Omeopatia funziona o no

Omeopatia funziona o no omeopatia.altervista.org

Abbiamo sentito tanto parlare di omeopatia, ma funziona o no ? L’omeopatia è realmente efficace ? Scopriamo insieme se l’omeopatia funziona o no !

Omeopatia funziona o no omeopatia.altervista.org
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Omeopatia funziona ? Una delle domande rompicapo più frequenti sui farmaci omeopatici è questa: funzionano davvero ? O questa : l’omeopatia funziona o no ?

Sono state proposte moltissime spiegazioni sul “perché” e sul “come” un medicinale omeopatico possa effettivamente agire a livello dell’organismo, provocando effetti positivi, se non addirittura curativi; tuttavia, nessuna di queste spiegazioni è stata effettivamente dimostrata a livello scientifico.

Non solo Placebo

L’omeopatia è una medicina non convenzionale, ovvero non riconosciuta dalla Comunità Scientifica perché non è possibile dimostrare, attraverso l’approccio scientifico, un’effettiva efficacia terapeutica.

Eppure, molti pazienti continuano ad affidarsi alle cure omeopatiche, e a goderne e sostenerne i benefici terapeutici.

Per spiegare questo effetto positivo, molte persone sono portate a paragonare la medicina omeopatica a un effetto placebo, nella convinzione che la sostanza agisca semplicemente perché siamo noi stessi a credere nel suo effetto terapeutico.

Tuttavia, questa affermazione viene facilmente smentita quando si pensa che i farmaci omeopatici possono apportare beneficio terapeutico anche a bambini piccoli ed animali, i quali chiaramente non sono consapevoli di aver ricevuto una cura.

Ciò che non si riesce proprio a spiegare è perché e come una medicina omeopatica possa apportare beneficio terapeutico, se nella sostanza omeopatica, infinitamente diluita e dinamizzata, non vi resta traccia misurabile della molecola di partenza.

Questo concetto va al di fuori della medicina convenzionale, secondo cui l’effetto è sempre paragonabile alla dose assunta.

Pareri contrari Omeopatia funziona: sì o no?

Sulla questione, si schierano due fonti ben distinti, gli scettici e i favorevoli: nello schieramento degli scettici, i rimedi omeopatici vengono considerati nient’altro che “acqua fresca”, considerando le innumerevoli diluizioni a cui il principio attivo viene sottoposto.

Curiosità Per dare un’idea della concentrazione di sostanza in un farmaco omeopatico, la concentrazione di alcune diluizioni usate in omeopatia equivale alla quantità di una goccia contenuta in un oceano!

Dall’altro lato, l’omeopatia ribatte con la teoria della dinamizzazione, secondo la quale, sottoponendo una soluzione a successive succussioni (agitazioni), il solvente (acqua), si carica della proprietà terapeutica del soluto (principio attivo), a sostegno della teoria della “memoria dell’acqua”.

Se, da un lato, abbiamo lo schieramento dei contrari, dall’altro, i favorevoli all’omeopatia ribattono su altre questioni, come ad esempio gli effetti collaterali derivati dall’assunzione/abuso di farmaci convenzionali, o l’incapacità dei medicamenti convenzionali di trattare patologie complesse, come malattie autoimmuni, allergie, disfunzioni metaboliche, psoriasi, sclerosi ecc.

Risultati contraddittori

I risultati della Ricerca scientifica sul meccanismo d’azione dei rimedi omeopatici risultano contraddittori: nonostante alcuni studi ne dimostrino l’efficacia, non si riesce a spiegare l’effettivo meccanismo d’azione.

L’approccio per eseguire una diagnosi e curare le malattie in omeopatia risulta differente rispetto alla medicina classica.

Il meccanismo d’azione delle singole sostanze omeopatiche non viene riconosciuto dal punto di vista del meccanismo molecolare, invece seguito dalla medicina moderna.

È pensabile come un rimedio omeopatico possa indurre una sorta di auto-guarigione, convinzione opposta rispetto al meccanismo inibitorio del farmaco classico.

Come abbiamo compreso, le principali obiezioni rivolte alle cure omeopatiche riguardano la mancanza di dimostrabilità sull’efficacia fisico-chimica di questo peculiare sistema di cura.

Nonostante ciò, le persone che accettano il sistema di cura omeopatica, e che ne traggono beneficio terapeutico, sono in costante aumento.

Risultati soddisfacenti

Alcune patologie o disturbi sembrano scomparire molto velocemente in seguito alla cura omeopatica.

