nascosto dagli effetti nocivi primari della sostanza.

E’ questo effetto secondario che diventa terapeutico in medicina omeopatica.

Proving. Omeopatia unicista cos’è.

La somministrazione delle sostanze diluite e dinamizzate si chiama “proving” e oggi viene condotta con il metodo scientifico del “doppio cieco”.

Vengono divisi i volontari in due gruppi, ad uno vengono somministrati granuli impregnati della sostanza diluita e dinamizzata, all’altro gruppo, detto di controllo, granuli senza l’impregnazione.

Né i volontari né gli addetti ai lavori conoscono l’appartenenza dei soggetti ai due gruppi, per non essere influenzati.

I provings vengono effettuati di solito con sostanze diluite alla 30 CH.

I sintomi comuni e coerenti che vengono presi in considerazione, emersi nel gruppo di volontari che hanno ricevuto il rimedio, sono decine o centinaia, a seconda del rimedio.

Vengono classificati in rubriche per comodità di consultazione su archivio cartaceo o informatizzato.

La raccolta dei sintomi avviene in maniera coerente con il metodo sperimentale e quindi ripetibile nel tempo.

Sono stati rifatti i provings effettuati al tempo di Hahnemann (a quel tempo non veniva usato il metodo del “doppio cieco”) e sono emersi dati statisticamente sovrapponibili.

Omeopatia ed Avogadro.

Si tenga presente che dopo la 12 CH circa siamo oltre il numero di Avogadro (ovvero non vi è più molecola della sostanza nella soluzione, anche se in grado di provocare i sintomi che vengono registrati nei soggetti sperimentatori).

Questi sintomi compaiono sia a livello fisico che a livello mentale: ogni sostanza, diluita e dinamizzata, sottoposta a volontari sani, induce la comparsa di un quadro mentale, caratteriale e fisico unico nella sua peculiarità.

Essi vengono considerati nella loro interezza, così come viene considerato il paziente come unità unica ed irripetibile.

In omeopatia ogni paziente è unico. Omeopatia unicista cos’è.

Non si confrontano semplicemente i sintomi nella loro globalità del rimedio con quelli emersi dal proving.

Occorre a questo punto valutare cosa vi sia di peculiare nel paziente che lo rende unico, che lo differenzia dagli altri pazienti (ad esempio cosa caratterizza un paziente iperteso dagli altri ipertesi).

Quali siano i sintomi che individualizzano il soggetto, i sintomi storici, cioè le caratteristiche presenti da sempre, i sintomi recenti, quelli locali e quelli generali.

La scelta del rimedio non deve prescindere dalla valutazione dell’aspetto miasmatico-costituzionale del paziente, ovvero il miasma dominante in quel momento, in modo da individualizzare la scelta e la potenza del rimedio.

Tanto più il rimedio corrisponde al paziente nella sua totalità, cioè tanto più è simile a lui, tanto maggiore sarà il suo effetto terapeutico.

La somministrazione del simillimum produrrà una reazione secondaria dell’organismo in grado di ripristinare lo stato di salute ( sovente dopo una crisi iniziale di aggravamento di breve durata).

In questa ottica non si prescrive il rimedio considerando la patologia, o le patologie, presenti in quel momento, ma il malato.

Omeopatia rimedi ondividuali.

Sappiamo che ogni rimedio (ovvero la parte malata di ognuno di noi) ha un suo modo specifico di ammalarsi, e che ogni organo può essere interessato, magari in momenti diversi della vita, ma sempre con la stessa modalità.

Quando interverranno dei cambiamenti sarà necessario cambiare il rimedio.

Sappiamo inoltre che ogni manifestazione patologica non va considerata a sé stante, ma espressione del miasma predominante.

In questa ottica i sintomi non sono la malattia, ma il tentativo dell’organismo di alleggerire la carica miasmatica.

Per questo motivo si richiede particolare attenzione nell’utilizzo di sintomatici farmacologici, generali o anche locali, così come tutti i tipi di soppressione, che andrebbero valutati caso per caso.

La rapida soppressione dei sintomi, considerata l’obiettivo terapeutico nella medicina ufficiale, risulta essere una limitazione dello sforzo di reazione dell’organismo di ripristinare le condizioni di equilibrio perduto.

