Omeopatia funziona

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L’omeopatia funziona davvero ? Su che basi svolge la sua funzione ? Come agisce l’omeopatia sul nostro corpo, funziona ?

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La Medicina Omeopatica sfrutta la capacità dell’organismo di reagire in modo uguale e contrario ad un qualsiasi stimolo gli venga somministrato. Di seguito capiremo insieme se l’omeopatia funziona davvero.

Contrariamente a quanto si pensa, perciò, la Legge dei Simili, principio cardine della Medicina Omeopatica, non trova la sua applicazione esclusivamente con delle sostanze diluite: essa anzi ha un valore universale.

Pensiamo ad uno stimolo meccanico. Se cerchiamo di trascinare verso di noi una persona afferrandola per un braccio, appena lasciata la presa essa balzerà all’indietro per la resistenza che cerca di opporre al nostro gesto.

Qualcosa di analogo avviene con un suono: una luce intensissima non è in grado di coprire lo stormire delle fronde di un bosco, cosa che riesce prontamente ad un rumore appena più forte.

Questo è il significato del motto Similia similibus curantur (i simili saranno curati dai simili) già indicato da Ippocrate, padre della Medicina classica. assieme al suo opposto Contraria contrariis curantur come strategia adatta a curare.

Lo stesso fenomeno vale anche per le sostanze chimiche: gli oppiacei come morfina ed eroina inducono nel paziente sintomi quali analgesia (assenza di dolore), serenità eccessiva, stipsi e miosi (contrazione della pupilla), mentre la sindrome d’astinenza, cioè la reazione che subentra nell’organismo al cessare del loro effetto, si presenta con sintomi esattamente opposti: dolori violenti, grande ansia, diarrea e midriasi (dilatazione pupillare).

La Legge dei Simili non ha perciò in sè nulla di rivoluzionario, eretico o “magico”.

L’Omeopatia non è altro che la scienza e l’arte che consente di stimolare l’organismo verso la propria guarigione grazie ad un uso intelligente di questo principio universale.

Diluizione fondamentale in omeopatia per capire se funziona

Per praticare l’Omeopatia non è dunque concettualmente indispensabile ricorrere a dosi diluite.

I primi tentativi di cura con questo metodo furono anzi condotti utilizzando quantità considerevoli di medicamenti.

I risultati sperimentali dimostrarono che il paziente guariva passando però attraverso una fase iniziale
di inopportuno aggravamento a causa della sommazione degli effetti del rimedio omeopatico con quelli della malattia naturale.

La decisione di diluire le sostanze somministrate venne introdotta proprio al fine di ridurre queste sofferenze.

Il paradosso omeopatico alla base della sua funzionalità

Mediante esperimenti successivi si arrivò a scoprire il vero paradosso omeopatico: i rimedi si dimostrano capaci di funzionare anche a diluizioni estremamente elevate.

Si ottengono dei risultati terapeutici perfino spingendo questo processo all’estremo, ben oltre al limite oltre cui è impossibile trovare ancora una sola molecola della sostanza originaria nel solvente.

Come se ciò non bastasse l’azione del rimedio diviene più profonda e duratura quanto più elevata è la diluizione, a patto che esista una forte somiglianza fra i sintomi del paziente e quelli della sostanza.

La Medicina Omeopatica si serve insomma della Legge dei Simili per consentire al malato di generare salute dall’ interno di sè stesso.

Essa utilizza dei rimedi che, pur diluiti ripetutamente fino a perdere il soluto originario, ne conservano l’informazione.

Questi fatti contrastano con ogni logica apparente e con l’attuale modello scientifico che vede la biochimica al centro delle vicende degli organismi viventi.

Ce n’è abbastanza per giustificare un’ostilità livorosa e senza esclusione di colpi che non trova uguali nella storia della medicina.

Le cose, in omeopatia, non sono sempre come appaiono

Del resto Claude Bernard, che per ironia della sorte è stato il fondatore della moderna Medicina Sperimentale, amava ripetere: “Un fatto può contraddire una teoria, ma mai il contrario”.

E nel mondo dell’Omeopatia di fatti se ne trovano davvero tanti, se solo si ha la l’onestà intellettuale di volerli prendere seriamente in esame uscendo dal rassicurante recinto dei luoghi comuni e del facile dileggio da bar.

Le ricerche a supporto della Medicina Omeopatica sono sempre più numerose e documentate.

Possiamo (e dobbiamo!) discutere se davvero un solvente possa veicolare una informazione anche in assenza del soluto originario, ma per favore la si smetta con la solita banale storiella dell’acqua fresca.

Il vero problema è capire se è corretto continuare a credere che la chimica e la biochimica siano l’unico modello possibile per curare gli esseri viventi o se si possa scomodare anche la fisica, come affermato la Medicina Omeopatica e confermato da un numero crescenti di ricerche scientifiche.

Del resto nessun detrattore si scandalizza del fatto che un hard disk possa fare da supporto per milardi di informazioni senza che la propria composizione chimica ne sia stata minimamente modificata.

Ben venga la discussione informata e rispettosa: lo scetticismo è un requisito fondamentale della scienza.

Il problema è semmai il pregiudizio, che invece ne rappresenta un grossolano tradimento.

