Omeopatia funzionale

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Cosa si intende con omeopatia funzionale ? Perchè è importante questo termine ? Cosa identifica il termine omeopatia funzionale e come si può procedere ?

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Per Medicina Funzionale si intende una medicina che studia la funzione di un organo o di un sistema. Il termine “disturbo funzionale” può essere utilizzato sia in presenza, sia in assenza di danni o di compromissioni organiche. Stesso ragionamento vale per l’omeopatia funzionale.

Spesso alterazioni della funzione di un organo non corrispondono ad alterazioni morfologiche rilevabili e non sempre con alterazioni dei parametri biologici dell”organo stesso.

Sovente il proprietario si presenta con il proprio animale perché nota alcuni sintomi o anomalie di comportamento che poi non trovano riscontro alla visita clinica tradizionale o agli esami.

L”attento studio del paziente può consentire di mettere in correlazione segni o sintomi, che apparentemente sono difficilmente collegabili, ma in realtà lo sono eccome alla luce della Medicina funzionale e dell”Omeopatia di risonanza.

La Medicina Funzionale e l’omeopatia funzionale si basa sulla considerazione di :

  • fenomeni fisiologici e patologici
  • terreno organico in cui possono svilupparsi determinate patologie
  • agenti eziologici delle malattie
  • connessioni derivanti dallo studio della Medicina Tradizionale Cinese
  • connessioni derivanti dallo studio dell”Omeopatia

principali relazioni tra organi bersaglio ed organi correlati agli organi bersaglio in modo da comprendere a fondo lo spostamento della malattia o approfondimento della stessa all”interno dell”organismo.

Come per il campo dell”umana, anche in veterinaria la Medicina funzionale è una medicina prevalentemente empirica, intuitiva e deduttiva.

La Medicina Funzionale dà una particolare importanza all”accumulo di tossine o scorie metaboliche in alcuni tessuti o distretti come fonte primaria di disturbi e malattie.

La sede anatomica dove si accumulano in maggiore quantità le scorie è il Mesenchima, che viene definito nel modo seguente:

  • Sezione di transito tra il sistema capillare e le cellule parenchimali, connessa con il sistema nervoso autonomo, ormonale e linfatico, costituita da una matrice in cui sono disciolte le varie sostanze ed in cui sono immerse le varie cellule e terminazioni nervose.

Pischinger in omeopatia fununzionale

L”intuizione della Medicina Funzionale può essere riassunta dalle parole di Pischinger: “Essenzialmente il concetto di cellula è un”astrazione morfologica. Considerato dal punto di vista biologico, non può essere accettato scollegato dall”ambiente vitale della cellula stessa”

La visione proposta dalla Medicina Funzionale è quella di una biologia dinamica e sistemica, rielaborazione moderna della vecchia medicina umorale, in contrapposizione alla visione statica della teoria della cellula di Virchow e a quella della medicina morfologica correntemente adottata.

Il soffermarsi sullo studio delle variazioni omeostatiche del microambiente extracellulare spiega perché tali teorie si siano rapidamente diffuse nel mondo omeopatico sempre molto attento agli effetti sui sistemi biologici di microvariazioni dei sistemi omeostatici.

Cambio di punto di vista e concezione mentale in omeopatia

Fino ad oggi, anche e soprattutto come conseguenza degli studi universitari, siamo abituati a considerare la malattia come la cosa da affrontare terapeuticamente come un soldato deve affrontare il nemico.

La nostra medicina moderna è chiaramente la Medicina dei contrari; lo scopo è di opporsi alle tendenze morbose organiche per ritornare allo stato di salute che corrisponde alla scomparsa dei sintomi. (si riscontra la febbre, si somministra un anti-piretico, si ottiene la “non-febbre” identificata con la guarigione).

Questa medicina è il derivato della seconda guerra mondiale: un soldato malato è un soldato inutilizzabile ed inutile.

Non deve stare male e nel caso fosse così deve poter stare bene nel più breve tempo possibile. Per riuscire a muoversi, a spostarsi, non deve più avere la febbre o i dolori che lo rendono inabile.

Questo è senz”altro un ottimo scopo ed un ottimo risultato…. ma a che prezzo?! A prezzo di tutto quell”insieme di problemi che possono derivare da una terapia effettuata con farmaci allopatici che prendono il nome di “effetti collaterali”.

Chiariamo un po’ di concetti

È chiaro che se durante le epidemie di peste del 1600 fossero esistiti gli antibiotici non si sarebbero avute tutte quelle migliaia di morti, come poi ha smesso di accadere dopo la scoperta della penicillina.

Non sono certo qui a voler criticare l”utilizzo degli antibiotici e non è mia intenzione, ma pensiamo per esempio a quante insufficienze renali irreversibili ha causato l”uso indiscriminato di antidolorifici, che da un lato è vero che ci fanno stare subito meglio, ma dall”altro ci possono far sorgere tutta una serie di malattie iatrogene di cui una volta non si sospettava nemmeno la possibilità.