In particolare, a detta del consumatore, gli omeopatici sembrano essere più efficaci per la cura di:

  • Raffreddore
  • Febbre
  • Diarrea
  • Dolore
  • Emorroidi
  • Allergia
  • Psoriasi
  • Gastrite
  • Cefalea
  • Depressione
  • Malattie invernali

Tuttavia, gli omeopatici vengono formulati anche per prevenire/combattere moltissime altre patologie (pur senza risultati clinici dimostrati).

Legislazione Italiana in ambito di omeopatia

L’omeopatia, come specificato più volte, non può e non dev’essere considerata una medicina convenzionale: non esiste alcuno studio scientifico capace di dimostrare l’effettiva efficacia terapeutica delle cure omeopatiche.

L’unico effetto significativo deriva dalla soddisfazione soggettiva del paziente in cura con farmaci omeopatici: in questi casi, i pazienti hanno confermato il successo della terapia.

Gli esiti derivati dalle cure omeopatiche sono in linea con l’effetto placebo.

Nel 2010, la commissione Science and Technology della Camera dei deputati britannica condusse un importante studio di ricerca sull’efficacia delle cure omeopatiche: alla fine, si stabilì che le cure omeopatiche non hanno effetti terapeutici superiori rispetto a quelli di un placebo.

Omeopatia funziona o no, cosa dice la legge italiana

Per questa ragione, per legge, si è stabilito che: I farmaci omeopatici non possono riportare in confezione alcuna informazione su modo d’uso, precauzioni e indicazioni terapeutiche.

Non è ammessa la pubblicità dei medicinali omeopatici. L’etichetta di un farmaco omeopatico deve obbligatoriamente riportare la dicitura: “senza indicazioni terapeutiche approvate”.

Nei farmaci omeopatici, il bugiardino è pressoché assente, poiché è impossibile dimostrare le indicazioni terapeutiche per le quali il medicinale omeopatico è stato creato.

A tale scopo, il farmaco omeopatico dev’essere prescritto o consigliato, rispettivamente, solo dal medico o dal farmacista.

Il termine “medicinale” riferito a un rimedio omeopatico può disorientare il consumatore, poiché da un lato, il prodotto, è definito tale (e si obbliga la vendita unicamente in farmacia), e dall’altro è evidente che la sostanza non provochi effetti terapeutici dimostrati, dunque il produttore è obbligato a dichiararne l’inefficacia terapeutica in etichetta.

Omeopatia funziona o no ?

Quando si dibatte con un omeopata sull’efficacia dell’omeopatia, questi insiste sull’individualità, sugli effetti che possiede ogni rimedio, in maniera diversa, su una o sull’altra persona, sulla possibilità che un rimedio non funzioni e sull’impossibilità di prevedere il tipo ed il grado di efficacia di un rimedio.

In parole povere, un rimedio omeopatico non ha sempre lo stesso effetto, a volte non ne ha, questo effetto è differente da una persona all’altra e non è possibile garantire l’efficacia ed il grado di efficacia ad un “paziente” omeopatico.

Sembra inoltre che un rimedio omeopatico esplichi le sue proprietà anche a distanza di anni dalla sua sospensione, incontrollabile quindi.

Queste sono parole di omeopati, nonostante la loro implausibilità.

Sembra una lotteria: un farmaco dovrebbe avere degli effetti conosciuti (come degli effetti collaterali conosciuti) di durata conosciuta e dovrebbe funzionare sempre o quasi sempre, allo stesso modo.

Oltretutto la loro sospensione dovrebbe interrompere gli eventuali effetti.

Cavalli di battaglia

Uno dei “cavalli di battaglia” di chi sostiene l’omeopatia, è che non sarebbe vero che la pratica si limiterebbe ad un semplice effetto placebo, perchè l’omeopatia si sarebbe dimostrata efficace con gli animali ed i neonati, non suggestionabili dal placebo.

Già sarebbe da discutere sul fatto che i neonati o gli animali non siano suggestionabili, ma sono piccolezze, la cosa più interessante è che non esistono studi che dimostrino l’efficacia di un rimedio omeopatico sugli animali o sui neonati.

Anzi, se tutti gli studi a favore di questa ipotesi provengono sempre e solo da riviste di settore (e quindi non autorevoli perchè svolti con metodi non controllati, non attendibili e poco corretti), gli studi effettuati con tutte le regole della ricerca seria, hanno dimostrato proprio il contrario.

L’omeopatia non ha dimostrato nessun effetto superiore al placebo nemmeno sugli animali nè sui neonati.

Esempi pratici

Un esempio ? Sono stati somministrati preparati omeopatici ad agnelli affetti da parassiti intestinali.

Non si è avuto nessun effetto benefico nè sulla malattia, nè sulla produttività degli animali.