Ed è a mio avviso solo questo ad impedire di avere l’umiltà di approfondire lo studio di un settore tanto stimolante e ricco di implicazioni.

Anche perchè due secoli di storia e l’esperienza di chi quotidianamente lavora con serietà ed impegno dicono che l’Omeopatia funziona, e lo confermano molti pazienti con i relativi referti specialistici, strumentali e di laboratorio.

Curare significa installare nell’organismo la risorsa mancante

La Medicina Omeopatica si serve della Legge dei Simili per consentire al malato di generare salute dall’ interno di sè stesso.

I rimedi che utilizza sono sovente privi del principio attivo originario conservandone però l’informazione.

Questo concetto viene fortemente criticato da buona parte della scienza ufficiale, ma le ricerche che ne confermano la veridicità sono sempre più numerose e documentate.

Possiamo discutere sulla possibilità che un solvente possa veicolare una informazione utile per curare un organismo, ma per favore la si smetta con la solita banale storiella dell’acqua fresca.

Il problema è capire se sia corretto ritenere che la chimica e la biochimica siano l’unico modello possibile per curare gli esseri viventi o se si possa scomodare anche la fisica, come affermato la Medicina Omeopatica e confermato da un numero crescenti di ricerche scientifiche.

Ben venga la discussione informata e rispettosa: lo scetticismo è un requisito fondamentale della scienza. Il problema è semmai il pregiudizio, che invece ne è la tomba.

Ed è a mio avviso solo questo ad impedire di avere l’umiltà di approfondire lo studio di un settore tanto stimolante e ricco di implicazioni.

Anche perchè due secoli di storia e l’esperienza di chi quotidianamente lavora con serietà ed impegno dicono che l’Omeopatia funziona, e anche molto bene.

Le potenzialità dell’Omeopatia

Chi può trarre beneficio dalla Medicina Omeopatica ? Ma l’omeopatia funziona ?

Questa strategia terapeutica, da sola o in associazione con quella convenzionale o con altre terapie, può dare un aiuto molto tangibile in diverse malattie.

Grazie alla duttilità della Legge dei Simili su cui si basa essa è spesso indicata anche in pazienti difficilmente curabili perchè affetti da disturbi bizzarri e non classificabili.

Spesso può guarire tendenze costituzionali profonde su cui i farmaci hanno solo un effetto palliativo.

L’Omeopatia si rivela sovente un prezioso aiuto anche in soggetti con problematiche emotive o esistenziali e per lo Psicoterapeuta che li segue.

Come si comportano in omeopatia le persone con disturbi psicologici ?

Molte persone pur non accusando veri disturbi psicologici procedono nella vita per così dire “col freno a mano tirato” a causa di aspetti caratteriali o difficoltà interiori che ne condizionano a volte in modo considerevole l’esistenza.

Capita sovente che un paziente rivoltosi al medico per trovare sollievo da un singolo disturbo guarisca da altri sintomi fisici o da aspetti ben più importanti della propria personalità che non immaginava di poter affrontare o di cui non era nemmeno consapevole.

In soggetti con disturbi psicologici o esistenziali un sintomo superficiale può assumere perciò in questi casi il ruolo di una sorta di prezioso “cavallo di Troia ” che consente alla persona una cura ben più incisiva.

Dopo oltre venticinque anni di esperienza quotidiana posso testimoniare l’efficacia dell’Omeopatia (se necessario in associazione con la Medicina Convenzionale o con altre terapie) in diverse condizioni acute e croniche, con una ricaduta positiva sulla salute delle persone, sul numero di giornate di malattia e sulla spesa del Servizio Sanitario.

Credo che l’Omeopatia, se praticata correttamente e senza settarismi nel rispetto delle sue indicazioni, sia un’arma preziosa nell’arsenale della Medicina.

L’Omeopatia funziona ma quali sono i suoi limiti

Non credo che abbia ragion d’essere una vera contrapposizione frontale fra Medicina Omeopatica e Convenzionale.

Sono orgoglioso della mia sudata laurea in Medicina e Chirurgia e ho la massima stima verso i miei Colleghi, con diversi dei quali ho un rapporto di fattiva collaborazione.

L’Omeopata è semplicemente un medico che in presenza delle corrette indicazioni sceglie di stimolare il meccanismo di guarigione interno del paziente anzichè sostenerne l’insufficienza dall’esterno con un farmaco.

E’ suo compito selezionare la migliore strategia terapeutica per ciascuno dei suoi pazienti secondo scienza e coscienza.

Con buona pace dei detrattori, questo sistema medico funziona, eccome, ma presenta dei limiti di cui occorre tenere conto.

L’omeopatia non funziona per tutto

Essa non è ad esempio indicata nel caso di malattie chirurgiche nè in quelle in cui la distruzione di un organo o di un tessuto richieda una terapia con un farmaco salvavita. In questi casi può porsi semplicemente al servizio di quella Convenzionale svolgendo un ruolo di supporto, oppure cedendole il passo.

Questo nulla toglie al fatto che il rimedio omeopatico possa a volte ristabilire parzialmente una funzione d’organo mettendo lo Specialista nelle condizioni di ridurre il dosaggio dei farmaci tradizionali.