Si deve cambiare livello, punto d”osservazione, prospettiva, si deve cambiare punto d”osservazione.

Ci si accorgerà sicuramente di poter notare molti altri particolari che prima, per quanto si fosse osservato tutto con molta attenzione, non si fosse assolutamente notato.

Questo ci consentirà non più di considerare solo la malattia ma, come dicono l”Omeopatia e la MTC, di prendere in considerazione il Malato (ciò vale per l”uomo ma anche per gli animali e tutti gli esseri viventi).

Riepilogando

Tutto questo discorso non vuole essere una critica alla medicina ufficiale, tradizionale, universitaria, ma vuole ricordare a tutti che esistono altri livelli di conoscenza, di analisi, di controllo, di osservazione e di terapia.

L”una non esclude l”altra, il Medico deve usare tutte le sue conoscenze per curare il Malato nel modo migliore possibile al di là di tutti i pregiudizi e i retaggi che ci portiamo dietro a volte a costituire una vera e propria zavorra che ci rende “pesanti” nel pensare e nell”agire e non liberi e leggeri come, in effetti, dovremmo sempre essere.

Hahnneman ha sviluppato l”Omeopatia nel 1700 ma questo tipo di terapia, non dimentichiamoci, risale a molto tempo prima, all”India, probabilmente agli stessi tempi che hanno visto la nascita della Medicina Tradizionale Cinese e i primordi dell”Agopuntura. Anche questi tipi di medicina, definiti “energetici” tengono in considerazione il Malato come essere unico e globale, da curare nel suo insieme.

L”essere vivente (l”uomo in particolare) è posto a metà strada tra l”energia cosmica del Cielo e l”energia della Terra.

L”uomo deve lasciare fluire questa energia dentro di sé, utilizzandola ma anche lasciandola andare in modo da evitare cicli energetici definiti “perversi” che lo porterebbero alla malattia.

Omeopatia e medicina tradizionale cinese

Omeopatia e Medicina Tradizionale Cinese hanno sicuramente un”origine simile e molto vicina l”una all”altra. Nel momento in cui si acquisiscono ulteriori conoscenze è nostro dovere tentare di applicarle nella nostra vita professionale in modo da “integrarle” una con le altre.

È chiaro che ai nostri tempi è impensabile avvicinarsi ad un malato solo empiricamente come poteva fare l”Omeopatia del 1700; è nostro dovere utilizzare tutti i mezzi diagnostici a nostra disposizione per effettuare una diagnosi corretta ma che deve sempre tenere in considerazione il malato come un “tutto” unico e non smembrato in parti.

Molto utile a questo proposito è la concezione del ciclo energetico della Medicina Tradizionale Cinese che ha portato alla formulazione della legge dei cinque elementi. (Acqua, Legno, Fuoco, Terra, Metallo).

L”Acqua nutre il Legno che alimenta il Fuoco, che è contenuto all”interno della Terra e che è in grado di sciogliere il Metallo, che è contenuto anch”esso all”interno della Terra per trasformarlo di nuovo in liquido cioè Acqua e quindi ricominciare il ciclo.

Come funziona la medicina tradizionale cinese

In Medicina Tradizionale Cinese l”Acqua corrisponde ai Reni, il Legno al Fegato, il Fuoco al Cuore, la Terra alla Milza-Pancreas (per i Cinesi organo unico), il Metallo ai Polmoni. Ogni organo (Yin) ha un viscere corrispondente (Yang) che lo pone in comunicazione con l”esterno e quindi ai Reni corrisponde la Vescica, al Fegato la Vescica biliare, al Cuore l”Intestino tenue, al Milza-Pancreas lo Stomaco, ai Polmoni il Grosso intestino.

Ognuno di questi organi o viscere fornisce energia a quello che lo segue nel ciclo energetico ed è in grado di controllare, modulandolo, quello ancora seguente.

Risulta evidente che con questa concezione ogni sistema o organo è in stretta correlazione con gli altri e che qualsiasi modificazione fisiologica o patologica che venga ad interessare un organo interesserà inesorabilmente gli altri organi in maniera più o meno marcata a seconda dei loro rapporti energetici.

La terapia che verrà impostata dovrà tenere conto di tutti questi fattori in modo da arrivare allo scopo ultimo e cioè quello di curare il Malato.

Omeopatia funzionale di risonanza

La risonanza è un fenomeno fisico in base al quale una struttura o un sistema che entra in contatto con una vibrazione ondulatoria, pari alla frequenza di vibrazione propria del sistema, risponde con una ondulazione di uguale lunghezza d”onda ma di maggiore ampiezza.

