Diluizioni omeopatiche

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Cosa sono le diluizioni omeopatiche ? Come si ottengono e perchè si fanno ? Influenzano la potenza del farmaco ?

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L’omeopatia si differenzia dalla farmacologia classica anche per le tecniche di preparazione dei rimedi.
Per preparare questi rimedi, queste diluizioni omeopatiche, infatti si useranno delle apposite tecniche di diluizione omeopatica che vedremo in seguito. Non solo un altro fondamentale passaggio risulta essera la dinamizzazione della quale parleremo in seguito.

Si possano utilizzare tutte le sostanze presenti in natura, non così come si trovano, bensì diluite.

In tal senso, appare evidente il netto contrasto con la farmacologia classica, che tende ad isolare e a concentrare sempre di più i princìpi attivi di interesse salutistico.

La prima e più importante caratteristica delle preparazioni omeopatiche è quindi la diluizione. Se da un lato questa peculiarità rende l’omeopatia una scienza praticamente immune da effetti collaterali, dall’altro pone molti dubbi sulla sua scientificità. Spesso si utilizzano diluizioni talmente numerose da azzerare il contenuto della sostanza originaria.

I rimedi omeopatici si differenziano per il numero di diluizioni e dinamizzazioni che la sostanza attiva iniziale ha subito.

La scelta di un rimedio omeopatico è una scelta complessa e non è detto che per curare qualunque patologia il rimedio più potente, in omeopatia il più diluito, sia il più efficace.

Diluizioni omeopatiche Hahnemanniane

In omeopatia, la diluizione avviene comunemente secondo un fattore di 10, 100 o di 50.000. Le diluizioni effettuate con passaggi decimali si chiamano appunto decimali e si indicano con D.

Similmente, le diluizioni che avvengono con passaggi centesimali si chiamano centesimali e si indicano con CH; dove il C sta per centesimale, mentre H è l’iniziale di Hahnemann, cognome del medico tedesco fondatore dell’omeopatia.

Hahnemann sostenne inizialmente solo l’uso delle diluizioni centesimali, in epoche successive si preferirono le diluizioni cinquantamillesimali, indicate con la numerazione romana LM.

Esempi pratici di diluizioni omeopatiche

Come esempio, si consideri il sale da cucina, il cloruro di sodio, che in omeopatia si chiama con il suo nome latino, Natrum muriatìcum.

Supponiamo di utilizzare la tecnica centesimale, cosa si deve fare ?

Si prende un grammo di sale da cucina e lo si scioglie in 99 grammi di acqua, agitando con energia il flacone per 100 volte in senso verticale. Così otteniamo la prima diluizione centesimale, che si indica con 1 CH.

Successivamente, si prende 1 centimetro cubico della diluizione 1 CH e lo si scioglie in 99 cc di acqua, la si dinamizza e si ottiene la 2 CH; si prende 1 cc della 2 CH, lo si scioglie in 99 cc di acqua, si dinamizza e si ottiene la 3 CH, e così via.

Supponiamo di utilizzare la tecnica decimale. Si prende un grammo di sale da cucina e lo si scioglie in 9 grammi di acqua, agitando con energia il flacone per 100 volte in senso verticale. Così otteniamo la prima diluizione decimale, che si indica con 1 DH.

Successivamente, si prende 1 centimetro cubico della diluizione 1 DH e lo si scioglie in 9 cc di acqua, la si dinamizza e si ottiene la 2 DH; si prende 1 cc della 2 DH, lo si scioglie in 9 cc di acqua, si dinamizza e si ottiene la 3 DH e così via.

Quali sono le diluizioni più usate ?

Le diluizioni più in uso in omeopatia sono la 4, la 5, la 7, la 9, la 15, la 30, la 60, la 100 e la 200 CH, vale naturalmente anche per le decimali, mentre le LM più comuni sono la 6, la 18 e la 30 LM.

Diluizioni omeopatiche differenze e di cosa parleremo

Forniamo alcuni approfondimenti riguardanti le diverse diluizioni omeopatiche, se ne descriveranno sinteticamente le caratteristiche e le tecniche di preparazione.

Riportiamo gli effetti terapeutici legati alla loro classificazione e si tenterà un confronto tra le diluizioni hahnemanniane e quelle korsakoviane. che si ritiene molto utile per gli studiosi ed i praticanti dell’omeopatia.

Il punto di partenza, il ceppo omeopatico

Il ceppo omeopatico è l’elaborazione preventiva della sostanza attiva di base, può appartenere ad uno dei tre regni, di natura vegetale, animale o minerale.