Esistono anche circostanze in cui è necessario ricorrere ai medicamenti nel superiore interesse del paziente perchè i risultati tardano a venire: del resto uno dei principali limiti della Medicina risiede nella preparazione e nell’esperienza del medico che la pratica, e l’Omeopatia non fa certo eccezione.

Sono profondamente convinto che questa disciplina se praticata da un medico competente sia una potente freccia nella grande faretra della Medicina ed una sua preziosa risorsa.

Come funziona l’omeopatia ?

La comunità scientifica si divide in due tra favorevoli oppure strenui oppositori dell’omeopatia. Come pazienti, prima di esprimere ogni opinione, è bene approfondire l’argomento.

Omeopatia: sì o no? Effetto placebo o reale? La comunità scientifica si divide in due: favorevoli e strenui oppositori, chi afferma che funziona e chi dice che è solo acqua e zucchero.

Prima di esprimere ogni opinione è bene conoscere l’argomento.

Quindi come funziona l’omeopatia ?

Sui terreni scivolosi è sempre meglio fare passi piccoli con le attrezzature necessarie. E noi partiamo dalle definizioni del Ministero della Salute:

Si definisce medicinale omeopatico ogni medicinale ottenuto a partire da sostanze denominate materiali di partenza per preparazioni omeopatiche o ceppi omeopatici, secondo un processo di produzione omeopatico descritto dalla farmacopea europea o, in assenza di tale descrizione, dalle farmacopee utilizzate ufficialmente negli Stati membri della Comunità europea; un medicinale omeopatico può contenere più sostanze.

Un medicinale omeopatico ha la denominazione scientifica del ceppo o dei ceppi omeopatici o in mancanza di questa la denominazione scientifica del materiale o dei materiali di partenza per preparazioni omeopatiche o altra denominazione figurante in una farmacopea, accompagnata tra parentesi dalla denominazione propria della tradizione omeopatica seguita dal grado di diluizione”.

Dal linguaggio dell’ufficialità si deduce che nell’omeopatia ci sono delle preparazioni a partire da un materiale di partenza, con differenti gradi di diluizione. Bene. Quali sono i “materiali” di partenza e quali le diluizioni?

L’omeopatia utilizza per i propri rimedi sostanze di origine minerale, vegetale e più di rado animale.

I passaggi successivi per la preparazione di un rimedio omeopatico sono la diluizione e la dinamizzazione del materiale di origine: la diluizione elimina la potenziale tossicità delle sostanze impiegate, mentre la dinamizzazione conferisce energia al preparato, ovvero ciò che costituisce la base di azione del rimedio.

Diluizione: in omeopatia, secondo gli insegnamenti del fondatore Hahnemann (1755-1843), medico tedesco, la diluizione avviene comunemente con acqua secondo un fattore di 10, 100 o di 50.000.

Le diluizioni effettuate con passaggi decimali si chiamano «decimali» e si indicano con «D» o con «X».

Queste diluizioni che avvengono con passaggi centesimali si chiamano «centesimali» e si indicano con «CH», dove «C» sta per «centesimale» e «H» è l’iniziale di Hahnemann: in epoche successive si preferirono le diluizioni cinquantamillesimali, indicate con la numerazione romana «LM».

Le diluizioni più in uso in omeopatia sono la 4, la 5, la 7, la 9, la 15, la 30, la 60, la 100 e la 200 CH; le LM più comuni sono la 6, la 18 e la 30 LM.

Dinamizzazione: consiste nello scuotimento del prodotto diluito, effettuata per almeno 100 volte in senso verticale, con movimenti netti, veloci e di distanza di circa 20 centimetri.

La maggior parte delle aziende ora utilizza appositi apparecchi per la dinamizzazione dei prodotti omeopatici; vi sono produttori che invece prediligono la preparazione manuale, sostenendone la maggiore efficacia.

Sinonimo di dinamizzazione è «potenza»: le basse potenze agiscono maggiormente sui tessuti in rapida crescita, in particolare le mucose, la pelle; le medie potenze sui muscoli per esempio; le alte potenze sull’apparato endocrino, il sistema nervoso periferico; le altissime potenze prevalentemente sul sistema nervoso centrale.

Ma l’omeopatia funziona?

Facciamo due premesse:

  • Per legge solo i medici possono prescrivere i rimedi omeopatici.
  • I medicinali omeopatici riportano sulla confezione esterna la seguente dicitura: “medicinale omeopatico” seguita dalla frase “senza indicazioni terapeutiche approvate”. Ciò significa che nessuna valutazione dell’efficacia del prodotto è stata effettuata dall’autorità competente (AIFA).

Per i suoi sostenitori, l’omeopatia funziona sulla base del “similia similibus curantur”, il simile cura il simile e nonostante l’apparente contraddizione, alcune prove cliniche dimostrano la validità di tale strategia.

La medicina omeopatica utilizza una sostanza naturale che, data a un soggetto sano, provoca gli stessi sintomi che presenta il soggetto malato in qual momento.

Come funziona l’azione dell’omeopatia ?

L’azione dell’omeopatia è quindi più simile all’azione di un vaccino: si somministrano sostanze simili all’agente che produce quel tipo di malattia, per stimolare una reazione che va a rinforzare le difese dell’organismo favorendo la guarigione o prevenendo la patologia.