Eliminazione dei sintomi in omeopatia

La pronta eliminazione dei sintomi deve essere una conseguenza di una terapia che agisce sulla causa profonda della malattia, sullo squilibrio che ha provocato i sintomi, e non solamente di una terapia che si limita ad eliminare i sintomi, come per lo più avviene nella nostra medicina.

Questo è quanto avviene utilizzando il rimedio “simillimum” del paziente, detto anche il rimedio “di base”, cioè quello che viene prescritto al termine di una visita omeopatica.

Accanto al rimedio “di base”esistono anche in omeopatia rimedi che vengono usati come sintomatici durante eventi acuti, per la cui prescrizione non è necessario il tempo.

Il tempo indispensabile per la prescrizione del rimedio “di base” (per una prima visita occorre un’ora circa), ben sapendo che il loro effetto è quasi puramente sintomatico come può essere sintomatica la terapia farmacologica.

L’analisi del caso valuterà la necessità di utilizzare sintomatici omeopatici o farmacologici.

La soppressione dei sintomi. Omeopatia unicista cos’è.

La guarigione non è mai la sola eliminazione dei sintomi, anzi, la loro rapida soppressione blocca la tendenza naturale dell’organismo nello sforzo di guarigione, che scarica verso l’esterno (solitamente verso la cute e le mucose) la sua carica miasmatica.

La soppressione dei sintomi potrebbe provocare una reazione secondaria solitamente più grave del sintomo iniziale.

Per esempio una crisi d’asma in un bambino dopo soppressione di una dermatite atopica.

La reazione secondaria (in questo caso la crisi d’asma – sempre comunque considerata come forma di eliminazione, ovvero come tentativo dell’organismo di alleggerire la causa profonda).

Di solito si presenta più grave di quella scelta dall’organismo originariamente (in questo caso la dermatite).

Per questo motivo, in corso di cura omeopatica, si raccomanda di valutare con il medico omeopata il tipo di trattamento di eventuali sintomi che dovessero emergere (compreso l’utilizzo di farmaci topici quali pomate,ecc.), al fine di mantenere la coerenza dell’obiettivo terapeutico.

La soppressione farmacologica di un sintomo infatti potrebbe vanificare il trattamento in corso oppure produrre effetti poi più difficilmente trattabili.

Riassumendo in omeopatia unicista.

I sintomi (ovvero i disturbi che presenta il malato)non sono la malattia, ma esprimono lo sforzo di reazione dell’organismo di ripristinare le condizioni di equilibrio perduto.

Rivelano nel loro insieme il modo peculiare di ammalarsi di ogni soggetto. Non sono la malattia, sono la sua voce.

I sintomi esterni possono essere provvisti di un’azione vicariante e mitigatrice della malattia interna

Per questo motivo, in corso di cura omeopatica, si raccomanda di valutare con il medico omeopata il tipo di trattamento di eventuali sintomi che dovessero emergere ed anche l’eventuale utilizzo di farmaci topici quali pomate, spray nasali,ecc., al fine di mantenere la coerenza dell’obiettivo terapeutico.

Medicina ufficiale (allopatica) in confronto all’omeopatia

La medicina ufficiale utilizza farmaci che si oppongono ai sintomi, con l’obiettivo di sopprimere la sintomatologia che caratterizza la malattia.

A ogni sintomo corrisponde sovente un farmaco specifico più malattie presenterà il paziente più farmaci assumerà.

Le varie malattie che si presentano contemporaneamente od in successione temporale vengono considerate ognuna a sé stante, senza correlazione tra di loro.

Medicina omeopatica unicista. Omeopatia unicista cos’è.

  • la medicina omeopatica unicista utilizza un farmaco unico
  • viene prescritto il rimedio che, somministrato ad un soggetto sano, è in grado di sviluppare la complessità di sintomi presenti nel paziente al momento della visita.
  • per il fatto che il rimedio provoca gli stessi sintomi, all’inizio della cura è possibile un aggravamento temporaneo dei disturbi.
  • Questo aggravamento all’inizio della cura è considerato positivo , e sta ad indicare l’azione terapeutica del rimedio ; quando avviene è sempre consigliabile avvertire il medico omeopata per valutare
  • se ridurre la posologia per la regressione dell’aggravamento
  • alla base delle malattie si riconoscono tre condizioni predisponenti,i tre miasmi,in grado di determinare malattie, verso l’ipofunzione, verso la iperfunzione, e verso la disfunzione (vedi nota prima pagina)
  • il rimedio scelto dovrà tener conto dell’aspetto miasmatico-costituzionale

La Medicina Omeopatica

L’Omeopatia è la più conosciuta tra le medicine non convenzionali e negli ultimi anni sta riscuotendo sempre più successo.