Il dott. H. Shimmel con l”aiuto delle tecniche VRT (Vega test) teorizzò che singoli rimedi omeopatici potevano avere relazioni di risonanza con strutture organiche (organi, cellule e loro strutture, microrganismi).

Inoltre potè mettere in relazione di risonanza le strutture cellulari sane con singole potenze decimali di rimedi omeopatici specifici e determinati.

L”Omeopatia di Risonanza (o Omeorisonanza) espleta la sua azione attraverso l”associazione di più rimedi che, malgrado non siano sempre conformi con la repertorizzazione classica, presentano specificità per l”organo o la funzione e la conseguente patologia da trattare in base alle loro relazioni di risonanza.

Fu necessario andare a ricercare quale fosse la componente ondulatoria determinante la risonanza.
Le principali indicazioni ci sono state fornite da H. Frohlich con i suoi studi sulla membrana cellulare e sui biofotoni.

Esiste un differente assetto elettrico tra l”interno e l”esterno della membrana cellulare: la concentrazione di ioni potassio è superiore all”interno della cellula rispetto all”esterno e questo è dovuto all”attività delle pompe ioniche presenti nella membrana.

Differenza di potenziale in omeopatia

La differenza di potenziale che si crea fra i due versanti è di circa 100 millivolt. Essendo lo spessore della membrana cellulare di circa 10-6 cm., l”intensità di campo risulta essere di 100.000 volt/cm .

Le continue modificazioni che avvengono a livello della membrana inducono singole parti della stessa a vibrare.
Frohlich ha calcolato in valori tra i 1011 e 1012 Hz. la frequenza di tale ondulazione.

I primi studi relativi ai biofotoni e alla loro azione all”interno dell”organismo sono da attribuire al biologo russo A. Gurwitsch (1926-1959).

Egli osservò che se si poneva la radice di un bulbo con divisioni cellulari a stretto contatto con una radice di un altro bulbo, dopo un breve periodo anche quest”ultima radice iniziava a manifestare divisioni cellulari; la cosa però non avveniva se tra le due radici veniva frapposta una lastra di vetro che non lasciava passare i raggi UV.

In base a ciò, a quel tempo, Gurwitsch formulò la teoria dell”esistenza di una radiazione citogenetica nella banda degli UV.

Omeopatia funzionale in Italia

Nel 1955 in Italia un gruppo di fisici ricercatori riuscì a rilevare, con l”ausilio di fotomoltiplicatori, l”esistenza di una radiazione nella gamma ottica proveniente da germogli di cereali.

Le radiazioni cellulari furono sempre più studiate fino ad arrivare agli studi di F.A. Popp che ha dimostrato e confermato che:

  • esiste una radiazione fotonica ultradebole che si manifesta in tutti gli organismi viventi e la sua rilevanza sembra aumentare con il grado di evoluzione degli organismi stessi
  • la sua intensità è estremamente debole ma la sua coerenza è elevatissima e questa da la specificità del messaggi elettromagnetico
  • le intensità massime di radiazione e le loro frequenze di emissione sono specifiche per ogni specie vivente

In base ai risultati ottenuti ed alle osservazioni fatte risulta quindi che i biofotoni non sono solamente connessi all”attività di tipo mitotico ma sono prodotti dal normale funzionamento della cellula sana e vengono a costituire un importante e velocissimo sistema informativo sia intra- sia extra-cellulare.

Cosa crea una radiazione fotonica in omeopatia funzionale

La radiazione fotonica prodotta dalle strutture viventi ha un”emissione sincrona e coerente. Il risonatore chiave all”interno della cellula è costituito dalla catena del DNA.

A riprova di queste affermazioni è l”esperimento di Rattermeyer e Popp con il bromuro di etidio.

Questo è un colorante che si lega selettivamente alla catena del DNA, non solo ma è anche in grado di provocarne lo srotolamento in modo direttamente proporzionale alla sua concentrazione.

Se però si supera una certa concentrazione, quando la catena DNA è completamente srotolata questa comincia a riarrotolarsi nel senso opposto alla forma originaria.

Proprio in base a questo meccanismo i ricercatori osservarono che l”emissione fotonica aumentava in modo direttamente proporzionale alla concentrazione di BE ed allo srotolamento del DNA.

Con l”aumento ulteriore di concentrazione di BE l”emissione fotonica iniziava a diminuire in accordo con il riarrotolamento dell”elica di DNA.

Altri esperimenti segnanti

Un altro esperimento importante fu quello del Centro Ricerche Mediche dell”Università di Novosibirsk:
due palloni di vetro contenenti delle colture di fibroblasti di cui una infettata da virus, vengono unite tra di loro attraverso un diaframma di vetro, in seguito il diaframma di vetro viene sostituito da uno di quarzo che è permeabile ai fotoni.

I ricercatori notarono che finchè il diaframma era costituito da vetro le due colture si comportavano in modo indipendente l”una dall”altra.