L’omeopatia mette in primo piano il malato e non la malattia, proponendosi di curare non tanto la patologia in sé quanto il “terreno” su cui la malattia sta agendo ovvero un disequilibrio dell’energia vitale dal quale emergono i sintomi.

Gli omeopati dedicano molto tempo al paziente, soffermandosi sugli aspetti psicologici, caratteriali; sotto questo aspetto l’omeopatia migliora il rapporto medico-paziente in maniera radicale, curandone la dimensione umana.

Come si struttura un prodotto omeopatico ?

Il prodotto omeopatico è diluito molte volte; per questo, l’efficacia della terapia omeopatica è ancora molto discussa, poiché in netto contrasto con la strategia della medicina “ufficiale” che presuppone, invece, l’assunzione di un principio attivo, concentrato e non diluito.

Questa peculiarità rende l’omeopatia praticamente immune da effetti collaterali (cui la moderna farmacologia è pesantemente gravata), dall’altro pone molti dubbi sulla sua scientificità, dato che spesso si utilizzano diluizioni talmente elevate da azzerare, nella sostanza, il contenuto del rimedio originario.

D’altro canto, la moderna farmacologia è indispensabile e molto efficace nelle condizioni di emergenza, dove si tratta di salvare la vita ma spesso ha poca efficacia; direttamente o per eccesso di effetti collaterali; nel trattamento di patologie complesse come per esempio malattie autoimmuni, allergiche, gastrointestinali, le malattie della pelle.

Nella maggior parte dei casi l’omeopatia non è utilizzata come medicina alternativa ma di supporto, in associazione alle medicine tradizionali.

Un intervento omeopatico riuscirebbe quindi a migliorare le condizioni generali del paziente anche in caso di assunzione cronica di farmaci.

Medicina Omeopatica: come agisce ?

Da sempre si è discusso molto in merito al meccanismo d’azione dei medicinali omeopatici.

Ad oggi l’ipotesi più accreditata fa riferimento al fenomeno dell’ormesi, la cui dimostrazione ventennale è riportata su tutti i più moderni libri di farmacologia e secondo la quale l’efficacia di un farmaco dipende qualitativamente e quantitativamente dalla sua concentrazione: quasi sempre si osserva che una sostanza che presenta effetti inibitori ad alte concentrazioni presenta altresì effetti stimolatori a basse concentrazioni, un effetto cioè del tutto opposto.

Sebbene si debba fare ancora piena chiarezza su questo argomento, esistono diverse istituzioni che si occupano di ricerca clinica in ambito non convenzionale, come l’Homeopathy Research Institute dove si possono trovare numerosi riferimenti bibliografici necessari per approfondire la tematica.

Un ulteriore importante segnale è dato dalla World Health Organization (anche nota come OMS, organizzazione Mondiale della Sanità), il cui rapporto intitolato The WHO Traditional Medicine Strategy 2014-2023 (disponibile anche in italiano) e redatto da un team di esperti, sollecita l’integrazione delle medicine complementari nei sistemi sanitari nazionali facilitandone l’accesso a tutti.

Le diverse stratgie per capire se l’omeopatia funziona

Le strategie definite in questo documento puntano a supportare gli Stati membri nello sviluppo di politiche fattive e di piani di azione che rafforzino il ruolo delle medicine tradizionali e complementari nel garantire la salute della popolazione.

Dunque, è la stessa OMS a riconoscere un ruolo importante alle medicine non convenzionali, tra cui l’Omeopatia, che propongono un diverso approccio alla malattia e alla persona.

Non è sicuramente una novità, visto che l’OMS ha dato da tempo segnali di apertura nei confronti delle medicine tradizionali e non convenzionali, ma si tratta di un ulteriore tentativo di integrare sempre di più tali approcci con la medicina convenzionale per cercare di curare la persona nella sua globalità e come individuo.

L’Omeopatia, infatti, prevede una prescrizione terapeutica individualizzata, pensata cioè per il singolo: ogni prescrizione è differente per tempi, modi e diluizioni.

Scopriamo insieme qualcosa in più su questa metodica terapeutica e sui vantaggi che derivano dall’utilizzo di medicinali omeopatici.

L’azione dell’Omeopatia è legata all’effetto placebo?

Il cosiddetto effetto placebo, ovvero una guarigione o un miglioramento determinato da un condizionamento psicologico del paziente, è sempre presente nel processo di guarigione indipendentemente dal fatto che sia stato assunto un farmaco allopatico o un medicinale omeopatico.

Una banale prova di questo? Sarà accaduto a tutti che a volte, anche solo il colloquio con un medico di fiducia, abbia determinato miglioramenti anche significativi.

Sebbene allo stato attuale non sia ancora chiaramente delineato il meccanismo di azione del medicinale omeopatico, l’efficacia delle cure omeopatiche è comprovata da evidenze e studi clinici anche nei lattanti e negli animali, entrambi difficilmente condizionabili da un punto di vista psicologico.

Quali sono i vantaggi di utilizzare medicinali omeopatici?