Da questo trae origine il rimedio omeopatico, prima di essere sottoposta alle operazioni di diluizione e di dinamizzazione. Tale elaborazione, rende indispensabile per portare correttamente in soluzione il principio attivo, si differenzia a seconda dell’origine della materia prima utilizzata.

In linea del tutto generale, se la sostanza attiva è solubile in acqua e in alcool come ad esempio per le sostanze vegetali si ricorre alla Tintura Madre.

Se la sostanza attiva è solida e non solubile, come spesso succede alle sostanze minerali e animali, si ricorre alla triturazione.

La diluizione è una delle due fasi importanti del processo di preparazione dei rimedi omeopatici. Consiste nel ridurre in dosi infinitesimali il ceppo omeopatico, da cui trae origine il rimedio stesso, rendendo così possibile l’azione terapeutica secondo la Legge di similitudine.

Il solvente che si utilizza per le diluizioni è una soluzione idroalcolica ovvero una soluzione composta daetanolo ed acqua distillata, con un’opportuna titolazione, o anche la sola acqua distillata.

esempio pratico

Ad esempio per quanto riguarda le diluizioni hahnemanniane, il ceppo omeopatico viene diluito nel rapporto 1:10 per le diluizioni dette decimali, contrassegnate dalla sigla D, o nella misura di 1:100 per le diluizioni dette centesimali, contrassegnate dalla sigla CH, o nella misura di 1:50.000 per le diluizioni dette cinquantamillesimali, contrassegnate dalla sigla LM.

Effetti terapeutici delle diluizioni

Anche se in omeopatia non esiste una regola generale, in quanto gli effetti terapeutici dei rimedi omeopatici, gli inizi e le durate degli stessi dipendono dalle caratteristiche proprie di ciascun rimedio.

Ma dipendono anche dalla capacità di reazione del singolo organismo, esiste comunque il seguente criterio, valido in molti casi, che può orientare l’omeopata nella scelta della diluizione.

Le diluizioni omeopatiche possono quindi dividersi nelle seguenti categorie

  • Basse diluizioni intese quelle fino alla 7CH, hanno effetto rapido o rapidissimo, agiscono per qualche ora e devono essere assunte a distanza ravvicinata anche ogni quarto d’ora, per risolvere una patologia dalla sintomatologia acuta, per i sintomi locali e per il lesionale. Sono adatte anche per espletare un’attività di drenaggio, che stimola gli organi emuntori come reni, fegato, intestino, polmoni, pelle, libera l’organismo dalle tossine e lo rende più recettivo alla cura omeopatica.
  • Medie diluizioni intese quelle che vanno dalla 9CH alla 15CH, hanno un effetto più lento, cioè abbisognano di 3-4 giorni per agire e coprono poi un tempo terapeutico di circa 10 giorni. Si usano soprattutto per le patologie organiche acute e subacute e per il funzionale.
  • Medio-alte diluizioni come può essere la 30CH che è una diluizione centrale, importantissima, impiegano alcuni giorni, dai 5 ai 15, per esprimere la loro efficacia e poi mantengono i loro effetti terapeutici per circa 20 30 giorni. Si utilizzano prevalentemente per le malattie subcroniche e croniche, per i sintomi generali e per il funzionale, ma hanno effetto anche sui sintomi acuti e sullo psichismo.
  • Alte diluizioni come la 200CH o la 200K, impiegano un buon numero di giorni per agire dai 15 ai 30 e coprono un tempo terapeutico di circa 1 mese o oltre. Hanno un’azione più sistemica e profonda. Generalmente si usano nelle patologie croniche ed in quelle che coinvolgono la componente psicologica del soggetto.
  • Altissime diluizioni prime fra tutte la 1.000CH, la MK e la XMK, agiscono sullo stato mentale e psichico, sulla diatesi e sul substrato di terreno del soggetto. Sono rimedi profondi, impiegano molti giorni per esprimersi dai 20 ai 45 e durano poi terapeuticamente un tempo abbastanza lungo.

Classificazione delle diluizioni omeopatiche : D, CH, K, LM

In conclusione, si riepiloga la classificazione delle diluizioni omeopatiche, ovvero il quadro delle varie diluizioni omeopatiche suddiviso nelle classi che hanno comportamenti terapeutici simili, mantenendo comunque le differenze finora esaminate.

Se si considera che la dinamizzazione assume per certi versi un ruolo preminente nell’azione terapeutica, rispetto alla pura e semplice diluizione della sostanza di origine.

Le diluizioni D, CH, K, LM possono essere analogamente classificate in base al valore della cifra numerica che le accompagna.