Quando il diaframma venne sostituito da quello di quarzo si notò che la coltura sana iniziò a manifestare le lesioni tipiche dell”infezione virale.

Risultarono quindi due dati importanti:

  • l”esperimento venne ripetuto 10.000 volte e risultò positivo nell” 80% dei casi
  • segnali patogeni mediati da radiazioni fotoniche sono penetrate attraverso il quarzo dando segni di infezione della coltura sana senza trasmissione di virus o di sue particelle.

Vennero quindi dedotte due ulteriori osservazioni:

  • l”emissione di biofotoni è direttamente proporzionale al grado di salute del tessuto (i tessuti malati hanno scarsa emissione di biofotoni sia per l”alterata funzione metabolica, sia per il blocco del passaggio dei fotoni attraverso il mesenchima alterato)
  • i biofotoni agiscono come sistema informativo a distanza.

Per una legge della fisica le strutture che emettono radiazione coerenti e sincrone, come il laser, mantengono gli atomi in uno stato di eccitazione tale da continuare ad emettere radiazione fotoniche coerenti nel tempo.

La coerenza è l”allineamento in fase di fasci di onde con la stessa frequenza e lunghezza d”onda.

L”informazione elettromagnetica (laser) viaggia a distanza senza perdere o acquistare ulteriori informazioni durante il tragitto.

Un altro esperimento

Una sospensione di sabbia marina veniva illuminata attraverso un fotometro e si poteva rilevare che l”assorbimento della luce (scelta con lunghezze d”onda simili a quelle della radiazione ultradebole) che attraversava tale sospensione era di circa il 99,9%.

Se venivano posti dei germi di cetriolo vicino alla stessa sospensione si rivelava che quest”ultima tratteneva solo il 30% della radiazione fotonica e l”unica spiegazione di ciò risiede nell”eventualità che tali radiazioni possiedano un”elevata coerenza.

Tutto ciò comporta che, come nel caso del laser, il trasporto di energia avviene senza molte perdite, in quanto viene annullata la possibilità di interferenze, aumenta la possibilità di identificazione e migliora la capacità di trasformazione.

Quando una base nucleotidica del DNA assorbe della luce, la rimette in seguito emettendo un fotone e ritornando nello stato attivato.

A temperatura corporea però la base attivata si accoppia con la base vicina attivata anch”essa per formare una nuova unità che si chiama eccimero.

Questa nuova struttura è relativamente stabile ed emetterà il fotone che collega le due basi nel momento in cui sarà indotta dal passaggio di un fotone avente energia corrispondente alla differenza di energia tra stato attivato e normale dell”eccimero.

Il DNA agisce non solo come fonte ma anche come deposito di luce coerente.

Il DNA durante la fase diurna con l”esposizione alla luce si presenta più contratto per il fatto che la formazione di eccimeri porta ad un addensamento delle molecole.

La scarsità di fotoni porta invece ad un rilasciamento della catena del DNA. Queste continue oscillazioni della forma delle catene porta ad una ben determinata frequenza oscillatoria che costituisce una frequenza base fondamentale che è determinata dal proprio campo fotonico emesso.

In pratica una delle funzioni del DNA è quella di assorbire informazioni coerenti dall”ambiente esterno e di rimetterle con adeguata coerenza in seguito.

Questo comporta una grande importanza nell”equilibrio organico in quanto queste informazioni fotoniche servono per mantenere i contatti tra le varie strutture del corpo formando una e vera e propria “rete” informatica che preserva l”organismo da tutti i segnali di fondo incoerenti provenienti dall”esterno (onde elettromagnetiche) e dall”interno (microrganismi, metalli pesanti, pesticidi).

I rimedi di risonanza producono una liberazione di biofotoni in quantità variabile da parte di un tessuto in relazione:

  • alla specificità del farmaco per l”organo, la struttura cellulare o il microrganismo;
  • al grado di energia e quindi di benessere dell”organo interessato (più è funzionalmente sano, tanto maggiore sarà l”emissione fotonica

Questo flusso fotonico da aree più ricche verso aree in deficit energetico produce un effetto terapeutico aspecifico che si addiziona all”effetto terapeutico specifico del farmaco di risonanza.

Una funzione dell”omeopatia di risonanza è proprio quella di stimolare la liberazione di molti fotoni da parte dei tessuti sani per poter riequilibrare lo scompenso energetico dei tessuti malati proprio come nella medicina cinese dove con l”impiego dell”agopuntura si tenta di ottenere un riequilibrio tra i distretti con molta energia e quelli con scarsa energia.

Tutte le differenze tra omeopatia funzionale e medicina funzionale.

In realtà non è così: la medicina funzionale e l’omeopatia presentano numerose differenze e oggi vogliamo spiegartele nei dettagli.