Stessa cosa su una enterite in una mandria di vitelli, nessun effetto.

Stessa cosa sulle mastiti delle mucche da latte, nessun rimedio alternativo (nemmeno l’omeopatia) ha avuto effetto. Ma è così in tutti gli studi “non di parte”.

Se si effettua insomma uno studio serio, con tutti gli elementi corretti per ottenere un giudizio finale giusto e credibile, come l’uso di doppio cieco, la diminuzione insomma di tutti quei fattori che possono influenzare le conclusioni dello studio, l’omeopatia effetti non ne ha nemmeno sugli animali.

E nemmeno sui bambini. Su di loro in particolare, è curioso il fatto che chi somministra generalmente i rimedi omeopatici (parenti, genitori) riferisce un miglioramento delle condizioni, gli studi o i controlli dei casi presentati, questo miglioramento non lo trovano o lo trovano simile a quello fornito dal placebo.


Gli studi naturalmente riguardano anche l’uomo adulto, qualche esempio (a caso, rappresentativo, tra tantissimi) tra gli studi controllati pubblicati in riviste “non di parte” si evince che l’omeopatia non funziona e non ha nessu effetto su :

  • superiore al placebo sul dolore post operatorio ortopedico.
  • sugli effetti collaterali dei farmaci antineoplastici.
  • sull’artrite reumatoide.
  • su malattie neoplastiche (rewiew).
  • effetto su asma cronico.

Quelli mostrati, sono studi controllati, nei quali il bias di un errore è stato ridotto più possibile.

Quanti studi sull’efficacia dell’omeopatia esistono ?

Al contrario, esistono centinaia (migliaia in verità) di studi, pubblicati praticamente nella loro totalità, in riviste di medicina alternativa o omeopatia, che dimostrano qualche effetto di questa pratica.

Senza ridurre le possibilità di errore, la statistica può arrivare alle conclusioni che desideriamo, non a quelle reali.

Ad esempio, può risultare plausibile che l’omeopatia abbia effetti sul cancro, riducendone la progressione o la velocità di proliferazione cellulare.

Ebbene, in questo senso l’omeopatia si trova al livello di certi guaritori.

Questi effetti eccezionali, ma anche quelli di minore importanza, chissà perchè, non si ottengono in studi controllati.

Ad agosto 2005 su Lancet, esce un articolo che per molti segna la “fine scientifica” dell’omeopatia, realizzato dall’univertà di Berna.

Quali risultati ha prodotto questo studio ?

Lo studio paragona 110 studi di confronto omeopatia-placebo con 110 studi di confronto di farmaci tradizionali con placebo.

Hanno progressivamente ristretto la scelta, eliminando quegli studi che presentavano troppi fattori di errore e condizionamento (sia per i preparati omeopatici che per quelli “allopatici”) ed è emerso che mentre elimando gli studi con più alta possibilità di errore, l’omeopatia assomigliava sempre più al placebo, i farmaci standard mantenevano i loro effetti.

In parole povere, escludendo tutti gli studi inadeguati dal punto di vista metodologico, l’omeopatia ha gli stessi effetti del placebo, la medicina standard no, funziona.

La fine dell’omeopatia e della sua funzione

Le industrie omeopatiche, naturalmente, hanno protestato ed hanno accusato gli autori della ricerca di aver utilizzato un metodo che è già, per sua natura, sbagliato: selezionare gli studi che giungono alla conclusione desiderata.

L’articolo conclude che i medici omeopati dovrebbero chiarire ai loro pazienti la realtà. Spiegare che quelle sostanze non hanno nessun effetto, sarebbe onesto e corretto.

L’accusa che si muove agli studi realizzati dagli omeopatici alla fine, è quindi che sono scarsamente scevri da errori e che quando si esaminano i particolari dello studio, si evidenziano troppi fattori che lo condizionano.

Visti i numeri dell’omeopatia nel mondo, perchè nessuno, anche sovvenzionato dall’industria omeopatica, si è preso la briga di realizzare uno studio irreprensibile sugli effetti di questa pratica ?

Distrazione o solo, semplicemente, la certezza di veder crollare l’intero apparato ?

Nell’ottica dell’effetto placebo poi, appare plausibile che i disturbi che sembrano (soggettivamente) avere più sollievo mediante uso di preparati omeopatici, siano proprio quelli di tipo “psicosomatico”, come l’ansia, lo stress, il dolore, la cefalea, le coliti…insomma, quei malanni che spesso derivano da un nostro stato emotivo alterato, migliorano quando qualcosa “tranquillizza” questo stato. Il granulo omeopatico.