Sono in aumento le persone che si affidano a questa scienza perché propone un tipo di cura che guarda alla totalità della persona e non solo alla malattia in sé, a differenza di quanto fa la Medicina Allopatica.

Forse non tutti sanno che questa disciplina non è nata in tempi moderni, cavalcando l’onda della ricerca da parte dell’individuo di un maggior benessere psico-fisico, ma è una scienza con una storia lunga e importante.

La nascita dell’Omeopatia viene collocata tra ‘700 e ‘800 ad opera di Christian Samuel Friedrich Hahnemann.

Le nozioni che vi sono alla base, però, risalgono a tempi ancora più antichi, tanto che il padre dell’Omeopatia può essere considerato Ippocrate (450-400 a.C.).

Cos’è l’Omeopatia? Omeopatia unicista cos’è.

Per guarire una malattia, bisogna somministrare all’individuo che ne è affetto, un rimedio che gli provocherebbe, se fosse sano, la malattia che lo affligge.

Christian Samuel Friedrich Hahnemann

L’Omeopatia dal greco “omoios” (simile) e “pathos” (malattia) è un metodo terapeutico basato sulla somministrazione di dosi molto basse di sostanze.

Sostanze capaci di provocare nell’uomo sano delle manifestazioni simili ai sintomi che manifesta il malato (Legge dei simili: “Similia similibus curantur”, ovvero “I simili si curano con i simili”).

Il primo a trattare in maniera organica e organizzata il tema della cura Omeopatica è stato il medico tedesco Samuel Hahnemann, con la pubblicazione nel 1810 del libro “Organon of medical art”.

L’Omeopatia si fonda su alcuni principi fondamentali, che devono essere applicati tutti insieme:

  • Similia similibus curentur (legge di Similitudine);
  • Sperimentazione sul soggetto sano;
  • Rimedi potentizzati (diluiti e dinamizzati);
  • Forza vitale o dinamismo energetico;
  • Natura morborum medicatrix;
  • Dose minima;
  • Individualizzazione del paziente;
  • Individualizzazione del rimedio, rimedio unitario (monocomponente);
  • Concetto di malattia cronica e criteri di Hering per valutare gli effetti a lungo termine nel trattamento delle malattie croniche.

Probabilmente l’elemento più importante di distinzione tra Medicina Allopatica e Medicina Omeopatica è che in quest’ultima il medicinale è individualizzato.

Non possono essere costruiti dei protocolli di trattamento delle varie patologie che vadano bene per tutti, poichè individui di costituzione diversa si ammalano in modo diverso.

All’interno di ogni costituzione l’Omeopatia ha cercato e cerca ancora oggi di trovare ulteriori elementi caratterizzanti della risposta della singola persona per fornire una terapia il più possibile individualizzata.

Altro elemento cardine della scienza omeopatica è costituito dalla legge di Hering.

Hering fu un grande medico Omeopata tedesco dell’800, conosciuto come il “padre” dell’Omeopatia negli USA.

La legge di Hering è importantissima per l’Omeopatia perché segnala se la cura sta procedendo nella direzione giusta e quanto tempo ci vorrà per la guarigione.

Questa legge è espressa da 4 principi:

  • la malattia progredisce dall’esterno all’interno, mentre quando è curata guarisce dall’interno all’esterno: ci dice che la malattia ha sempre direzione centripeta (verso l’interno), mentre la guarigione ha sempre direzione centrifuga (verso l’esterno);
  • la guarigione dovrà verificarsi dall’alto verso il basso: la vera guarigione partirà quindi dal piano psicologico-mentale per arrivare al piano fisico-corporeo (ad esempio sparirà prima uno stato d’ansia di una gastrite);
  • questa guarigione dovrà iniziare dagli organi più importanti e proseguire in quelli di importanza minore;
  • la guarigione avviene in ordine inverso alla comparsa dei sintomi (la cura omeopatica farà “tornare alla luce” vecchi sintomi soppressi e scomparsi in passato).