La medicina funzionale è un approccio alla medicina orientato alla guarigione (e non solo al trattamento dei sintomi) del paziente.

Un medico esperto in medicina funzionale tiene conto della persona nella sua totalità, compresi tutti gli aspetti del suo stile di vita e i fattori che possono portare, o hanno portato, allo sviluppo di patologie.

In questo approccio la relazione terapeutica tra medico e paziente è fondamentale.

Un dottore con approccio alla medicina integrata analizza sia la malattia sia i fattori scatenanti di questa patologia, fornendo al paziente le opportune indicazioni per il raggiungimento della salute.

Come si deve intendere la salute in omeopatia funzionale ?

Ma la salute non viene vista come la semplice scomparsa dei sintomi. La salute è il raggiungimento di uno stato completo benessere psicofisico, ottenuto attraverso modificazioni intensive dello stile di vita.

Non si deve pensare che la medicina funzionale rifiuti le terapie convenzionali. Questo approccio alla medicina è basato su evidenze scientifiche e si avvale di tutte le strategie utili a garantire ai pazienti la completa salute.

Quali sono i benefici della medicina funzionale e quali terapie prevede?

La medicina convenzionale prevede la somministrazione di determinati farmaci al fine di trattare i sintomi di specifiche malattie. Esistono medicinali ben precisi per ogni malattia o, meglio, per il trattamento di ogni sintomo e questo approccio è perfetto per curare bisogni medici acuti o urgenti.

Ma il problema della medicina tradizionale è che prevede la diagnosi, l’analisi e il trattamento dei sintomi. È scarsamente orientata alla prevenzione e all’annullamento di tutti quei comportamenti scorretti che portano i pazienti a sviluppare malattie croniche.

La medicina funzionale, invece, analizza sia i sintomi che la condotta del paziente, ovvero il suo stile di vita, le sue abitudini, il suo status psicologico e tanto altro ancora.

Prende in considerazione tutti i fattori che hanno portato o possono potenzialmente portare allo sviluppo di patologie croniche.

Tale approccio alla medicina mira alla guarigione e al benessere totali del paziente, non alla risoluzione dei soli sintomi.

Per guarire davvero e per prevenire le patologie bisogna spesso cambiare abitudini e comportamenti scorretti (oltre che, naturalmente, attenuare i disturbi fisici causati dalla malattia).

Questo cosa comporta

Per questo motivo la medicina funzionale prevede la somministrazione di farmaci tradizionali con il supporto di terapie alternative e dell’adozione di uno stile di vita corretto.

Ogni prescrizione è completamente personalizzata da paziente a paziente.

Ecco, ad esempio, cosa può comprendere:

  • assunzione di farmaci idonei al caso al fine di placare i sintomi della malattia;
  • adozione di uno stile di vita sano (ad esempio un’alimentazione corretta, attività fisica costante, eliminazione dello stress e delle cattive abitudini come il fumo, l’alcool e altro ancora);
  • eventuale supporto psicologico;
  • rimedi non farmacologici come gli integratori fitoterapici e nutraceutici.

Può essere scontato pensare che i rimedi omeopatici sono sempre parte dei rimedi prescritti da un esperto di medicina funzionale, ma omeopatia e medicina funzionale non sono la stessa cosa.

Cos’è l’omeopatia ? Fa sempre parte dei rimedi prescritti da un medico funzionale ?

Vogliamo precisare che un esperto di medicina funzionale deve essere prima di tutto un medico. Infatti questo approccio prevede, tra le altre cose, una forte esperienza in campo medico-scientifico, la diagnosi di patologie e la prescrizione di analisi e di farmaci convenzionali.

Inoltre la terapia farmacologica, nella medicina funzionale, viene supportata da rimedi alternativi, di cui può far parte anche l’omeopatia.

L’omeopatia è una pratica della medicina alternativa che prevede l’utilizzo di microdosi di sostanze derivate da vegetali, minerali o animali al fine di stimolare la risposta naturale dell’organismo umano alle patologie.

Omeopatia funzionale un po’ di chiarezza

I preparati omeopatici, chiamati anche rimedi, sono realizzati mediante particolari procedimenti di diluizione-dinamizzazione. Vengono scelti seguendo una metodologia chiamata “legge dei simili”.

Questo principio si basa sull’ipotesi che una malattia si possa curare con la somministrazione di una sostanza che, in una persona sana, causa sintomi identici o simili alla patologia in questione.

L’omeopatia, dunque, si differenzia completamente dalla medicina funzionale.

La medicina funzionale è un approccio alla medicina che prevede l’analisi completa del paziente, la diagnosi della patologia attuale o potenziale e l’indagine sul suo stile di vita e sui fattori che possono provocare tale patologia.

Il rapporto medico-paziente è fondamentale al fine della prevenzione delle patologie o del raggiungimento della guarigione.

