Omeopatia significato e termine

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Quale significato ha l’omeopatia ? Cosa indica questo termine ? Di seguito scopriremo insieme Omeopatia significato e termine

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L’Omeopatia è la più conosciuta tra le medicine non convenzionali e negli ultimi anni sta riscuotendo sempre più successo. Vedremo di seguito Omeopatia significato e termine.

Sono in aumento le persone che si affidano a questa scienza perché propone un tipo di cura che guarda alla totalità della persona e non solo alla malattia in sé, a differenza di quanto fa la Medicina Allopatica.

Forse non tutti sanno che questa disciplina non è nata in tempi moderni, cavalcando l’onda della ricerca da parte dell’individuo di un maggior benessere psico-fisico, ma è una scienza con una storia lunga e importante.

L’omeopatia nasce tra ‘700 e ‘800 ad opera di Christian Samuel Friedrich Hahnemann. Le nozioni che vi sono alla base, però, risalgono a tempi ancora più antichi, tanto che il padre dell’Omeopatia può essere considerato Ippocrate (450-400 a.C.).

“Per guarire una malattia, bisogna somministrare all’individuo che ne è affetto, un rimedio che gli provocherebbe, se fosse sano, la malattia che lo affligge.”

Cosa significa il termine omeopatia ?

L’Omeopatia – dal greco “omoios” (simile) e “pathos” (malattia) – è un metodo terapeutico basato sulla somministrazione di dosi molto basse di sostanze capaci di provocare nell’uomo sano delle manifestazioni simili ai sintomi che manifesta il malato (Legge dei simili: “Similia similibus curantur”, ovvero “I simili si curano con i simili”).

Il primo a trattare in maniera organica e organizzata il tema della cura Omeopatica è stato il medico tedesco Samuel Hahnemann, con la pubblicazione nel 1810 del libro “Organon of medical art”.

L’Omeopatia si fonda su alcuni principi fondamentali, che devono essere applicati tutti insieme:

  • Similia similibus curentur (legge di Similitudine);
  • Sperimentazione sul soggetto sano;
  • Rimedi potentizzati (diluiti e dinamizzati);
  • Forza vitale o dinamismo energetico;
  • Natura morborum medicatrix;
  • Dose minima;
  • Individualizzazione del paziente;
  • Individualizzazione del rimedio, rimedio unitario (monocomponente);
  • Concetto di malattia cronica e criteri di Hering per valutare gli effetti a lungo termine nel trattamento delle malattie croniche.

Probabilmente l’elemento più importante di distinzione tra Medicina Allopatica e Medicina Omeopatica è che in quest’ultima il medicinale è individualizzato.

Non possono essere costruiti dei protocolli di trattamento delle varie patologie che vadano bene per tutti, poichè individui di costituzione diversa si ammalano in modo diverso.

All’interno di ogni costituzione l’Omeopatia ha cercato e cerca ancora oggi di trovare ulteriori elementi caratterizzanti della risposta della singola persona per fornire una terapia il più possibile individualizzata.

Elemento cardine della scienza omeopatica? Legge di Hering.

Hering fu un grande medico Omeopata tedesco dell’800, conosciuto come il “padre” dell’Omeopatia negli USA.
La legge di Hering è importantissima per l’Omeopatia perché segnala se la cura sta procedendo nella direzione giusta e quanto tempo ci vorrà per la guarigione.

Questa legge è espressa da 4 principi:

  • la malattia progredisce dall’esterno all’interno, mentre quando è curata guarisce dall’interno all’esterno, ovvero, ci dice che la malattia ha sempre direzione centripeta (verso l’interno), mentre la guarigione ha sempre direzione centrifuga (verso l’esterno);
  • questa guarigione dovrà verificarsi dall’alto verso il basso, ovvero, la vera guarigione partirà quindi dal piano psicologico-mentale per arrivare al piano fisico-corporeo (ad esempio sparirà prima uno stato d’ansia di una gastrite);
  • la guarigione dovrà iniziare dagli organi più importanti e proseguire in quelli di importanza minore; la guarigione avviene in ordine inverso alla comparsa dei sintomi (la cura omeopatica farà “tornare alla luce” vecchi sintomi soppressi e scomparsi in passato).

Cos’è un medicinale omeopatico?