Cos’è un medicinale omeopatico? Omeopatia unicista cos’è.

Il medicinale omeopatico è un composto ottenuto attraverso un processo di diluizione e dinamizzazione.

La diluizione permette di aumentare l’efficacia dei/l principi/o attivi/o (Principio delle diluizioni infinitesimali, secondo cui l’azione dei medicamenti aumenta progressivamente con il diminuire della dose).

In genere, infatti, si utilizzano diluizioni medie e basse (maggior concentrazione della sostanza medicamentosa) per patologie acute e subacute, mentre si ricorre ad alte o altissime diluizioni (minor concentrazione della sostanza medicamentosa) per patologie croniche.

Con il processo di dinamizzazione, infine, il medicinale omeopatico viene agitato dopo ogni diluizione, potenziando così la sua azione terapeutica.

Le materie prime utilizzate per la preparazione dei rimedi omeopatici provengono dal mondo vegetale, animale e minerale.

Medicinali unitari e medicinali complessi: quali differenze?

Esistono due tipologie di medicinali omeopatici:

  • il medicinale omeopatico unitario: contiene un’unica sostanza diluita e dinamizzata. È tra questi che si va alla ricerca del “Simillimum” in grado di coprire da solo la totalità dei sintomi del paziente.
  • il medicinale omeopatico complesso: è costituito dall’associazione di più sostanze aventi azione sinergica nei confronti di una determinata patologia. Solitamente contengono basse diluizioni e si utilizzano nel trattamento delle malattie acute; ottimi come coadiuvanti dell’azione del medicinale omeopatico unico in quanto dotati di spiccata azione drenante a livello degli organi emuntori, deputati all’eliminazione dei prodotti catabolici e di rifiuto.

Gli omeopati chiamati “unicisti” ritengono che i rimedi unitari abbiano la maggiore efficacia, in quanto non presentano incroci di sostanze.

In questo caso la difficoltà consiste nell’individuare il farmaco più adatto al caso del singolo paziente.

Omeopatia unicista: nozioni di base. Omeopatia unicista cos’è.

Il malato inteso come la persona con i suoi sintomi e malesseri, non la malattia, è il soggetto della Medicina Omeopatica.

Per questo motivo durante la visita viene data maggior importanza e rilievo ai sintomi e vissuti corporei che caratterizzano l’individuo.

Ne consegue che le patologie croniche siano l’ambito d’azione più specifico della Medicina Omeopatica.

Sempre più numerosi sono i casi di cronicizzazione gestiti sintomatologicamente con farmaci convenzionali.

Spesso i sintomi persistono e la sofferenza del paziente è solo in parte alleviata o rimane alto è il rischio di effetti collaterali.

È’ il caso delle cefalee ed emicranie, delle allergie e disordini mestruali, dei disturbi dell’alimentazione, gli stati ansiosi e panicali, della fibromialgia o dei problemi intestinali di assimilazione.

Vi è poi da considerare ancora quelle situazioni in cui è preferibile non utilizzare o limitare l’uso di farmaci chimici così come avviene nel periodo della gravidanza e nei primi anni di vita nei bambini.

Farmaci omeopatici, rimedi omeopatici dove trovarli

I farmaci omeopatici sono quelli regolarmente iscritti nella Farmacopea Omeopatica, ovvero l’organo ufficiale di tutte le preparazioni farmacologiche riconosciute.

Attualmente sono più di 1000 i farmaci omeopatici iscritti nella Farmacopea.

In Farmacopea sono registrati unicamente come farmaci omeopatici i rimedi unitari, ovvero le singole sostanze sottoposte, nei secoli, a proving e a comprovata efficacia clinica.

Da sottolineare che i fitoterapici, gli omotossicologici e complessi omeopatici non vengono denominati farmaci, ma bensì prodotti omeopatici dalla legislazione italiana.

Nonostante questo “gioco di parole”, comunque non sono questi i rimedi che prescrive un omeopata classico.