Questo approccio alla medicina prevede sia terapie convenzionali (al fine di trattare i sintomi), sia l’adozione di rimedi alternativi come i seguenti:

  • miglioramento dello stile di vita e dell’alimentazione;
  • terapie alternative differenti in base al singolo paziente. Tra queste possiamo citare come esempio gli integratori naturali fitoterapici, l’agopuntura, l’ozonoterapia e tanto altro ancora;
  • eventuali terapie psicologiche in particolar modo per migliorare la risposta allo stress, alla rabbia e ad altri fattori di disagio psico-fisico.

Pratica dell’omeopatia funzionale

L’omeopatia è una pratica della medicina alternativa che prevede la somministrazione di rimedi omeopatici volti a mitigare i sintomi di una patologia.

Questi rimedi sono realizzati mediante tecniche di diluizione-dinamizzazione di ben specifici prodotti naturali (di origine vegetale, minerale o animale) in piccolissime dosi.

Spesso i rimedi omeopatici vengono prescritti nella medicina come supporto ai farmaci tradizionali e alle altre terapie.

A differenza della medicina funzionale, comunque, l’omeopatia non si concentra in modo specifico sullo stile di vita del paziente. Nel nostro caso specifico, l’omeopatia non è parte integrante dell’approccio.

Per capire cos’è esattamente l’omeopatia si può partire dall’origine del nome: esso deriva dal greco “omòios” (simile) e “pathos” (malattia).

Le origini dell’omeopatia

Le origini dell’Omeopatia risalgono al 2500 a.C., quando i suoi principi furono enunciati dal medico greco Ippocrate da Kos.

Il fondatore della moderna omeopatia è il tedesco chimico e medico Samuel Hahneman (1755-1843). Egli enunciò il principio fondante dell’approccio omeopatico “similia similibus curantur” (“il simile viene curato con il simile”).

In base a tale principio, il farmaco omeopatico somministrato in un individuo sano provoca gli stessi sintomi che si vogliono trattare in un individuo malato.

Per curare un soggetto malato, dunque, occorre trovare un rimedio che riproduca i sintomi quanto più simili in un soggetto sano.

Al contrario della medicina tradizionale che si basa su un approccio di tipo allopatico, l’omeopatia ha unapproccio olisticoper il quale il corpo e la mente vengono considerati un’unica entità.

Cosa cura dunque l’omeopatia

L’omeopatia cura dunque considerando la costituzione morfo-funzionale di ogni soggetto che è caratterizzata da una serie di sintomi sia fisici che psichici.

Tali sintomi saranno diversi perché diverse saranno le personalità e le costituzioni di ogni malato.

Il medico omeopata in tal senso svolge un ruolo fondamentale: egli dovrà leggere i sintomi sulla base della personalità del paziente, considerando i suoi stati d’animo, le sue vicende passate, i traumi emotivi, la sua vita di relazione.

Nella medicina tradizionale il sintomo della malattia è l’elemento su cui ruota la cura e la scelta del farmaco che possa combattere la sua azione negativa ed eliminare il malessere del paziente.

In Omeopatia, invece, il sintomo non è l’obiettivo della cura maun segnale da interpretareper capire quale sia esattamente la sua funzione.

Un bravo omeopata non tenta mai di sopprimere il sintomo ma di indagarne le cause che hanno generato quello squilibrio.

Come si attua la visita omeopatica

La visita omeopatica è lunga e accurata: i sintomi della malattia vengono inquadrati anche in base alle loro modalità di espressione: miglioramenti, peggioramenti, disturbi psichici correlati.

L’Omeopatia si differenzia dalla medicina tradizionale anche per la natura dei rimedi. I rimedi omeopatici nella pratica utilizzano prodotti vegetali (piante, parti di piante, escrezioni di esse), prodotti animali (animali interi, parti di animali, escrezioni di esse) e minerali che vengono poi sottoposti ad un processo di succussioni successive noto col nome di dinamizzazione.

Un farmaco omeopatico è composto da una parte attiva o principio attivo e da un veicolo inerte o supporto (acqua, alcool o lattosio).

I rimedi omeopatici si vendono in genere sotto forma di piccoli granuli contenuti in tubetti con un’etichetta recante il nome della sostanza curativa seguito da un numero e due lettere, il numero si riferisce a quello delle diluizioni effettuate, la prima lettera alla proporzione della diluizione.

Come prendere i granuli in omeopatia funzionale

Si pongono i granuli sul tappo dosatore e si rovesciano in bocca, non devono mai essere toccati dalle dita (i principi attivi si trovano anche sulla superficie del granulo), prendeteli lontano dai pasti (almeno 20-30 minuti prima o 2 ore dopo), la dose in genere è di tre granuli.

I granuli sono piccole sfere di lattosio e saccarosio impregnate con la diluizione del farmaco.