La scelta di iniziare un tipo di cura con medicinali omeopatici porta con sé diversi vantaggi, vediamo di seguito i principali:

  • potenziano il sistema immunitario diminuendo la frequenza di recidive ed il ricorso frequente ai farmaci tradizionali, consentendo, quindi, una riduzione dei costi sanitari;
  • sono privi di effetti collaterali perché utilizzano rimedi curativi basati su principi attivi che vengono fortemente diluiti;
  • proprio per questa loro caratteristica possono essere somministrati anche a donne in gravidanza, lattanti e bambini;
  • sono integrabili con le terapie convenzionali, in alternanza o in associazione, con l’obiettivo condiviso di ottenere la massima efficacia nel minor tempo.

Cos’è l’aggravamento omeopatico?

Quando si inizia una terapia omeopatica può succedere che si verifichi un iniziale aggravamento dei sintomi.

Esso è la misura concreta di quanto la cura stia agendo correttamente e stia mettendo in atto la sua azione terapeutica.

L’aggravamento omeopatico quindi consiste in un’esaltazione temporanea dei sintomi da curare, che si manifesta nella prima fase della terapia ed è di tipo terapeutico, nel senso che sta ad indicare l’inizio di un percorso terapeutico favorevole.

L’aggravamento omeopatico è un condizione che non si verifica frequentemente e, ad ogni modo, è assolutamente transitoria.

Generalmente tale aggravamento temporaneo nelle malattie acute si manifesta quasi subito e dura poche ore, mentre nelle malattie croniche si manifesta più o meno tardivamente e dura qualche giorno.

La situazione relativa al suo presentarsi, alla sua durata ed alla sua entità è però piuttosto articolata.

Tutto è strettamente legato, in misura proporzionale, a diversi fattori individuali (come sempre in campo omeopatico), quali ad esempio:

  • la reattività e sensibilità dell’organismo allo stimolo del medicinale omeopatico;
  • la profondità della patologia o del disturbo (acuto, sub-acuto, cronico);
  • il livello d’azione terapeutica (drenaggio, lesionale, funzionale, generale, mentale, diatesico);
  • la diluizione del medicinale (bassa, media, alta, altissima);
  • le caratteristiche intrinseche del medicinale, ed altro ancora.

Nel caso in cui l’aggravamento sia particolarmente spiacevole per il paziente, ma ancora sopportabile, si potranno momentaneamente allungare i tempi delle somministrazioni.

L’aggravamento omeopatico è sempre autolimitante e non va confuso con un aggravamento persistente segno di una malattia in progressione.

La mancata comparsa dell’aggravamento omeopatico, inoltre, non significa che la cura prescritta non sia ugualmente efficace.

Come sempre, però, in caso di dubbi è sempre necessario rivolgersi al proprio medico.

Cos’è davvero l’omeopatia ?

L’omeopatia è un sistema di cura alternativo alla medicina convenzionale, ideato e sviluppato nel 1790 dal medico tedesco Samuel Hahnemann a partire dalla convinzione che i simili sono curati dai simili.

Per definire il suo metodo di cura, Hahnemann coniò il termine omeopatia dal greco omios (somigliante/simile) e pathos (sofferenza/malattia).

Secondo Hahnemann, una qualunque sostanza, che assunta in dosi ponderali da un soggetto sano può causare segni e sintomi patologici, è in grado, se somministrata in dosi estremamente diluite, di curare un soggetto malato con quegli stessi segni e sintomi patologici.

Schematizzando si può dire che l’omeopatia si basa su tre principi.

Principio dei simili

Secondo il principio dei simili (Similia similibus curantur), qualunque sia la causa dei sintomi di cui soffre una persona, questa servirà anche come cura dei sintomi.

Questo implica che la malattia può essere curata da una sostanza che se venisse somministrata a soggetti sani produrrebbe sintomi identici a quelli che si vogliono curare.

Principio delle dosi infinitesimali

L’effetto dei simili sarebbe potenziato dalla ripetuta diluizione della sostanza in acqua. In base alla diluizione i rimedi omeopatici vengono divisi in tre categorie:

  • a bassa diluizione, ovvero dalle diluizioni decimali sino alla settima centesimale;
  • a media diluizione, ovvero dalla settima centesimale alla trentesima centesimale;
  • ad alta diluizione, ovvero dalla trentesima centesimale in su.

Le “diluizioni decimali hahnemanniane” hanno un rapporto sostanza/soluzione di uno a dieci, cioè per ogni parte della sostanza curativa ci sono dieci parti di acqua.

Queste diluizioni si indicano con la sigla D seguita dal numero di diluizioni operate; per esempio, D6 indica un numero di sei diluizioni nel rapporto di uno a dieci. Quanto più viene diluita una sostanza tanto più potente dovrebbe essere il rimedio.

Esempio pratico per capire se l’omeopatia funziona

Ad esempio: se si prende una sola goccia di una sostanza e la si miscela con 99 gocce di acqua si ottiene una diluizione “centesimale”.

Una goccia di centesimale unita ad altre 999 gocce di acqua produce una diluizione 2 centesimale, indicata come 2C; in questo modo si avrà una miscela con il 99,99% di acqua e lo 0,01% della sostanza attiva.

Procedendo di questo passo si può arrivare sino a diluizioni 6C o 30C e oltre. Alla diluizione 12C si supera il limite di Avogadro, cioè il punto in cui è probabile che nella miscela non vi sia alcuna traccia della sostanza di partenza.