Che il placebo possa agire a livello fisico, pur non contenendo nessun principio attivo, è noto.

Si ipotizza un’azione diretta sui centri del dolore, probabilmente esiste anche una produzione di sostanze (le endorfine) che sono evocate da stimoli neurosensoriali.

Esiste anche uno studio molto recente che dimostra l’azione “attiva” del placebo sulle aree del dolore.

Il comitato australiano per la salute ha revisionato 57 review (studi che raccolgono le evidenze su un argomento che emergono da altri studi) ed ha concluso che l’omeopatia non è efficace su nessuna (61, quelle analizzate) malattia.

Il NHS (sistema sanitario nazionale inglese) ha revisionato i migliori studi sul tema concludendo che l’omeopatia non è efficace in nessuna malattia.

E in Italia ? L’omeopatia funziona o no ?

La legge italiana permette l’esercizio dell’omeopatia solo ai medici chirurghi regolarmente laureati ed abilitati.

Questa è un’altra incongruenza.

Un mio vecchio professore di università durante una discussione rispose proprio a questa domanda, come mai, una pratica non scientifica e che non dimostra avere nessun risultato particolare, è prescritta da medici, che dovrebbero ragionare scientificamente e che dovrebbero conoscere i meccanismi dell’organismo umano ?

Lui rispose: “non tutti i meccanici riparano Ferrari”, intendeva dire che probabilmente il medico omeopata ha semplicemente trovato uno spazio semplice di mercato: curare con niente, le malattie meno importanti, facendosi pagare bene.

Minimo rischio con il massimo risultato insomma. E mi fece riflettere…tanto…

Per la scienza e per l’evidenza quindi, i rimedi omeopatici non sono altro che acqua.

Pensare ai prezzi di un flacone omeopatico fa girare la testa, un litro di acqua omeopatica costa più di un litro di champagne di qualità pregiatissima.

Qualcuno obietta: non tutto ciò che non è spiegabile può essere negato dalla scienza.

Ma allora come si fa a distinguere un flacone omeopatico da un flacone d’acqua ? Non è possibile.

Le sfide in ambito omeopatico

Ma se qualcuno pensa di poterlo fare, potrebbe guadagnare intanto un bel po’ di soldini e poi pensare se vuole, anche al prestigio scientifico.

Se vi accontentate di poco, potreste guadagnare 100 dollari con un piccolo test: sei rimedi omeopatici scelti da un “serio” omeopata.

Un “arbitro” rimuove le etichette e contrassegna i flaconi con delle lettere, A, B, C…chi si sottopone all’esperimento, annota i disturbi che accusa con l’assunzione di ogni rimedio (perché, ricordo, che una sostanza in diluizione omeopatica dovrebbe provocare i sintomi che intende curare).

Alla fine dell’esperimento, si osserva la corrispondenza tra rimedio omeopatico e disturbi accusati.
Se corrispondono il premio è vostro.

Da notare che questa piccola “sperimentazione” casalinga, senza pretese, verrebbe a costare 100 dollari, non i miliardi immaginati da chi ritiene impossibile sperimentare senza l’aiuto dei compensi delle lobby dei farmaci.

Ah, in due anni, nessuno si è sottoposto all’esperimento.

Omeopatia funzione e soldi

Forse perché la somma non è molto invitante, potrebbe suggerire qualcuno…e allora potrebbe fare gola un premio da 1.000.000 di dollari.

Nessuno in tutti questi anni, ha riscosso il premio da 1.000.000 di dollari offerto dalla Fondazione James Randi (creata da colui che ha scoperto la truffa Benveniste) per chi, sotto controllo, avesse dimostrato capacità o poteri supernaturali o paranormali ed anche per chi avesse dimostrato che l’omeopatia avesse un effetto superiore al placebo.

Il premio è ancora lì, al suo posto.

Dice James Randi, uno dei più grandi investigatori scientifici del pianeta :

Homeopathy DOES NOT WORK. It’s quackery, pure and simple. It’s a farce, a fake, and flummery. Prove it works, and win the million dollars.

Traduzione: L’omeopatia NON FUNZIONA. E’ una truffa, pura e semplice. E’ una farsa, un falso, senza senso. Prova che funzioni e vinci il milione di dollari.

Dice James Randi

Ma qualcun altro, molto più vicino a casa nostra, ha fatto dei piccoli esperimenti che tutti possiamo ripetere (ricordate una delle condizioni delle osservazioni scientifiche? La ripetibilità): Gianni Comoretto, nel suo blog ha fatto quello che in teoria fanno i “selezionatori” di rimedi omeopatici.

