Dinamizzazione omeopatica

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Cos’è la dinamizzazione omeopatica ? Perchè si devono dinamizzare i rimedi omeopatici ? Quanta energia viene fornita durante la dinamizzazione omeopatica ?

Dinamizzazione omeopatica omeopatia.altervista.org
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Oltre alla diluizione, le tecniche utilizzate per la produzione di rimedi omeopatici sfruttano un secondo elemento di importanza fondamentale, la dinamizzazione detta anche potenziamento. Ma in cosa consiste la dinamizzazione omeopatica ?

La dinamizzazione consiste nello scuotimento del prodotto diluito, da effettuarsi per almeno 100 volte in senso verticale, con movimenti netti, veloci e di breve distanza, circa 20 centimetri.

Attualmente, per ovvie ragioni, la maggior parte delle aziende utilizza appositi apparecchi per la dinamizzazione dei prodotti omeopatici. Vi sono ancora produttori che prediligono la preparazione manuale, sostenendone la maggior efficacia.

La preparazione dei prodotti omeopatici consiste in passaggi successivi, nei quali una sostanza di base come può essere l’arsenico; ad esempio, viene dapprima diluita e successivamente dinamizzata.

In cosa consiste la dinamizzazione omeopatica ?

La dinamizzazione è forse la fase più importante del processo di preparazione dei rimedi omeopatici. Consiste in un’azione di forte agitazione e di percussione del flacone; in cui è contenuto la diluizione omeopatica, in genere le succussioni avvengono in senso verticale.

Un medicamento omeopatico per essere considerato tale deve derivare da una sostanza deconcentrata o diluita e dinamizzata. Hahnemann scoprì che quando sottoponeva ogni diluizione ad energico scuotimento, s’incrementava il suo potere terapeutico, potere che cresceva aumentando le diluizioni e le corrispondenti dinamizzazioni.

Il termine dinamizzazione scelto da Hahnemann deriva dal greco “Dynamos”, che vuol dire energia. In tutti i testi di tecnica omeopatica si sottolinea come un medicamento preparato con diluizioni successive della sostanza di partenza; senza aver effettuato la dinamizzazione tra una diluizione e l’altra risulti privo di qualsiasi efficacia terapeutica.

Termine dinamizzazione significato ed etimologia

Il termine dinamizzazione deriva dal greco dinamis ovvero forza, energia, potenza; per cui il termine significa il termine in se indica il conferimento di energia ad una determinata sostanza, soluzione o diluizione di una certa sostanza.

Ciò che caratterizza le soluzioni omeopatiche, è il fatto di essere molto diluite, cosa che però da sola non sarebbe sufficiente.

È necessario infatti che le famose boccettine, con una determinata diluizione, subiscano anche un numero variabile di succussioni o scosse; che vengano cioè agitate, o con le mani, o con macchinari di tipo industriale che comunque portano allo stesso risultato. Il trasferimento di energia a quella soluzione che così diventa dinamizzata.

La dinamizzazione omeopatica seconodo Hahnemann

Le succussioni canoniche che vengono impresse sono pari a 100, prendendo spunto da quelle effettuate dallo stesso Hahnemann, che come si racconta; soleva sbattere 100 volte il suo contenitore sulla Sacra Bibbia.

Ad ogni passaggio di diluizione deve seguire una dinamizzazione. La dinamizzazione conferisce al rimedio il potere omeopatico, il comunemente detto quid energetico; in concordanza con la legge di similitudine, che costituisce la base d’azione del rimedio.

Questo è il motivo per cui molti autori, riferendosi ad un rimedio, preferiscono parlare di dinamizzazione piuttosto che di diluizione.

Un sinonimo di dinamizzazione, molto usato dalla scuola tedesca ed anglosassone, è il termine potenza, proprio a ricordare il potere energetico posseduto dal rimedio omeopatico.