Esiste anche la possibilità di diluizioni 1: 50.000, perciò dette cinquantamillesimali, contrassegnate dalla sigla LM.

Principio della dinamizzazione

Secondo Hahnemann una vigorosa agitazione e percussione del flacone in cui è contenuta la diluizione omeopatica (succussioni, ovvero scuotimenti, in senso verticale) farebbe aumentare in maniera importante la potenza del rimedio.

Prendendo spunto da ciò che faceva Hahnemann (si dice che battesse per 100 volte il contenitore del rimedio sulla Sacra Bibbia), a ogni passaggio di diluizione, il preparato va sottoposto anche al processo di dinamizzazione.

Questo procedimento avrebbe lo scopo di sprigionare la qualità e la potenzialità energetica della sostanza medicamentosa (in omeopatia si parla tradizionalmente di “rimedio”).

L’omeopatia moderna ipotizza che questo processo di potenziamento permetta all’acqua di diluizione di mantenere la memoria o le vibrazioni della sostanza originale.

Rimedi omeopatici

Per preparare i rimedi omeopatici che si trovano in commercio (in questo articolo abbiamo fatto chiarezza sull’Oscillococcinum), possono essere usate sostanze di varia origine: vegetale, animale, minerale, chimica.

Il processo di preparazione segue i principi tradizionali della diluizione e della dinamizzazione descritti in precedenza.

Nella preparazione di rimedi omeopatici di origine vegetale si parte solitamente dalla tintura madre.

Si tratta di una preparazione che si ottiene mettendo a macerare una quantità definita di una pianta medicinale, fresca o secca, in una miscela di acqua e alcool.

I processi progressivi di diluizione (decimali o centesimali) cui viene sottoposta la tintura madre, ognuno intervallato da succussioni (o dinamizzazioni), fanno sì che nei rimedi omeopatici della pianta medicinale originale rimanga ben poco.

Le teorie di Hahnemann e il mondo scientifico “convenzionale”

Il mondo medico ufficiale è ancora molto lontano dall’accettare le teorie di Hahnemann.

Molti scienziati ritengono che credere ai principi dell’omeopatia equivalga a gettare alle ortiche 200 anni di ricerche e avanzamenti nel campo della biologia, farmacologia, chimica e fisica.

Le critiche più severe riguardano proprio le teorie della diluizione e della dinamizzazione per lo sprigionamento della potenza farmaceutica, e quella della “memoria dell’acqua”.

Nessuna di queste teorie è stata ancora confermata con le sperimentazioni tipiche della scienza moderna.

D’altro canto i medici favorevoli all’omeopatia sostengono che non è stato possibile confermare la veridicità delle teorie di Hahnemann, perché non sono state svolte ricerche sufficientemente approfondite sugli effetti delle soluzioni ultra-diluite sui sistemi biologici (su singole cellule, sull’animale, sul corpo umano).

Omeopatia: funziona davvero?

L’omeopatia viene usata in tutto il mondo per curare disturbi di vario genere. I medici che la praticano e le persone che la utilizzano sostengono con fermezza l’efficacia dei rimedi omeopatici.

In letteratura si trovano testimonianze positive anche a proposito dell’uso dei rimedi omeopatici negli animali.

Dall’analisi complessiva dei risultati delle varie ricerche effettuate fino a ora, però, non si possono trarre conclusioni definitive che permettano di rispondere «si» alla domanda «funziona l’omeopatia?».

Questo vale sia per il suo utilizzo sull’uomo che per quello sull’animale.

Per il mondo medico ufficiale il senso di miglioramento che molte persone dichiarano di percepire durante un trattamento omeopatico sarebbe dovuto esclusivamente a un effetto placebo.

Cioè all’effetto psicologico di rassicurazione che deriva dal fatto di assumere qualcosa che siamo convinti che ci farà guarire.

Per i sostenitori dell’omeopatia, la mancanza di prove certe a sostegno della efficacia dei rimedi omeopatici sarebbe dovuta alla inadeguatezza dei metodi di studio che sono stati usati.

Secondo loro, i metodi di ricerca della medicina convenzionale, in cui vengono coinvolti gruppi di pazienti molto simili per le caratteristiche generali e per il tipo e l’intensità della malattia, sono poco adatti per valutare un trattamento fortemente personalizzato come quello omeopatico.

Detrattori e sostenitori sono quindi in posizioni ancora contrapposte.

Certo è che, alla luce delle conoscenze disponibili a oggi, ottenute con i metodi di ricerca della medicina convenzionale, non ci sono ancora prove scientifiche sufficienti per affermare con certezza che i preparati omeopatici funzionano davvero.

Informazioni sui rimedi omeopatici, funzionano davvero ?

In Italia i rimedi omeopatici registrati con procedura semplificata non possono vantare nessuna azione terapeutica.

Per poter affermare che un prodotto omeopatico ha una efficacia terapeutica si deve procedere a una registrazione con procedura “non semplificata” secondo le norme indicate dagli articoli 8, 10, 11, 12, 13 e 14 del DL 24 aprile 2006 n. 219.

In questo caso a conferma dell’efficacia del prodotto devono essere portati i risultati di prove farmaceutiche e i risultati di test pre clinici e clinici.

Visto che spesso le aziende non dispongono di dati di questo tipo, la gran parte dei prodotti viene registrata con procedura semplificata.