Se assumi una sostanza diluita omeopaticamente, dovresti, per le teorie di Hanneman, accusare dei sintomi (che dipendono dalla sostanza ingerita): sono quelli i sintomi che il prodotto omeopatico curerebbe.

Comoretto ha provato su se stesso queste sostanze…ed il risultato è stato…prevedibile. Nulla.

Leggiamo la sua interessante (e simpatica, perchè no…) prova qui e nella seconda parte, qui.

Cosa si può concludere allora ? Funziona ?

Per la scienza l’omeopatia non ha motivo di esistere. Per le ricerche e gli studi, non sono mai stati dimostrati effetti superiori al placebo. Nessuno ha mai saputo dimostrare l’efficacia dell’omeopatia.

Eppure qualcuno la usa (più di “qualcuno” a dire il vero).

La maggioranza degli utilizzatori dell’omeopatia crea un ragionamento illogico e senza significato “la uso solo per i piccoli malanni”, “tanto male non mi fa”, “per le cose serie uso le medicine vere”, qui bisognerebbe capire quindi perchè utilizzare qualcosa che è utile per le malattie non serie…che poi sono quelle che passano da sole e soprattutto bisognerebbe capire perchè utilizzare qualcosa SOLO perchè “non è una medicina vera”.

Se abbiamo bisogno di un mezzo per rafforzare la nostra capacità di autoguarigione, basterebbe non utilizzare nulla e crederci.

Recentemente anche l’OMS si è pronunciata sulla pericolosità dell’omeopatia, che sempre più si sta diffondendo in zone povere o depresse con la pretesa di curare malattie endemiche in quelle zone, come le dissenterie o la tubercolosi, ma anche l’AIDS.

Gli estremisti omeopatici

C’è però una piccola minoranza “estremista”, quelli che sono assolutamente convinti delle capacità dell’omeopatia e che la usano per tutte le patologie per le quali soffrono.

Se sei una persona adulta, ti prendi le tue responsabilità, meglio per te se funziona, peggio per te se hai avuto la possibilità di informarti e non lo hai fatto o non ne hai tenuto conto, ma se usi l’acqua omeopatica per “curare” un figlio, bambino, neonato per esempio, sei un irresponsabile.

“Thomas continua a sostenere che il trattamento per l’eczema omeopatico ha la stessa validità di quello convenzionale.

Ha detto alla polizia: la medicina tradizionale avrebbe prolungato la sua (di Gloria) vita, ma sarebbe stata più misera. Non la avrebbe curata, e questo è quello che credo fermamente”.

Thomas Sam era il papà di Gloria, una bambina di 9 mesi, affetta da eczema, una patologia comunissima nei bambini molto piccoli, banale, facilmente curabile.

Non ha curato nulla, l’ha trattata con rimedi omeopatici, trasformando l’eczema in ferite e le ferite in estese lesioni infette.

La bambina è andata in setticemia. Nonostante questo i suoi genitori hanno proseguito le cure omeopatiche e la bambina è morta. Un tribunale australiano ha condannato Thomas e sua moglie per OMICIDIO COLPOSO.

È questo il vero pericolo dell’omeopatia.

Non ho mai sostenuto (e non ho mai invitato un paziente a sospendere i suoi trattamenti omeopatici in casi “banali”) che l’omeopatia debba essere messa al bando, sono dell’opinione che se una persona ritiene di ricevere dei benefici da qualsiasi sostanza consapevole di quello che è, la sostanza, è libera di utilizzarla e fa pure bene, ma il “ritorno alla realtà” deve essere deciso e definitivo, quando c’è da curare una malattia nel vero senso del termine.

Chi vuole utilizzare l’acqua per curarsi lo faccia pure, ma cosciente di quello che sta facendo e soprattutto senza imporre le proprie convinzioni, totalmente personali in questo caso, agli altri.

Omeopatia: funziona o no? La risposta è a metà strada

L’omeopatia da molti è considerata una medicina al pari di quella convenzionale e venerdì a Torino si terrà un corso aperto dal presidente dell’ordine dei medici di Torino Guido Giustetto dal titolo eloquente, «Medicina e medicine non tradizionali: un confronto».

Ci sono dubbi sull’efficacia di questi rimedi, in commercio da anni? Per Alberto Magnetti, direttore dell’Istituto Omiopatico italiano medico chirurgo ed omeopatico dubbi non ce ne sono e l’omeopatia viene già utilizzata per curare molte patologie.

L’omeopatia è la seconda medicina al mondo, milioni di persone la usano, viene usata per le malattie degenerative, infiammatorie, croniche, fino a patologie tumorali.