Il medicinale omeopatico è un composto ottenuto attraverso un processo di diluizione e dinamizzazione.
La diluizione permette di aumentare l’efficacia dei/l principi/o attivi/o (Principio delle diluizioni infinitesimali, secondo cui l’azione dei medicamenti aumenta progressivamente con il diminuire della dose).

In genere, infatti, si utilizzano diluizioni medie e basse (maggior concentrazione della sostanza medicamentosa) per patologie acute e subacute, mentre si ricorre ad alte o altissime diluizioni (minor concentrazione della sostanza medicamentosa) per patologie croniche.

Con il processo di dinamizzazione, infine, il medicinale omeopatico viene agitato dopo ogni diluizione, potenziando così la sua azione terapeutica.

Le materie prime utilizzate per la preparazione dei rimedi omeopatici provengono dal mondo vegetale, animale e minerale.

In Omeopatia significato e termine i medicinali unitari e medicinali complessi: quali differenze?

Esistono due tipologie di medicinali omeopatici:

Il medicinale omeopatico unitario: contiene un’unica sostanza diluita e dinamizzata. È tra questi che si va alla ricerca del “Simillimum” in grado di coprire da solo la totalità dei sintomi del paziente.

Il medicinale omeopatico complesso: è costituito dall’associazione di più sostanze aventi azione sinergica nei confronti di una determinata patologia.

Solitamente contengono basse diluizioni e si utilizzano nel trattamento delle malattie acute; ottimi come coadiuvanti dell’azione del medicinale omeopatico unico in quanto dotati di spiccata azione drenante a livello degli organi emuntori, deputati all’eliminazione dei prodotti catabolici e di rifiuto.

Gli omeopati chiamati “unicisti” ritengono che i rimedi unitari abbiano la maggiore efficacia, in quanto non presentano incroci di sostanze; in questo caso la difficoltà consiste nell’individuare il farmaco più adatto al caso del singolo paziente.

Dotrina omeopatica

L’omeopatia è la dottrina medica elaborata da S.F.C. Hahnemann, agli inizi dell’Ottocento, basata sul concetto che la condizione di salute è dovuta a una ‘energia vitale immateriale’ che controlla armonicamente le interazioni tra le varie parti del corpo.

Rivolge l’attenzione diagnostica e le strategie terapeutiche essenzialmente sulla sintomatologia, come, del resto, in gran parte avveniva anche in seno alla medicina tradizionale del tempo, da Hahnemann chiamata allopatia.

Ma, mentre questa mirava, in base al principio dei contrari, di derivazione galenica, a combattere i fenomeni morbosi con i rimedi rivolti a sopprimerli (contraria contrariis curantur); Hahnemann elaborò una strategia terapeutica opposta, basata sul principio dei simili, sintetizzato nell’aforisma similia similibus curantur.

Hahnemann asseriva che i vari medicamenti in uso, somministrati a dosi elevate a persone sane, provocano i sintomi caratteristici di determinate malattie che possono essere curate con dosi infinitesimali del medesimo farmaco.

Egli formulò altri due ‘principi’ basilari dell’omeopatia: l’efficacia di un medicamento, attraverso diluizioni progressive, anziché affievolirsi e svanire, man mano aumenta; questo paradossale rinforzo dell’effetto terapeutico sarebbe ulteriormente accresciuto sottoponendo le varie soluzioni a energici scuotimenti manuali (fenomeno indicato come dinamizzazione).

Tale tripode concettuale (principio dei simili, principio delle diluizioni infinitesimali, dinamizzazione) si configura come il cardine di ogni indirizzo terapeutico omeopatico.

Differenze tra omeopatia e medicina ufficiale

La medicina ufficiale condivide il principio di base dell’omeopatia, tuttavia, non ne accetta l’applicazione pratica, poiché le diluizioni omeopatiche, almeno quelle più spinte, sono praticamente prive di principio attivo.

Oltre la diluizione 12 CH – corrispondente a diluire successivamente per 12 volte una soluzione a un centesimo del suo valore – è impossibile secondo le leggi della chimica trovare traccia di sostanza.

La succussione non può potenziare ciò che non esiste, a meno che non le venga attribuita la capacità, finora non dimostrata, di trasferire al diluente le proprietà del principio attivo.

Al di là della conoscenza del meccanismo di funzionamento, la critica fondamentale mossa dalla medicina ufficiale all’omeopatia.