Attribuire attività terapeutiche a un prodotto registrato con procedura semplificata è considerato pubblicità ingannevole.

I problemi con la pubblicità e con quanto si dichiara sull’etichetta del prodotto sono alla base anche di quanto accaduto negli Stati Uniti nel 2012, alla maggiore delle case produttrici di rimedi omeopatici.

Risvolti in omeopatia funziona

L’azienda era stata accusata di pubblicità ingannevole da un’associazione di consumatori statunitensi (molte persone si erano messe insieme per fare una denuncia collettiva, cioè una class action).

Il giudice ha riconosciuto che le scritte sulle confezioni di alcuni prodotti, molto noti e diffusamente venduti, erano ingannevoli perché nei prodotti stessi non erano contenuti principi attivi efficaci contro le malattie cui si faceva riferimento nell’etichetta.

L’azienda ha scelto di patteggiare e chiudere la class action pagando ai consumatori un risarcimento di 5 milioni di dollari.

L’azienda è stata anche costretta a dichiarare nelle etichette dei suoi prodotti che sia il metodo di diluizione sia il prodotto stesso non sono mai stati valutati e approvati dalla Food and Drug Administration (Agenzia per la sicurezza dei cibi e dei farmaci statunitense).

Il libero arbitrio nella scelta delle cure

In particolare negli ultimi dieci anni è cresciuta molto la consapevolezza dei pazienti di quanto sia importante essere informati sui propri problemi di salute ed essere partecipi del processo di decisione delle cure.

Parlando dei bambini è indispensabile che i genitori abbiano ben chiari i rischi e i benefici di ogni decisione terapeutica che viene presa.

Il pediatra (attenendosi a ciò che si conosce sulla base di regole scientifiche convenzionali) deve informare chiaramente mamma e papà di quanto si sa realmente sull’efficacia dei rimedi omeopatici.

Un’informazione completa, libera da pregiudizi e obiettiva, permette ai genitori di fare scelte realmente autonome, razionali e consapevoli.

Se dopo essere stato adeguatamente informato su ciò che realmente ci si può attendere dalla omeopatia, un genitore sceglie di curare il figlio con un rimedio omeopatico, la sua scelta va rispettata, salvo che non sussistano condizioni di rischio per la salute.

Quando usare un farmaco omeopatico può essere un problema, l’omeopatia non sempre funziona

Per tutto quanto si è detto in precedenza, decidere di usare l’omeopatia, come terapia isolata, può non essere la scelta appropriata in certi momenti della vita e per determinati problemi di salute.

Il National Center for Complementary and Integrative Health degli USA ha pubblicato delle indicazioni di prudenza che è saggio seguire:

  • Non usare l’omeopatia per rimpiazzare un trattamento convenzionale di provata efficacia.
  • Se per un determinato problema di salute esiste un trattamento medico di provata efficacia e sicuro, non è prudente sostituirlo con un rimedio omeopatico prima di utilizzare un rimedio omeopatico è meglio parlarne con il medico curante.
  • Ciò in particolare se si è in gravidanza, si sta allattando o se chi deve assumere il prodotto è un bambino non usare l’omeopatia per sostituire i trattamenti immunizzanti convenzionali (non c’è alcuna certezza né per gli adulti né per i bambini che i rimedi omeopatici funzionino come vaccini).

Cosa ha fatto il programma EPI3 per l’omeopatia e la sua funzione ?

Questo ampio studio farmacoepidemiologico, è stato condotto tra il 2006 e il 2012. Ha coinvolto 825 ambulatori di medicina generale e 8.559 pazienti francesi, con l’obiettivo di valutare i risultati dei trattamenti omeopatici prescritti per diverse patologie.

Nel particolare, si sono studiati gli effetti dei prodotti omeopatici per tre tipologie di disturbi. Quelle per cui più spesso ci si rivolge ai medici di famiglia:

  • infezioni respiratorie
  • dolori muscolari o alle ossa
  • problemi di sonno ansia e depressione.

I medici che hanno partecipato allo studio erano liberi di prescrivere solo farmaci convenzionali, solo omeopatici o entrambi.

A seconda delle diagnosi o delle opportunità di cura ritenute migliori per la salute dei pazienti.

Il confronto dei risultati per capire se l’omeopatia funziona

Confrontando i risultati, è apparso che il decorso di queste malattie è simile, sia se il medico utilizza prodotti omeopatici; da soli o abbinati a farmaci convenzionali; sia se non lo fa. In poche parole, non sono emerse differenze in termini di efficacia terapeutica, sia nel caso il paziente venisse trattato solo con medicinali tradizionali, sia se ricevesse un trattamento misto e sia se si curasse solo con la medicina omeopatica.

Le scoperte del programma EPI3

Dopo aver seguito i pazienti per un anno per valutare l’evoluzione clinica, la tipologia dei medicinali assunti e gli effetti collaterali, si è visto come, chi fosse in cura da medici esperti in omeopatia, avesse lo stesso tipo di decorso di coloro trattati con farmaci convenzionali.

Per i malati di infezioni delle vie respiratorie, il miglioramento è risultato del tutto simile, con la differenza che i pazienti trattati con l’omeopatia hanno assunto molti meno antibiotici (-57%).