Importante ricordare che non esiste nessuna incompatibilità tra rimedi omeopatici e fitoterapici o farmaci chimici.

Questo significa che intraprendere una terapia omeopatica non vuol dire dover interrompere i farmaci chimici, tanto meno se in terapia sostitutiva (es. ormoni tiroidei) o salvavita.

Cosa chiedono i pazienti omeopatici ?

La maggior parte dei pazienti che chiedono una consulenza di omeopatia unicista sono pazienti cronici in trattamento farmacologico.

Lo scopo della terapia è migliorare i sintomi ancora presenti e non controllati da farmaci chimici e, quando la cura è efficace, ridurre al minimo indispensabile le medicine per evitare gli effetti collaterali a lungo termine.

Ovviamente si tratta di un percorso da valutare insieme e sotto il controllo del medico.

La visita omeopatica. Omeopatia unicista cos’è.

La visita omeopatica è essenzialmente una visita medica con un colloquio e analisi della documentazione sanitaria seguita da una visita semeiotica classica.

A questa struttura fondamentale l’omeopata aggiunge la sua professionalità.

Dal momento che è la persona con le sue caratteristiche ed il suo modo tipico di vivere il corpo e la sua malattia non sarà sufficiente fermarsi alla diagnosi medica classica.

Di fondamentale importanza è come si presentano e vengono vissuti i sintomi, quali altri sintomi in passato si sono presentati, quali sono le emozioni e i vissuti ad essa legati.

Spesso la visita si porta in ambiti che di solito vengono tralasciati, come i sogni, o sottovalutati, come nel caso delle relazioni con il mondo esterno, le reazioni emotive o gli atteggiamenti particolari.

Nel caso dei bambini, o durante le visite veterinarie, ci si aiuta osservando come si muovono nello spazio, come interagiscono con i giochi o come e cosa amano disegnare e mangiare.

Questo non per voler “psicolocizzare” la malattia o voler sostituirsi ad altre figure professionali, ma piuttosto per cercare sempre quei famosi tratti fondamentali della persona che guidino con maggiore precisione alla ricerca del rimedio unico più specifico.

La terapia omeopatica.

La Medicina Omeopatica si propone come una specialità medica, ma a differenza delle altre visite specialistiche richiede la costituzione di un rapporto terapeutico nel tempo.

Questa fase risulta fondamentale per due ragioni.

La prima è che per valutare la reale efficacia della terapia, soprattutto nel caso di patologie croniche, risulta necessario prendere in considerazione l’andamento di tutti i sintomi fisici, psichici ed emotivi per capire se si è utilizzato il rimedio corretto.

La seconda è che, non essendo una bacchetta magica, anche se il rimedio è quello appropriato, si deve valutare insieme al paziente in che quantità assumerlo e quando è il caso di aumentare la diluizione, ovvero la potenza, del rimedio.

Un aspetto che poco viene sottolineato è che la terapia con il rimedio omeopatico unicista incomincia con una diluizione “soft”, per evitare effetti troppo forti e allo stesso tempo permettere al corpo di recepire il messaggio e reagire.

Quando usare le diluizione LM o Q ? Omeopatia unicista cos’è?

Per questo motivo si usano le diluizioni LM o Q. Il fatto è che dopo un periodo di circa 1-2 mesi, a seconda dei casi e della severità della patologia, anche se il rimedio è appropriato perde di efficacia perché non è profondo abbastanza per contrastare la tendenza patologica del sistema.

In questo caso va aumentata la potenza (diluizione), ma per fare questo il paziente deve informare e rendere partecipe il medico, che con l’esperienza acquisita saprà come gestire il singolo caso.

Dopo la prima visita, pertanto, il paziente deve partecipare attivamente informando il medico sull’andamento della terapia in modo da poterla ulteriormente adattare alle risposte corporee di ognuno.

Abitualmente è nostra prassi che in questo periodo i contatti siano telefonici, mentre ci si prende dei nuovi spazi di confronto nei successivi e periodici controlli (generalmente ogni 2-3 mesi all’inizio poi a seconda dei casi più diradati nel tempo).

Per chiarire più approfonditamente dove e come ha agito o non agito il rimedio, quali sintomi si sono modificati e come sta reagendo il sistema a medio-lungo termine.