È una medicina al pari di quella tradizionale. Su una patologia acuta è più semplice l’utilizzo della medicina tradizionale ma su quelle croniche, oggi più numerose, l’omeopatia è efficace.

Questo risulta da lavori cost effectiveness, l’ultima dell’università di Berlino su 4 mila pazienti curati con l’omeopatia che hanno dimostrato un miglioramento del quadro sintomatologico del 50% negli adulti e un’abbattimento del 50% delle spese di diagnostica e farmaci. Inoltre negli ultimi 20 anni ci sono state tre metanalisi che hanno dimostrato che l’omeopatia non è placebo e ha un effetto clinico.

Quali sono le metanalisi fatte per capire se l’omeopatia funziona o no

Le metanalisi a cui fa riferimento Magnetti sono quella di J.Kleijnen nel British Medical Journal, February 9, 1991, J.P. Boissel «Critical literature review on the effectiveness of homoeopathy: overview of data from homoeopathic medicine trials» pubblicata in: Homoeopathic Medicine Research Group e K.Linde «Are the Clinical Effects of Homeopathy Placebo Effects? A Meta-analysis of Placebo-Controlled Trials» pubblicata nelle rivista Lancet nel 1997.

L’omeopatia per Magnetti cura tutte le forme allergie, asmatiche, asma bronchiale nei bambini, malattie autoimmunitarie, allevia gli effetti collaterali della chemioterapia, come nausea e vomito.

Sono terapie personalizzate, diamo una rosa di rimedi ed è fondamentale un approccio di tipo interpretativo personalizzante: le nostre visite possono durare un’ora e mezza per capire bene la persona che abbiamo di fronte.

Ne possono fare uso tutti: bambini, adulti e anziani, sono una percentuali risibile le persone che non rispondono a questo tipo di terapie.

Non tutti la pensano allo stesso modo in omeopatia funziona o no

Più scettico è Roberto Pedretti direttore IRCCS Maugeri di Pavia che comprende allergologia, endocrinologia, oncologia, medicina del dolore.

Delle evidenze scientifiche sull’omeopatia ci sono, tuttavia siccome oggi ci muoviamo sulla base dell’evidence based medicine, su studi randomizzati e controllati e su metanalisi, in particolare quest’ultime non hanno ancora chiarito se gli effetti siano significativamente superiori rispetto al placebo.

Bisogna acquisire conoscenze più solide: l’effetto placebo è una realtà ci sentiamo meglio ma non sappiamo se l’effetto è rilevante, se questi rimedi curino o meno.

Non mi sento di dire che l’omeopatia non funziona ma credo che ci siano ancora ampi margini di discussione su quanto funzioni.

Conferma che tutti possono far ricorso all’omeopatia, dai bambini agli anziani, ma le perplessità per Pedretti rimangono, c’è dibattito sull’efficacia anche tra gli stesi omeopati.

Cosa dice il sito del ministero della salute sulla funzione dell’omeopatia ?

Mentre è difficile rintracciare informazioni chiare sul sito del Ministero della Salute italiano, su quello americano c’è un decalogo che può essere utile per capire come comportarsi: non sostituire i rimedi omeopatici alle medicine tradizionali e non tardare a rivolgersi a un medico quando si è malati.

In caso di vaccinazioni, non tardare, negli adulti come nei bambini, e seguire il calendario. In caso di gravidanza o di cure a bambini prima di prendere farmaci omeopatici consultare un medico.

Infine informare il proprio medico se si fanno uso di questi prodotti.

È importante chiarire che nei medicinali omeopatici non c’è alcuna approvazione dell’Aifa perché non effettua una valutazione dell’efficacia del prodotto al pari degli altri farmaci prima dell’entrata in commercio.

Il rischio che le persone si curino male o ritardino trattamenti più efficaci per Pedretti con questi rimedi c’è ma il fatto che in Italia solo i medici siano autorizzati a prescriverli è una garanzia.

Omeopatia funziona o no ?

I ricercatori dello studio in oggetto hanno pubblicato un articolo nel quale concludono: “Ci sono deboli evidenze per uno specifico effetto dei rimedi omeopatici, ma forti evidenze per gli specifici effetti degli interventi convenzionali.

Questo risultato è compatibile con la nozione che gli effetti clinici dell’omeopatia siano effetti placebo“.

Omeopatia e medicina convenzionale

Si apre il dibattito e troviamo il parere di un omeopata che obbietta: “L’omeopatia molto spesso risulta migliore della medicina convenzionale, come dimostrano diversi studi, uno uscito solo qualche mese fa ha indicato che l’omeopatia è di circa il 50 per cento più efficace dei trattamenti convenzionali.”