Nel caso dei dolori muscoloscheletrici, pur ottenendo gli stessi risultati terapeutici, i pazienti seguiti da medici omeopatici o da medici con pratica mista, hanno ridotto il consumo di antinfiammatori (-46%) e di analgesici (-67%).

Infine, per il gruppo dei disturbi del sonno, ansia e depressione, a fronte di un miglioramento clinico corrispondente, i pazienti trattati con medicina omeopatica o mista, hanno mostrato un calo nel consumo di benzodiazepine (-71%).

Se ne deduce quindi, che gli strumenti terapeutici a disposizione di medici e farmacisti possono essere molteplici e che l’omeopatia rappresenta uno di questi.

Per altro efficace e con risultati interessanti, per i singoli pazienti e anche per la salute pubblica in generale.

Due parole sui rimedi omeopatici

I rimedi omeopatici sono ottenuti diluendo in acqua per un numero elevatissimo di volte, un principio attivo derivante da sostanze animali, vegetali e minerali. In realtà le diluizioni sono talmente alte, che è praticamente impossibile ritrovare molecole del principio attivo nella diluizione.

Cos’è l’omeopatia e qual è la sua funzione ?

L’omeopatia è una pratica inventata nell’Ottocento da un medico tedesco, Samuel Hahnemann, che sostiene si possa stimolare la forza vitale dell’organismo per raggiungere la guarigione dalle malattie.

Questa pratica si basa sulla teoria dei simili (“il simile cura il simile”), secondo cui per curare un sintomo bisognerebbe assumere una sostanza che ne provochi uno affine (un bruciore si dovrebbe trattare con una sostanza che provoca ugualmente bruciore, come il peperoncino; l’insonnia, con una sostanza che provoca insonnia, come il caffè, e così via).

Il secondo elemento su cui si basa l’omeopatia è la diluizione. Il principio attivo quindi viene diluito diverse volte in acqua o alcol e poi spruzzato su globuli di zucchero (o in soluzioni liquide).

Per gli omeopati, anche se una sostanza non esiste più a livello chimico, l’acqua nella quale è diluita “ricorda”, per una sorta di “memoria” le caratteristiche di quella sostanza.

Più la sostanza di partenza è diluita e più, sempre secondo le teorie alla base dell’omeopatia, sarebbe potente.

Come si attivano i rimedi omeopatici che funzionano

Per attivare il preparato sarebbe infine necessario lo scuotimento, per decine di volte, del flacone che contiene la soluzione omeopatica (questa procedura si chiama “succussione” o “dinamizzazione”).

La diluizione dei preparati omeopatici è talmente elevata (da poche diluizioni a centinaia o migliaia) da non avere più traccia del principio attivo di partenza nel prodotto finale.

D’altronde, per legge, un prodotto per essere venduto come omeopatico non deve contenere più di un centesimo della più piccola dose utilizzata nelle medicine prescrivibili, e quindi, per legge, non può essere venduto un prodotto che contenga un dosaggio di principio attivo farmacologicamente efficace.

L’omeopatia funziona?

Sebbene vi siano pubblicazioni di vari studi, allo stato attuale non ci sono prove scientifiche né plausibilità biologica che dimostrino la fondatezza delle teorie omeopatiche (quella dei simili, la succussione o l’utilità delle diluizioni per potenziare i rimedi) secondo i canoni classici della ricerca scientifica. Infatti, diversi studi condotti con una metodologia rigorosa hanno evidenziato che nessuna patologia ottiene miglioramenti o guarigioni grazie ai rimedi omeopatici.

Nella migliore delle ipotesi gli effetti sono simili a quelli che si ottengono con un placebo (una sostanza inerte).

D’altra parte sarebbero numerose le testimonianze personali che riferiscono di successi terapeutici dovuti all’omeopatia, ma questi potrebbero essere facilmente spiegabili con l’effetto placebo, con il normale decorso della malattia o con l’aspettativa del paziente.

Effetto placebo in omeopatia

L’effetto placebo è conosciuto da tempo, ha una base neurofisiologica nota e funziona anche su animali e bambini, ma il suo uso in terapia è eticamente discutibile e oggetto di dibattito.

D’altra parte, i presunti meccanismi di funzionamento dell’omeopatia sono contrari alle leggi della fisica e della chimica. Anche l’annuncio di un ricercatore francese di aver scoperto una prova dell’esistenza della “memoria dell’acqua”, nel 1988, venne smentito da un esperimento di controllo, mentre i suoi risultati non sono mai più stati riprodotti da altri laboratori.

Lo studio, pubblicato su un’importante rivista scientifica, fu quindi ritirato. L’uso dell’omeopatia è un’abitudine molto limitata e in continua diminuzione, rappresenta infatti meno dell’uno per cento dei prodotti venduti in farmacia in Italia.

L’omeopatia è sicura ? Funziona davvero ?

Essendo una terapia basata su sostanze in quantità infinitesimali o inesistenti non vi sono rischi di effetti collaterali o pericolosi, ma sono comunque riportati eventi avversi gravi dovuti a errori di fabbricazione o contaminazione.

Curare con la sola omeopatia malattie serie può inoltre esporre a problemi ulteriori, anche gravi, perché può ritardare il ricorso a medicine efficaci e curative.

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