La via di somministrazione per eccellenza è la via sublinguale grazie alla ricca vascolarizzazione infatti, la superficie mucosa della lingua ha una notevole capacità di assorbimento dei medicamenti.

Per i bambini molto piccoli devono essere diluiti in poca acqua nel biberon.

I farmaci omeopatici devono essere conservati in luogo fresco e asciutto, lontano da fonti di calore e da campi elettromagnetici come cellulari o computer.

E’ consigliabile evitare l’uso di canfora e camomilla, nonché l’uso eccessivo di caffé e tabacco, evitare anche la menta in ogni sua forma (pastiglie, colluttori, dentifrici, chewing-gum).

Si possono anche trovare sotto forma di globuli, minuscole sfere di lattosio e saccarosio ancora più piccole dei granuli, più legati all’omeopatia tedesca.

Come si prendono le gocce omeopatiche

Nel caso delle gocce è bene trattenerle sotto la lingua per qualche istante prima di deglutire.

Il rimedio, a prescindere dalla forma farmaceutica in cui viene somministrato, sembra sempre conservare la “memoria” della sostanza madre sotto forma di energia che agisce su qualcosa di misterioso presente nel nostro corpo.

Hahneman chiamò forza vitale questo qualcosa di misterioso.

La cura omeopatica su misura

Chiunque e in qualunque età della vita può trarre giovamento dall’Omeopatia, senza alcun limite.

Inoltre l’Omeopatia può essere di grande aiuto sia per la cura di patologie acute, sia in situazioni croniche.

Capiamo meglio di cosa si tratta:

  • malattia acuta: processo morboso funzionale o organico a rapida evoluzione, cioè comparsa di sintomi e segni violenti in breve tempo e di cui in genere si dà un riscontro causale diretto (ad esempio l’influenza e il virus influenzale). La guarigione in questo caso è molte volte possibile in modo relativamente rapido grazie sia ai meccanismi di difesa insiti nel corpo umano, sia a cure mediche tempestive. Una malattia acuta in un corpo con scarse difese oppure trascurata, o ancora, mal curata può via via diventare cronica (ad esempio un colpo di frusta cervicale può causare nel tempo un’artrosi cervicale).
  • malattia cronica: processo morboso funzionale e organico a lenta e progressiva evoluzione derivante o da una probabile poli-causalità, cioè da più fattori in concatenazione fra loro nonostante il più delle volte ciascuno di essi, preso singolarmente, non causi di solito direttamente la malattia (ad esempio un’artrosi lombare derivante da microtraumatismi, vizi posturali, obesità, tensioni muscolari anche psicologiche, mal posizioni degli appoggi plantari, ecc.).

Nel primo caso si ricorrerà a diluizioni medie e basse (maggior concentrazione della sostanza medicamentosa), mentre si utilizzeranno alte o altissime diluizioni (minor concentrazione della sostanza medicamentosa) nel secondo.

I medicinali omeopatici si possono somministrare anche ai bambini?

Certo! I bambini possono godere di particolari vantaggi nell’utilizzo di medicinali omeopatici:

  • le cure omeopatiche si rivelano più dolci e sicure per l’organismo;
  • il corpo del bimbo reagisce più prontamente allo stimolo terapeutico, rinforzandosi e diventando quindi meno suscettibile ad ammalarsi;
  • la terapia risulta più efficace dato che l’organismo del bambino non è inquinato da altre terapie;
  • l’Omeopatia rispetta il loro sistema immunitario in maturazione e cerca di equilibrarne le risposte, senza alcun effetto collaterale. Ne consegue una migliore aderenza alla terapia.

In ambito pediatrico è molto difficile individuare il rimedio adatto perché, soprattutto nel caso del lattante, manca il racconto individuale dei sintomi e degli stati d’animo che li accompagnano.

Allo stesso tempo, però, ci sono meno sintomi determinanti da analizzare e la reazione alla terapia è più veloce perché il bambino molto piccolo, rispetto a quelli più grandi e rispetto all’adulto, ha un apparato immunitario non compromesso dallo stress per cui la sua capacità di reazione è pressoché immediata.

Utilizzare fin dai primi giorni di vita le cure omeopatiche riduce all’indispensabile l’uso dei farmaci allopatici.

Omeopatia e medicina tradizionale

L’Omeopatia, per i bambini come per gli adulti, può essere complementare e non solo alternativa alla Medicina Tradizionale.

Le terapie omeopatiche sono indicate anche in gravidanza e allattamento?

Gravidanza e allattamento sono periodi particolarmente delicati, durante i quali l’assunzione di ogni medicinale deve avvenire dietro consiglio del medico.

L’assunzione di buona parte dei farmaci “convenzionali” è esplicitamente controindicata in gravidanza e, in questa fase della vita di una donna, l’Omeopatia può rappresentare l’unica risposta per migliorare e curare patologie e sintomi.