Comunque è che la sua efficacia non è mai stata dimostrata in maniera scientifica e rigorosa applicando i metodi della sperimentazione clinica.

Pertanto la medicina ufficiale, pur non escludendo a priori tale efficacia, tende ad attribuirla alla ‘forza di suggestione’, un fenomeno reale, ampiamente documentato, il cui contributo non va sottovalutato particolarmente nelle malattie psicosomatiche.

In Italia, in base alla l. 146/22 febbraio 1994, che detta i principi per l’attuazione della direttiva 92/1973, i prodotti omeopatici hanno libera commercializzazione. Essi, tuttavia, non sono stati inseriti tra i farmaci erogabili a carico del Servizio sanitario nazionale.

Un po’ di storia sul significato del termine omeopatia

Molto tempo prima della scoperta della medicina convenzionale, ci si curava con le piante e si cercava di seguire una buona alimentazione.

Durante il Medioevo, la preparazione dei farmaci, veniva affidata agli speziali, che creavano composti, ma senza sfruttare a pieno tutti i benefici derivanti dai vegetali.

Le persone comuni che non potevano permettersi i preparati degli speziali e continuavano a curarsi con cibo e piante, oppure con riti e formule magiche/religiose.

Nel 1700, Samuel Hahnemann, medico tedesco, studiò i preparati di tipo farmacologico, basati sul principio curativo di similitudine.

Infatti, così nacque l’omeopatia, ovvero: la cura grazie a dosi infinitesimali, attraverso gli stessi principi attivi capaci di provocare la malattia di cui si soffre.

Hahnemman e il suo ingegno, fecero in modo di introdurre un nuovo modo di pensare per la medicina; individuando che più un farmaco è in grado di riprodurre in un individuo sano una malattia; tanto più è probabile che il soggetto, guarisca. E’ il principio usato anche per le vaccinazioni.

Nell’anno 1810, Hahnemann, pubblicò il volume “Organon. Dell’arte di guarire” un’opera davvero importante per l’epoca, dove esplicita i principi base dell’omeopatia e descrive i vari effetti dei rimedi.

Nel 1821, pubblicò altri sei volumi della Materia medica pura, dove descrive le patogenesi in modo certosino e tutti i singoli rimedi, ancora oggi utilizzati.

Oggi, l’omeopatia è molto praticata e apprezzata.

Che cosa cura l’omeopatia?

Attraverso l’omeopatia possono essere curate tutte le malattie non gravi, quindi ogni piccolo disturbo dovuto ad esempio alle allergie ed alle irritazioni.

Inoltre, vengono usati i rimedi omeopatici anche per stimolare il sistema immunitario e quindi prevenire disturbi fastidiosi di tipo stagionale.

Non possono essere curate ovviamente malattie degenerative o tumori, ma questo tipo di medicina può essere associata ad esempio alle terapie oncologiche per avere dei benefici sugli effetti collaterali e ridurli.

E’ stato provato che con l’omeopatia è possibile ridurre ansia e stress, insonnia e disturbi dell’umore.

Attenzione ! I farmaci omeopatici, non costano molto e non c’è alcun pericolo per l’aumento dei dosaggi. Sono perfetti anche per i bambini, per gli anziani e per le donne in gravidanza, inoltre vanno bene anche per gli animali domestici.

I rimedi omeopatici vanno presi dai 10 ai 15 minuti prima o dopo i pasti principali e a bocca pulita.

E’ sempre bene evitare di consumare bevande alcoliche durante l’assunzione di rimedi omeopatici.

Le quantità standard solitamente si aggirano intorno ai 5 granuli e si assumono una o più volte al giorno in base ai consigli dati dal medico.

A volte esistono anche dei farmaci che sono monodose, cioè da assumere in un’unica volta.

I farmaci sono somministrati sotto forma di granuli o globuli, ma esistono anche colliri, sciroppi, gel e compresse.

Cenni sui prodotti omeopatici e consigli

Avrai sicuramente visto prima di oggi un flacone di un rimedio omeopatico, quindi ti sarai accorto che contiene delle palline spesso piccole. Le sfere infatti sono la forma più comune dei rimedi omeopatici.

Sono sfere di lattosio dove viene disciolta la sostanza attiva che è possibile assumere per via orale (sotto la lingua).