A questo fa seguito l’illuminata sentenza dello stimatissimo professor Silvio Garattini il quale punta il dito contro le autorità che permettono il commercio e la vendita dei prodotti omeopatici dal momento che sostiene, “è difficile che niente faccia qualcosa”.

Le fazioni si scontrano sull’efficacia del farmaco omeopatico piuttosto che allopatico ma tutti sembrano concordare su alcuni errori fondamentali e a mio avviso, tanto drammatici quanto ignorati.

Tutti sembrano d’accordo sul fatto che un farmaco da solo possa curare.

Sono davvero tutti d’accordo sul fatto che sia possibile “misurare” l’efficacia di un farmaco.

Tutti sembrano d’accordo sul fatto che il placebo sia una sostanza inerte, inutile.

Davvero tutti sembrano concordare sul fatto che ciò che non può essere misurato sia poco utilizzabile.

Medicina e cultura

In tutte le culture la medicina è costituita da un sistema cognitivo condiviso che spiega la malattia in termini comprensibili e in una relazione con un guaritore delegato dalla società.

Questo significa, senza scomodare i massimi sistemi che la medicina è molto di più di un farmaco.

Dibattere sul fatto che un farmaco funzioni e l’altro no è come disquisire se una cascata appartenga o meno al fiume che la genera.

Effetto placebo?

Gli studi più accreditati sull’effetto placebo ci ricordano che questo è a tal punto onnipresente da far ritenere inaffidabili gli studi controllati che non lo tengano in considerazione: ogni trattamento agisce anche come effetto placebo e la risposta del paziente varia secondo la potenza che il paziente attribuisce alla terapia che è convinto di ricevere.

E per finire, veniamo al niente, cioè al vuoto.

La filosofia perenne, ogni saggio di tutti i tempi, ogni essere minimamente dedito all’esperienza interiore sa e afferma che la vera natura è il vuoto, dal vuoto sgorga il profumo della nostra essenza, dal vuoto sgorga la poesia del nostro anelito creativo, dal vuoto sgorga il lampo intuitivo della comprensione autentica e l’amore per l’oggetto amato.

La nostra cultura sembra vedere, riconoscere, apprezzare, misurare solo il pieno.

Cos’è l’omeopatia ? L’omeopatia funziona o no ?

L’omeopatia è una pratica inventata nell’Ottocento da un medico tedesco, Samuel Hahnemann, che sostiene si possa stimolare la forza vitale dell’organismo per raggiungere la guarigione dalle malattie.

Questa pratica si basa sulla teoria dei simili (“il simile cura il simile”), secondo cui per curare un sintomo bisognerebbe assumere una sostanza che ne provochi uno affine (un bruciore si dovrebbe trattare con una sostanza che provoca ugualmente bruciore, come il peperoncino; l’insonnia, con una sostanza che provoca insonnia, come il caffè, e così via).

Il secondo elemento su cui si basa l’omeopatia è la diluizione. Il principio attivo quindi viene diluito diverse volte in acqua o alcol e poi spruzzato su globuli di zucchero (o in soluzioni liquide).

Per gli omeopati, anche se una sostanza non esiste più a livello chimico, l’acqua nella quale è diluita “ricorda”, per una sorta di “memoria” le caratteristiche di quella sostanza.

Più la sostanza di partenza è diluita e più, sempre secondo le teorie alla base dell’omeopatia, sarebbe potente.

Le succussioni omeopatiche, omeopatia funziona o no ?

Per attivare il preparato sarebbe infine necessario lo scuotimento, per decine di volte, del flacone che contiene la soluzione omeopatica (questa procedura si chiama “succussione” o “dinamizzazione”).

La diluizione dei preparati omeopatici è talmente elevata (da poche diluizioni a centinaia o migliaia) da non avere più traccia del principio attivo di partenza nel prodotto finale.

D’altronde, per legge, un prodotto per essere venduto come omeopatico non deve contenere più di un centesimo della più piccola dose utilizzata nelle medicine prescrivibili, e quindi, per legge, non può essere venduto un prodotto che contenga un dosaggio di principio attivo farmacologicamente efficace.

L’omeopatia funziona davvero ?

Sebbene vi siano pubblicazioni di vari studi, allo stato attuale non ci sono prove scientifiche né plausibilità biologica che dimostrino la fondatezza delle teorie omeopatiche (quella dei simili, la succussione o l’utilità delle diluizioni per potenziare i rimedi) secondo i canoni classici della ricerca scientifica.

Infatti, diversi studi condotti con una metodologia rigorosa hanno evidenziato che nessuna patologia ottiene miglioramenti o guarigioni grazie ai rimedi omeopatici.