Omeopatia ed episodi acuti. Omeopatia unicista cos’è.

La gestione dei casi acuti è una questione importante e spesso confusa.

Parliamo di episodi acuti riferendoci a di vecchi sintomi del paziente che occasionalmente si ripresentino, o di sintomi epidemici come influenze o rialzi febbrili.

Se è vero che la Medicina Omeopatica Unicista si prefigge di cercare il rimedio per la persona, una volta constatato che il rimedio è stato realmente utile nel migliorare tanti sintomi cronici, lo stesso rimedio sarà la migliore soluzione nei casi acuti.

Questo per il semplice motivo che il rimedio personale è il migliore, il “più simile”, a stimolare e collaborare con le strategie difensive del sistema.

Anche nel caso di un trauma il rimedio unico e personale ha il vantaggio di funzionare meglio di una Arnica usata come sintomatologico.

Ovviamente si dovrà assumere il rimedio con una posologia adeguata: l’allergia che ricompare deve migliorare come se si assumesse un antistaminico.

Il vecchio mal di testa deve necessariamente svanire come con un antidolorifico, l’influenza passare rapidamente e con sintomi attenuati e gestibili.

Va sottolineato che al fine di una seria ricerca in omeopatia, questo dovrebbe essere una delle “conditio sine qua non” per dire che quel determinato rimedio è realmente utile ed efficace.

Omeopatia. Omeopatia unicista cos’è.

L’omeopatia unicista è diffusa in tutto il mondo e ha due secoli di meritata storia.

La cura è sempre ‘individualizzata’ con il medicinale omeopatico unitario (detto anche rimedio unitario) che consta di un solo principio curativo alla volta, scelto tra più di 5000 rimedi unitari.

Il rimedio comprende la totalità dei sintomi e delle caratteristiche del paziente.

Esso non può essere prescritto solo sulla base dei sintomi che il paziente presenta, il che porterebbe ad avere un farmaco per ogni disturbo.

L’obiettivo è individuare il filo conduttore che caratterizza il paziente e giustifica i vari disturbi comparsi anche in periodi differenti della vita.

Occorre quindi “individualizzare” il paziente, che significa considerare solo i sintomi peculiari in lui che lo differenzino da tutti gli altri soggetti affetti dalla stessa malattia (ad es. la mancanza di sete durante uno stato febbricitante).

In tal modo si riesce a trovare quel ristretto numero di rimedi che, somministrati ad un soggetto sano, presentano quei sintomi peculiari.

Differenza tra rimedi omeopatici

Tra questi ve ne sarà uno in grado di coprire tutti i sintomi e le caratteristiche del paziente nella sua globalità (le sue caratteristiche ereditarie, il suo trascorso come malato, le cure effettuate, i sintomi mentali, generali e locali, sia presenti da sempre che attuali).

Durante il colloquio col paziente, il medico omeopata mira a tracciare un suo ritratto sintomatologico completo al fine di poter individuare il suo specifico rimedio.

Il medico considera nei minimi particolari una moltitudine di aspetti gli legati agli eventi di malattia, disturbi, fastidi, sensazioni di malessere, ma anche allo stile di vita e alla storia della persona, il carattere, i desideri e le avversioni, il sonno e i sogni, l’appetito e la sete, la sudorazione, le reazioni ai fattori climatici, ai luoghi chiusi, alle circostanze sociali e molto altro…

In tal modo anche la malattia locale apparentemente più comune diviene unica e individuale.

La Prescrizione medica di omeopatia unicista contiene la denominazione del medicinale unitario (ossia il nome dell’unico principio curativo presente) seguita dal grado di dinamizzazione o potenza.

Poiché non esistono posologia e indicazioni standard, la confezione del rimedio unitario non contiene alcun foglietto illustrativo.

L’omeopatia unicista utilizza esclusivamente formulazioni farmaceutiche in granuli, globuli e gocce, da assumere per bocca.

Per le malattie che durano da tempo si utilizzano di solito medicinali unitari di potenza medio-alta, spesso assunti in dose unica ogni 30-40 giorni.

Per le malattie acute, medicinali unitari di potenza più bassa, ripetuti più volte al giorno, secondo l’indicazione del medico.

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