Attenzione ! Nel caso si sia intolleranti al lattosio si può optare per la formula liquida dello stesso farmaco e si assumono gocce direttamente sulla lingua.

Il nostro consiglio è quello di fare delle analisi prima di prendere qualsiasi farmaco omeopatico e capire se si hanno delle particolari intolleranze. Rivolgersi sempre al proprio medico di base per avere un consiglio ufficiale.

Inoltre, come avrai potuto notare i principi attivi delle sostanze omeopatiche sono di origine vegetale e quindi non causano effetti collaterali, proprio per questo non c’è bisogno di un bugiardino specifico che ne parli in ogni rimedio.

Devi inoltre sapere, che più bassa è la diluizione e più il farmaco è in grado di agire velocemente.

Molti dei rimedi sono distinti con un nome in latino per questo vogliamo consigliarti la sezione dove acquistarli, ti basterà seguire questo link per visitare la Farmacia Cairoli Online, che ti seguirà nel tuo percorso di acquisto e ti faciliterà con le sigle.

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Nella disciplina olistica ci si concentra sull’ascolto della persona e della problematica.

Quindi verranno presi in considerazione: la sede del problema, i vari sintomi che causano il disturbo ma anche la personalità del paziente.

L’omeopata, nel particolare, può usare diversi approcci:

  • Unicista: prescrive un solo preparato atto a curare i sintomi elencati.
  • Pluralista: utilizzo di più rimedi contemporaneamente.
  • Complessivista: prevede la somministrazione di molti medicamenti per una guarigione totale dell’individuo.

La tecnica più usata è quella pluralista, poiché prevede due o anche più rimedi per la cura del disturbo.

Invece, la tecnica complessivista, è usata per lo più in Germania e si basa soprattutto sull’uso di più medicinali omeopatici nello stesso preparato da diluire.

Alcune curiosità su omeopatia significato e termine

Contrariamente a quanto molti credono che sia una medicina orientale, l’omeopatia nasce alla fine del XVIII secolo grazie ad un medico tedesco, Samuel Hahnemann.Il termine “omeopatia” deriva dalla fusione di due parole greche: omoios, simile, e pathos, malattia.

Si tratta infatti di una metodologia terapeutica basata sulla “legge dei simili”, secondo cui ogni sostanza è in grado di guarire sintomi analoghi a quelli che può causare, purchè utilizzata in dosi infinitesimali.

Questo significa che da una malattia si può guarire utilizzando quella stessa sostanza che, in un individuo sano, è in grado di riprodurne i sintomi, purchè somministrata a dosaggi bassissimi.

Per fare un esempio, la puntura d’ape provoca edema roseo con sensazione di prurito e bruciore locale. “Apis”, il rimedio omeopatico preparato per triturazione, dinamizzazione e diluizione dell’intera ape, agisce non solo in caso di punture d’insetto, ma in ogni forma d’infiammazione acuta di pelle, mucose e sierose (orticaria, mal di gola, artrite) caratterizzata da apparizione rapida, edema roseo, pruriginoso e bruciante.

La medicina tradizionale o “allopatica” (dal greco allos, diverso, e pathos, malattia), si basa invece sulla “legge dei contrari”, cioè sull’ utilizzo di sostanze che inducono effetti contrari alla malattia.

Per esempio in caso di un dolore articolare, il medico, dopo ulteriori indagini, prescriverà un antinfiammatorio.Quali sostanze danno origine al medicinale omeopatico?

I medicinali omeopatici possono avere tre origini: vegetale, animale, chimica.

Come si presenta il medicinale omeopatico ?

La forma più comune di medicinale omeopatico è rappresentata da granuli di lattosio che vanno disciolti a livello sub-linguale.

Più raramente si usano le sostanze in forma liquida, da assumere con un po’ d’acqua tenendole sotto la lingua per almeno 30 secondi.

La serie progressiva di diluizioni utilizzate per la preparazione del medicinale omeopatico fa sì che della sostanza di partenza non resti più traccia.

Come i medicinali omeopatici funzionino, nonostante la forte diluizione, non è ancora spiegato. Da ricordare… I farmaci omeopatici ad assorbimento perilinguale (granuli, globuli, gocce…), cioè da sciogliere in bocca sotto la lingua, vanno presi lontano dai pasti, almeno mezz’ora prima o un’ora dopo.