In Italia è consuetudine utilizzare solo il termine diluizione in quanto si da per scontato che avviene un processo di dinamizzazione omeopatica tra una diluizione ed un altra.

Dinamizzazione omeopatica o potenziamento

In omeopatia conta maggiormente la dinamizzazione della diluizione, poiché la diluizione toglie semplicemente la potenziale tossicità delle sostanze impiegate. Mentre la dinamizzazione conferisce alla diluizione il tanto discusso quid energetico, che costituisce la base di azione del rimedio.

Ecco il motivo per il quale in omeopatia, quando ci si riferisce ad un prodotto, in genere, si parla di esso in termini di dinamizzazione e non di diluizione.

Le dinamizzazioni si possono dunque dividere in :

  • basse ovvero le dinamizzazioni sino al 9
  • medie ovvero quelle comprese fra il 10 e il 15
  • alte quelle superiori al 30 sino al 200
  • altissime le dinamizzazioni superiori al 200

Un sinonimo di dinamizzazione è il termine potenza, usato soprattutto dalla scuola tedesca e anglosassone.

Le basse potenze o dinamizzazioni agiscono maggiormente sui tessuti in rapida crescita, in particolare le mucose, la pelle, il midollo osseo e il territorio gastrointestinale in generale.

Le medie potenze sui muscoli, il fegato, il rene, l’osso, le cartilagini.

Le alte potenze sull’endocrino, il sistema nervoso periferico, l’innervazione neurovegetativa, i nuclei sotto corticali e in parte sul sistema nervoso centrale.

Le altissime potenze prevalentemente sul sistema nervoso centrale nelle sue funzioni più elevate.

E’ importante ricordare la necessità di dinamizzare il rimedio omeopatico ogni volta prima di assumerlo, nel caso di assunzione ripetuta del rimedio nella stessa giornata o in giorni successivi.

Come si può spiegare tutto ciò ? Le dinamizzazioni hanno fondamento scientifico ?

Le esperienze che confrontano l’efficacia del placebo, cioè di sostanze che non hanno nessun principio attivo, con le soluzioni omeopatiche a pazienti che non sanno qual è l’uno e qual è l’altro, evidenziano una maggiore risposta, seppur minima, nel gruppo che utilizza la diluizione omeopatica.

E una volta riconosciuto il soddisfacimento del principio primum non nocere, dobbiamo dire che anche la medicina tradizionale per molti anni ha utilizzato farmaci come la digitale e l’aspirina senza conoscerne il meccanismo d’azione.

Nel caso dei rimedi omeopatici, non può essere un limite alla comprensione di questo meccanismo d’azione, né la diluizione, molti ormoni che regolano importanti funzioni dell’organismo, hanno concentrazioni bassissime come le diluizioni omeopatiche, nei rimedi omeopatici dopo una certa diluizione non si ha neanchè più traccia di un singolo atomo di soluzione originaria, né la dinamizzazione.

L’agitazione infatti trasmette energia cinetica, cioè legata al movimento, alla molecola della soluzione rendendola più uniformemente distribuita, più disponibile ad entrare in contatto con determinati recettori dell’organismo, e di conseguenza più facilmente assimilabile.

Secondo Benveniste, che alcuni anni fa pubblicò su Nature i risultati di un esperimento che fece molto scalpore, è possibile che le molecole dell’acqua in cui è disciolta la sostanza, acquistino una determinata configurazione spaziale, o orientamento specifico della stessa, per così dire una memoria.

Lo stesso autore ritirò poi la pubblicazione dopo le obiezioni portate avanti dalla comunità scientifica.

Secondo invece le moderne vedute della fisica quantistica, per cui la stessa materia non è altro che una particolare concentrazione di campi energetici, non è così irrazionale pensare che anche deboli frequenze elettromagnetiche, come quelle emesse da poche molecole, possano interagire con campi energetici di maggiore entità, innescando fenomeni sia pure non facilmente comprensibili.

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