Questa traduce il livello della dinamizzazione, oltre ovviamente il livello della diluizione nella tipologia di appartenenza. Si ricorda che le diluizioni con la stessa cifra numerica hanno la stessa dinamizzazione, ossia lo stesso numero di succussioni.

Le diluizioni hahnemanniane decimali D e centesimali CH

Samuel Hahnemann come già accennato è il padre dell’omeopatia e delle diluizioni omeopatiche. Basta pensare che le diluizioni decimali spesso vengono contrassegnate come DH mentre quelle centesimali vengono identificate con il termine CH. In entrambi i casi la H indica proprio Hahnemann.

La cifra numerica che segue o precede le sigle indica il numero di diluizione.

Ad esempio la diluizione, o la potenza, D6 sta a significare che la sostanza di origine o, per meglio dire, il ceppo omeopatico è stato diluito 6 volte nel rapporto 1:10 e dinamizzato ad ogni passaggio.

Invece la diluizione, o la potenza, 6CH sta a significare che il ceppo omeopatico è stato diluito 6 volte nel rapporto 1:100 e dinamizzato ad ogni passaggio.

Con il metodo hahnemanniano il numero dei flaconi da impiegare per ottenere una determinata diluizione, deve essere pari alla cifra numerica che esprime il livello della diluizione stessa.

Ritornando all’esempio precedente, per preparare una D6 o una 6CH occorrono in entrambi i casi 6 flaconi nuovi. Tale numero potrebbe rappresentare un fattore critico del metodo, soprattutto per le alte ed altissime diluizioni.

Diluizioni omeopatiche centesimali hahnemanniane

In genere le diluizioni D hanno un’azione più morbida e modulante, invece le diluizioni CH un’azione più mirata e incisiva, per cui nei pazienti piuttosto sensibili possono essere consigliabili le diluizioni D.

Le diluizioni omeopatiche korsakoviane K

Le diluizioni korsakoviane, dal nome del loro ideatore Simeon Nicolaievitch Korsakov, connotate dalla sigla K, si preparano utilizzando sempre lo stesso flacone e per questo sono anche denominate diluizioni del flacone unico.

In questo unico flacone si eseguono tutte le diluizioni e le dinamizzazioni necessarie, impiegando come solvente dell’acqua distillata.

Un possibile metodo di preparazione consiste nel riempire di ceppo omeopatico come può essere una tintura madre, un flacone da 100 ml che poi si svuota per aspirazione.

Sulle pareti del flacone si presuppone che sia rimasta adesa una quantità di sostanza pari a 1/100 del suo precedente contenuto.

Diluizioni omeopatiche K, come usare lo stesso flacone

Dopo di che si riempie lo stesso flacone con acqua distillata, la cui quantità è pari a 99 volte la quantità di sostanza rimasta sulle pareti del flacone, si effettuano le 100 succussioni e si ottiene così la prima diluizione korsakoviana 1K.

Si prosegue sempre con le stesse modalità per le diluizioni successive 2K, 3K, 4K e così via. Anche qui la cifra numerica che precede la sigla K indica quante volte è stata operata la diluizione.

Il metodo korsakoviano risulta essere molto semplice e poco dispendioso in quanto si utilizza un solo flacone e come solvente dell’acqua distillata.

Per cui si presta meglio al raggiungimento delle altissime diluizioni, ma risulta essere alquanto impreciso e ciò costituisce il suo limite.

Equivalenza tra diluizioni omeopatiche hahnemanniane e korsakoviane

Le diluizioni hahnemanniane CH e le diluizioni korsakoviane K, pur essendo entrambe centesimali, hanno tecniche di preparazione così diverse da rendere problematico ogni tentativo di comparazione.

Tale difficoltà nasce essenzialmente dal fatto che nella diluizione korsakoviana non vi è mai una reale scomparsa delle molecole della sostanza di origine cosa che invece nella hahnemanniana avviene al di sopra di 12 CH.

La diluizione korsakoviana possiede una dinamizzazione molto più forte rispetto alla diluizione hahnemanniana di analoga concentrazione ed infine che il metodo korsakoviano è poco standardizzabile.

Presenta difficoltà nel controllare e mantenere costanti le varie fasi di cui si compone, in particolare il rapporto tra soluto e solvente.

Per quest’ultimo motivo le diluizioni korsakoviane sono state escluse da diverse Farmacopee omeopatiche ufficiali, com’è avvenuto in Francia e in Germania.

Molti autori, comunque, hanno tentato di stabilire un rapporto di equivalenza tra le diluizioni hahnemanniane e quelle korsakoviane, con risultati però non sempre coincidenti.