Nella migliore delle ipotesi gli effetti sono simili a quelli che si ottengono con un placebo (una sostanza inerte).

D’altra parte sarebbero numerose le testimonianze personali che riferiscono di successi terapeutici dovuti all’omeopatia, ma questi potrebbero essere facilmente spiegabili con l’effetto placebo, con il normale decorso della malattia o con l’aspettativa del paziente.

L’effetto placebo è conosciuto da tempo, ha una base neurofisiologica nota e funziona anche su animali e bambini, ma il suo uso in terapia è eticamente discutibile e oggetto di dibattito.

D’altra parte, i presunti meccanismi di funzionamento dell’omeopatia sono contrari alle leggi della fisica e della chimica.

Anche l’annuncio di un ricercatore francese di aver scoperto una prova dell’esistenza della “memoria dell’acqua”, nel 1988, venne smentito da un esperimento di controllo, mentre i suoi risultati non sono mai più stati riprodotti da altri laboratori.

Lo studio, pubblicato su un’importante rivista scientifica, fu quindi ritirato. L’uso dell’omeopatia è un’abitudine molto limitata e in continua diminuzione, rappresenta infatti meno dell’uno per cento dei prodotti venduti in farmacia in Italia.

L’omeopatia è sicura?

Essendo una terapia basata su sostanze in quantità infinitesimali o inesistenti non vi sono rischi di effetti collaterali o pericolosi, ma sono comunque riportati eventi avversi gravi dovuti a errori di fabbricazione o contaminazione.

Curare con la sola omeopatia malattie serie può inoltre esporre a problemi ulteriori, anche gravi, perché può ritardare il ricorso a medicine efficaci e curative.

Come comportarsi e quali limiti ? Omeopatia funziona o no ?

In Italia l’omeopatia può essere praticata solo da medici chirurghi abilitati alla professione.

Questa norma non intende attribuire una base scientifica a questa pratica, ma solo garantire da una parte il diritto alla libertà di scelta terapeutica da parte del cittadino e dall’altro un uso integrativo e limitato alla cura di disturbi poco gravi e autolimitanti, evitando il rischio di ritardare una diagnosi più seria o che il paziente stesso sia sottratto a cure di provata efficacia.

In ogni caso, il medico deve specificare che il prodotto non agisce su basi scientificamente provate e raccogliere il consenso da parte del cittadino, secondo quanto prescritto dall’articolo 15 del Codice di Deontologia Medica.

Cosa dice la Legge?

L’Ordine dei Medici è ente sussidiario dello Stato e deve rispettare e far rispettare le normative vigenti.

L’omeopatia è ricompresa tra le “medicine non convenzionali” (MNC) così come definite dalle Risoluzioni n. 75/1997 del Parlamento Europeo e n. 1206/1999 del Consiglio d’Europa, risoluzioni con le quali le istituzioni europee hanno invitato gli Stati membri ad affrontare i problemi connessi all’utilizzo delle medicine non convenzionali in modo da garantire ai cittadini la più ampia libertà di scelta terapeutica, assicurando loro il più alto livello di sicurezza e di corretta informazione.

Sono questi i livelli in cui collocare l’attività dei medici e degli Ordini.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità, con la risoluzione WHO 56.31 del 28 maggio 2003, ha poi spinto gli Stati membri a formulare e implementare politiche e regolamenti nazionali nel campo delle medicine non convenzionali, con particolare attenzione alla formazione del personale.

Cosa dice il Codice Deontologico ?

Il Codice di Deontologia Medica, nel testo approvato nel 2014, regolamenta l’esercizio delle medicine non convenzionali all’articolo 15.

Art. 15 Sistemi e metodi di prevenzione, diagnosi e cura non convenzionali

Il medico può prescrivere e adottare, sotto la sua diretta responsabilità, sistemi e metodi di prevenzione, diagnosi e cura non convenzionali nel rispetto del decoro e della dignità della professione.

Risulta che il medico non deve sottrarre la persona assistita a trattamenti scientificamente fondati e di comprovata efficacia.

Il medico garantisce sia la qualità della propria formazione specifica nell’utilizzo dei sistemi e dei metodi non convenzionali, sia una circostanziata informazione per l’acquisizione del consenso.

Inoltre il medico non deve collaborare né favorire l’esercizio di terzi non medici nelle discipline non convenzionali riconosciute quali attività esclusive e riservate alla professione medica.

Il Consiglio Nazionale del 24 marzo 2018 ha accolto la richiesta del Presidente Anelli di istituire una commissione che riveda la posizione della FNOMCeO in tema di omeopatia.

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