Grazie all’assenza di effetti collaterali, i medicinali omeopatici possono essere generalmente assunti in gravidanza e durante l’allattamento, tanto da essere sempre più frequentemente prescritti dai ginecologi e sempre più richiesti dalle donne in dolce attesa.

Perfino il momento del parto può essere affrontato attraverso l’uso di medicinali omeopatici che modulano ed equilibrano le contrazioni uterine e lo stato di ansia che spesso le accompagna.

Per conoscere i medicinali omeopatici più adatti alle proprie esigenze, anche in relazione allo stato fisiologico in cui la donna si trova, occorre rivolgersi sempre al proprio medico di fiducia o al farmacista.

Come fare una diagnosi omeopatica in omeopatia funzionale

L’omeopatia come particolare metodica diagnostica e terapeutica della medicina può essere definita in molti modi, ma certamente una delle definizioni più appropriate e consona alle sue peculiarità è quella che la considera una medicina del terreno.

Cosa si intende con questa espressione?

E’ evidente innanzitutto la differenza con la medicina allopatica, che nella maggior parte dei casi è una medicina esclusivamente sintomatica, o per lo più organica, diretta cioè alla sola risoluzione di un sintomo o al semplice riequilibrio funzionale di uno specifico organo; ed anche nelle malattie infettive, il suo unico scopo è quello di eliminare, nella maniera più definitiva possibile (eradicazione), il germe riconosciuto responsabile dell’affezione in causa, certa in questa maniera di aver guarito la persona dall’intera sua malattia.

Quando invece l’obiettivo terapeutico si rivolge al terreno della persona, l’approccio diagnostico cambia radicalmente: la malattia, sia infettiva che non, rappresenta per il terapeuta solo la localizzazione più evidente di uno squilibrio funzionale di tutto l’organismo, che ne ha determinato il suo insorgere e, nelle affezioni croniche, la sua persistenza.

Senza affrontare questa condizione predisponente, qualsiasi sintomo o malattia, di origine infettiva o meno, nella migliore delle ipotesi avrà la tendenza a ripresentarsi ad ogni interruzione di qualsivoglia terapia allopatica, proprio perché l’intervento non sarà stato capace di modificare quella condizione di suscettibilità che, appunto, si identifica con il terreno del soggetto.

Quali sintomi caratterizzano un terreno in omeopatia funzionale

Ma da quali e quanti sintomi è caratterizzato questo terreno, e perché una stessa malattia può assumere, a seconda dei casi, un’evoluzione diversa, e cioè a volte lenta e progressiva, altre volte rapida e aggressiva?

A costituire quella condizione predisponente, che chiamiamo terreno, sono una serie di sintomi, che interferiscono con l’esistenza della persona essenzialmente a tre livelli: emotivo e temperamentale, istintivo-reattivo e omeostatico (quest’ultimo è quello che mira a mantenere invariate le variabili organiche, proteggendo in tal modo le funzioni più nobili e vitali dell’intero organismo).

Diventano allora fondamentali nella diagnosi omeopatica alcuni sintomi che la diagnostica allopatica tocca solo in superficie, o addirittura ignora del tutto, ma che sono poi essenziali per la corretta personalizzazione della terapia, la quale, solo in virtù di tale approccio, potrà risultare effettivamente causale, o eziologica, e quindi effettivamente tesa alla guarigione delle malattie piuttosto che alla semplice palliazione (eliminazione temporanea) o soppressione (approfondimento) dei sintomi.

Come risopnde una persona all’omeopatia funzionale ?

Senza entrare nel merito di una visita omeopatica, è sufficiente ricordare, in questa sede, che il terapeuta andrà alla ricerca di una serie di sintomi che, sul piano emotivo e caratteriale, individueranno la maniera di socializzare della persona.

La sua affettività, la sua reazione a imprevisti e contrattempi, la sua capacità e determinazione nell’affrontare impegni, doveri e inevitabili avversità quotidiane; si soffermerà, poi, su ansie e paure immotivate, e da ultimo sulle capacità mnemoniche e deduttive del soggetto.

Sul piano generale, invece, sarà interessato a valutare eventuali reazioni smodate alle diverse temperature ambientali e atmosferiche, all’inclinazione o meno a svolgere attività fisica, e agli effetti di questa, all’influenza dei diversi momenti della giornata e delle diverse stagioni, così come di posizioni particolari o di abiti avvertiti come eccessivamente attillati.

In ultimo, a riguardo delle funzioni preposte al mantenimento dell’omeostasi – sottoposte a loro volta alla sottile regolazione del sistema nervoso autonomo – fondamentali saranno le alterazioni dell’appetito, del ritmo sonno-veglia, di tutte le secrezioni fisiologiche e della funzione genitale-riproduttiva.

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