Equivalenze in termini di diluizioni

Risulta importante ricordare che tali equivalenze possono essere ritenute valide soltanto dal punto di vista delle sole diluizioni e non dal punto di vista delle dinamizzazioni.

La diluizione korsakoviana, come già accennato, ha una dinamizzazione molto più forte della corrispondente diluizione hahnemanniana.

Ad esempio, con le canoniche 100 succussioni in senso verticale ad ogni passaggio, la 9CH subisce 900 succussioni corrispondenti a 9 x 100, mentre la 1.000K subisce 100.000 succussioni corrispondenti a 1.000 x 100.

Di conseguenza la diluizione korsakoviana possiede un potere energetico notevolmente superiore alla corrispondente diluizione hahnemanniana e per questo la sua azione terapeutica è più potente e duratura.

Più correttamente un’eventuale equivalenza tra le diluizioni hahnemanniane e korsakoviane si potrebbe fare dando rilevanza alla dinamizzazione.

Infatti è questa quella che conferisce il noto quid energetico, che rappresenta la base d’azione terapeutica del rimedio omeopatico.

Ad esempio, con tale precisazione, una 1.000CH può ritenersi abbastanza equivalente a una 1.000K anche detta MK, avendo la stessa dinamizzazione.

Le diluizioni hahnemanniane cinquantamillesimali LM

Un discorso a parte meritano le diluizioni cinquantamillesimali hahnemanniane, connotate dalla sigla LM.

Per preparare una cinquantamillesimale si parte da un globulo o da una goccia di una diluizione data, generalmente dalla 6CH alla 60CH, e si mescola a 500 parti di solvente.

Questo viene poi succusso e diluito ad ogni passaggio avendo così un rapporto costante di 1:50.000 ovvero di 500 x 100, ed il rimedio in tal modo preparato si esprime con 6LM, o 12LM, o 18LM, o 24LM, o 30LM, o 50LM, o 60LM, che sono le diluizioni più usate in questa scala.

In generale, contrariamente ad una diffusa errata opinione, le cinquantamillesimali non sono altissime diluizioni, bensì normali diluizioni basse-medie-alte, fondamentalmente corrispondenti alle diluizioni centesimali di base.

Come e quando usare le dosi cinquantamillesimali

L’uso delle cinquantamillesimali era stato preconizzato da Hahnemann, soprattutto perché si possono ripetere anche giornalmente nel corso delle affezioni croniche, senza incorrere nell’aggravamento omeopatico.

L’unica accortezza da adottare è di scuotere energicamente più volte il flacone contenente il rimedio, che in questi casi assume la forma liquida, prima di ogni assunzione allo scopo di variarne la potenza.

Ma le diluizioni cinquantamillesimali evitano o limitano l’entità anche dell’aggravamento omeopatico.

Questo è comunque indice prognostico di prossima guarigione, che comporterebbe un’esacerbazione temporanea dei sintomi da curare, tanto più sensibile quanto più elevata è la similitudine tra rimedio e paziente.

Le cinquantamillesimali, in forza della loro dispersione, permettono di addolcire l’impatto energetico del rimedio e quindi di diminuire l’entità dell’aggravamento.

Le diluizioni cinquantamillesimali LM hanno un’azione terapeutica più dolce e graduale, pur mantenendosi energiche, per cui vengono soprattutto prescritte a pazienti deboli o particolarmente sensibili.

Etichetta dei rimedi omeopatici

Le etichette dei rimedi omeopatici riportano il nome del principio attivo, a volte in latino, affiancato da una coppia di lettere e un numero. Ad esempio pulsatilla 30CH.

Il nome rappresenta la sostanza attiva di base usata che può provenire dal regno vegetale, animale o minerale.

Il numero rappresenta la potenza del rimedio espressa come il numero di diluizioni e dinamizzazioni che la sostanza attiva ha subito.

Diluizioni omeopatiche CH, un esempio chiaro

Ad esempio la diluizione, o la potenza, D6 sta a significare che la sostanza attiva di base è stata diluita 6 volte nel rapporto 1:10 e dinamizzata ad ogni passaggio.

Invece la diluizione, o la potenza, 6CH sta a significare che la sostanza attiva è stata diluita 6 volte nel rapporto 1:100 e dinamizzata ad ogni passaggio.