Evitare il contatto dei granuli e dei globuli con le dita. Versarli nell’apposito tappo contenitore e lasciarli cadere in bocca, sotto la lingua.

Per i bambini piccoli si può provvedere a sciogliere i granuli o la monodose in un po’ d’acqua minerale naturale, facendola assumere poi a piccoli sorsi.

Almeno due ore prima e un’ora dopo l’assunzione del farmaco omeopatico evitare sostanze aromatiche (caffè, tabacco) o cibi fortemente piccanti.

I medicinali omeopatici non vanno assunti in maniera “fai da te” e ripetuti sconsideratamente perché qualsiasi sostanza, anche se apparentemente innocua, se assunta in quantità eccessive o nel modo sbagliato, può causare disturbi.

E’ importante informare sempre il medico curante di qualunque trattamento effettuato.

Le medicine omeopatiche

Le preparazioni farmaceutiche dei medicinali omeopatici si trovano essenzialmente in forma di granuli e globuli, sferule di saccarosio e lattosio (impregnate con la tintura madre dei singoli rimedi) con una massa rispettivamente di 50 mg e 5 mg.

I primi si trovano in tubi di circa 80 granuli, i globuli sono invece in un tubo-dose che ne contiene circa 200, ci sono anche le gocce, preparate in alcool a 30° e gli sciroppi.

La scelta della diluizione varia in relazione a diversi fattori, quanto più simile è il quadro clinico del paziente e l’insieme delle caratteristiche del rimedio omeopatico, tanto più elevata sarà la diluizione (ad esempio la 30 CH), mentre la frequenza e la durata del trattamento dipenderanno dal tipo di malattia (acuta o cronica) e dalla reattività del paziente.

I rimedi vanno sciolti sotto la lingua, lontano dai pasti e non devono essere toccati con le mani.

Esistono tre tecniche di prescrizione: unicista, pluralista e complessista.

La prima consiste nella prescrizione di un solo medicinale omeopatico, il simillimum, quel rimedio talmente simile alla persona da rappresentare una terapia esclusiva, anche a prescindere dal sintomo, generalmente dato in alta diluizione e per lungo tempo.

Fondamentali per questo approccio furono gli studi di James T. Kent e i suoi repertori, che elencano per ogni sintomo tutti i rimedi.

Costituzioni omeopatiche

La malattia per l’omeopata è il risultato dell’interazione tra una causa scatenante – che può essere di origine ambientale, chimica, psichica o fisica – il corredo genetico e la capacità reattiva dell’individuo.

Già Hahnemann nell’Organon spiegava: “Quelle che noi chiamiamo malattie sono in realtà manifestazioni delle perturbazioni del principio vitale, che tenta di spingere l’organismo alla guarigione”.

Componenti fondamentali della diagnosi omeopatica sono lo stato d’animo del paziente, che costituisce uno dei sintomi più importanti che va sempre rilevato, e il “terreno”, ovvero le caratteristiche generali definite dalla “costituzione” di appartenenza e dalla “diatesi”.

La costituzione è l’insieme dei caratteri psicofisici di un soggetto, mentre per diatesi si intende la predisposizione di un certo organismo a contrarre certe malattie.

Le due classi sono correlate perché ogni costituzione tende preferibilmente ad una certa diatesi, anche se è molto difficile trovare individui che appartengano del tutto ad una sola costituzione.

L’individuazione delle costituzioni risale ai tempi di Ippocrate, quando si distingueva tra quattro tipologie di soggetti corrispondenti ai quattro umori del corpo; teoria che dominò incontrastata fino alla metà dell’Ottocento.

Il Melanconico, che si riteneva caratterizzato da un eccesso di bile nera, il Collerico da un eccesso di bile gialla, il Flemmatico da eccesso di flegma, il Sanguigno da eccesso di sangue.

In omeopatia si riconoscono quattro costituzioni principali che traggono il loro nome dal rimedio caratteristico più simile al soggetto:

  • Sulfurica (dal Sulfur),
  • Carbonica (dalla Calcarea carbonica),
  • Fosforica (dalla Calcarea fosforica),
  • Fluorica (dalla Calcarea fluorica).

Una breve descrizione delle costituzioni da un punto di vista fisico, psichico e patologico, aiuterà a capire meglio le tipologie omeopatiche.

Tenendo conto però che esistono per ognuna vari biotipi e che anche le costituzioni si sono evolute nel tempo.

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