Quindi Arnica 6 DH è stata preparata così:

  • partendo da 1 mL di tintura madre di arnica sciolto in 9 mL di acqua 1/10 concentrazione iniziale
  • segue 1 mL di soluzione D1 in 9 mL di acqua 1/100 concentrazione iniziale
  • per poi 1 mL di soluzione D2 in 9 mL di acqua 1/1000 concentrazione iniziale
  • a seguire 1 mL di soluzione D3 in 9 mL di acqua 1/10.000 concentrazione iniziale
  • segue 1 mL di soluzione D4 in 9 mL di acqua 1/100.000 concentrazione iniziale
  • infine 1 mL di soluzione D5 in 9 mL di acqua 1/1.000.000 concentrazione iniziale

Riepilogo delle diluizioni omeopatiche

Diluizione decimale

Usata principalmente dalla scuola tedesca e introdotta da Hering. Secondo tale metodica la T.M. viene diluita in vari passaggi successivi con 9 parti di solvente.

L’esperienza clinica ha dimostrato che i farmaci preparati con questa modalità agiscono particolarmente bene quando sono prescritti sulla base di sintomi organo-tissutali.

Diluizione centesimale hahnemanniana CH

E’ la diluizione classica dell’omeopatia introdotta da Hahnemann. Secondo questa metodica ad ogni passaggio la T.M. viene diluita con 99 parti di solvente.

Ha l’inconveniente che ad ogni passaggio deve essere utilizzato un nuovo flacone contenitore e deve essere fatto un accurato dosaggio di sostanze. Ciò che rende questa metodica lunga, costosa e impegnativa per la preparazione delle altissime diluizioni.

Le diluizioni centesimali, ed in particolare la 30 CH, sono le preparazioni tipiche dell’omeopatia con le quali si sono effettuati i prooving più importanti.

Per prooving si intende l’assunzione da parte dell’organismo umano di una sostanza a vari dosaggi cui fa seguito l’annotazione degli effetti sintomatologici che essa produce sia a livello psichico sia fisico.

Si studia l’effetto di una sostanza sull’uomo sano.

Diluizione Korsacoviana K

Queste preparazioni sono caratterizzate dalla diluizione che non viene effettuata cambiando flacone ad ogni passaggio.

Ma vuotandolo ogni volta, riempito e nuovamente sottoposto a succussione fino alla diluizione desiderata.

Come quantità di sostanza tra una diluizione e l’altra si considera la parte “costante” che rimane adesa alle pareti del contenitore.

Diluizione a Flusso continuo

E’ una metodica meccanizzata per ottenere rapidamente e con minor costo il rimedio omeopatico anche ad altissime diluizioni.

Si ottiene facendo passare una corrente ininterrotta del veicolo nel recipiente, calcolando con costanti fisiche la diluizione e producendo contemporaneamente la succussione.

Diluizioni cinquantamillesimali LM

E’ una metodica di preparazione introdotta da Hahnemann nella VI edizione dell’Organon. Permette la preparazione di rimedi con effetto più pronto e aggravamento “primario” praticamente nullo.

Carattarestiche

La prima e più importante caratteristica delle preparazioni omeopatiche è la diluizione.

Come abbiamo visto in ambito omeopatico si possano utilizzare tutte le sostanze presenti in natura diluite.

Oltre alla diluizione, le tecniche utilizzate per la produzione di rimedi omeopatici sfruttano un secondo elemento di importanza fondamentale: la dinamizzazione detto anche potenziamento.

Sigle e diluizioni omeopatiche

  • Diluizioni decimali DH o D o X
  • Le diluizioni centesimali CH o C
  • Diluizioni korsakoviane K
  • Le diluizioni 50 millesimali LM o 50000
  • Diluizioni Q, differiscono dalle LM per la preparazione, viene fatta partendo da una triturazione con la pianta fresca.

Curiosità omeopatiche

Esistono rimedi per bambini e altri per adulti?

Sicuramente ci sono alcuni rimedi che, tradizionalmente, vengono prescritti più frequentemente ai bambini e altri alle persone anziane, ma in generale non esiste una distinzione tra rimedi per bambini e adulti.

Per quanto riguarda invece la posologia questa non è basata su criteri di massa corporea perché il rimedio omeopatico, estremamente diluito, non ha un effetto farmacologico diretto dose dipendente, per cui ciò che ne può modificare l’efficacia è la frequenza di somministrazione e non la quantità.

I rimedi omeopatici possono assumersi solo per bocca ?

La somministrazione più usuale, come si è già detto, è quella sublinguale, questa infatti è una zona molto irrorata, che facilita al massimo l’assorbimento del rimedio.

Inoltre la maggior parte dei provings dei rimedi e delle esperienze cliniche sono in relazione a questa modalità di somministrazione.

Nonostante questo esistono anche altre modalità di somministrazione come quella topica ad esempio creme, colliri, spray nasali, ovuli, e quella parenterale come possono essere le iniezione.

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