Omeopatia significato termine

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Omeopatia, cosa significa questo termine ? Cosa si intende quando si parla del significato del termine omeopatia ? Scopriamolo !

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L’ omeopatia è la Dottrina medica elaborata da S.F.C. Hahnemann, agli inizi dell’Ottocento. Si basa sul concetto che la condizione di salute è dovuta a una ‘energia vitale immateriale’ che controlla armonicamente le interazioni tra le varie parti del corpo. Ma cosa significa il termine omeopatia ? Scopriamolo nell’articolo omeopatia significato termine.

L’omeopatia rivolge l’attenzione diagnostica e le strategie terapeutiche essenzialmente sulla sintomatologia, come, del resto, in gran parte avveniva anche in seno alla medicina tradizionale del tempo, da Hahnemann chiamata allopatia.

Ma, mentre questa mirava, in base al principio dei contrari, di derivazione galenica, a combattere i fenomeni morbosi con i rimedi rivolti a sopprimerli (contraria contrariis curantur), Hahnemann elaborò una strategia terapeutica opposta, basata sul principio dei simili, sintetizzato nell’aforisma similia similibus curantur.

Hahnemann asseriva che i vari medicamenti in uso, somministrati a dosi elevate a persone sane, provocano i sintomi caratteristici di determinate malattie che possono essere curate con dosi infinitesimali del medesimo farmaco.

Egli formulò altri due ‘principi’ basilari dell’omeopatia: l’efficacia di un medicamento, attraverso diluizioni progressive, anziché affievolirsi e svanire, man mano aumenta; questo paradossale rinforzo dell’effetto terapeutico sarebbe ulteriormente accresciuto sottoponendo le varie soluzioni a energici scuotimenti manuali (fenomeno indicato come dinamizzazione).

Tale tripode concettuale (principio dei simili, principio delle diluizioni infinitesimali, dinamizzazione) si configura come il cardine di ogni indirizzo terapeutico omeopatico.

Medicina ufficiale ed omeopatia

La medicina ufficiale condivide il principio di base dell’omeopatia, tuttavia, non ne accetta l’applicazione pratica, poiché le diluizioni omeopatiche, almeno quelle più spinte, sono praticamente prive di principio attivo (oltre la diluizione 12 CH, corrispondente a diluire successivamente per 12 volte una soluzione a un centesimo del suo valore, è impossibile secondo le leggi della chimica trovare traccia di sostanza, mentre per l’omeopatia queste sono spesso le diluizioni più attive).

La succussione non può potenziare ciò che non esiste, a meno che non le venga attribuita la capacità, finora non dimostrata, di trasferire al diluente le proprietà del principio attivo.

Al di là della conoscenza del meccanismo di funzionamento, la critica fondamentale mossa dalla medicina ufficiale all’o., comunque, è che la sua efficacia non è mai stata dimostrata in maniera scientifica e rigorosa applicando i metodi della sperimentazione clinica.

Pertanto la medicina ufficiale, pur non escludendo a priori tale efficacia, tende ad attribuirla alla ‘forza di suggestione’, un fenomeno reale, ampiamente documentato, il cui contributo non va sottovalutato particolarmente nelle malattie psicosomatiche.

In Italia, in base alla l. 146/22 febbraio 1994, che detta i principi per l’attuazione della direttiva 92/1973, i prodotti omeopatici hanno libera commercializzazione.

Essi, tuttavia, non sono stati inseriti tra i farmaci erogabili a carico del Servizio sanitario nazionale.

La medicina in omeopatia significato del termine

L’Omeopatia è la più conosciuta tra le medicine non convenzionali e negli ultimi anni sta riscuotendo sempre più successo.

Sono in aumento le persone che si affidano a questa scienza perché propone un tipo di cura che guarda alla totalità della persona e non solo alla malattia in sé, a differenza di quanto fa la Medicina Allopatica.

Forse non tutti sanno che questa disciplina non è nata in tempi moderni, cavalcando l’onda della ricerca da parte dell’individuo di un maggior benessere psico-fisico, ma è una scienza con una storia lunga e importante.

La nascita dell’Omeopatia viene collocata tra ‘700 e ‘800 ad opera di Christian Samuel Friedrich Hahnemann.

Le nozioni che vi sono alla base, però, risalgono a tempi ancora più antichi, tanto che il padre dell’Omeopatia può essere considerato Ippocrate (450-400 a.C.).

Cos’è l’omeopatia secondo Hahnemann

Per guarire una malattia, bisogna somministrare all’individuo che ne è affetto, un rimedio che gli provocherebbe, se fosse sano, la malattia che lo affligge.

Christian Samuel Friedrich Hahnemann

Omeopatia significato termine

L’Omeopatia, dal greco “omoios” (simile) e “pathos” (malattia), è un metodo terapeutico basato sulla somministrazione di dosi molto basse di sostanze capaci di provocare nell’uomo sano delle manifestazioni simili ai sintomi che manifesta il malato (Legge dei simili: “Similia similibus curantur”, ovvero “I simili si curano con i simili”).

Il primo a trattare in maniera organica e organizzata il tema della cura Omeopatica è stato il medico tedesco Samuel Hahnemann, con la pubblicazione nel 1810 del libro “Organon of medical art”.

L’Omeopatia si fonda su alcuni principi fondamentali, che devono essere applicati tutti insieme:

  • Similia similibus curentur (legge di Similitudine);
  • Sperimentazione sul soggetto sano;
  • Rimedi potentizzati (diluiti e dinamizzati);
  • Forza vitale o dinamismo energetico;
  • Natura morborum medicatrix;
  • Dose minima;
  • Individualizzazione del paziente;
  • Individualizzazione del rimedio, rimedio unitario (monocomponente);
  • Concetto di malattia cronica e criteri di Hering per valutare gli effetti a lungo termine nel trattamento delle malattie croniche.

Probabilmente l’elemento più importante di distinzione tra Medicina Allopatica e Medicina Omeopatica è che in quest’ultima il medicinale è individualizzato.

Non possono essere costruiti dei protocolli di trattamento delle varie patologie che vadano bene per tutti, poichè individui di costituzione diversa si ammalano in modo diverso.

All’interno di ogni costituzione l’Omeopatia ha cercato e cerca ancora oggi di trovare ulteriori elementi caratterizzanti della risposta della singola persona per fornire una terapia il più possibile individualizzata.

Per comprendere l’omeopatia ed il significato del suo termine si deve conoscere la legge di Hering.

Hering fu un grande medico Omeopata tedesco dell’800, conosciuto come il “padre” dell’Omeopatia negli USA.

La legge di Hering è importantissima per l’Omeopatia perché segnala se la cura sta procedendo nella direzione giusta e quanto tempo ci vorrà per la guarigione.

Questa legge è espressa da 4 principi:

  • la malattia progredisce dall’esterno all’interno, mentre quando è curata guarisce dall’interno all’esterno: ci dice che la malattia ha sempre direzione centripeta (verso l’interno), mentre la guarigione ha sempre direzione centrifuga (verso l’esterno);
  • questa guarigione dovrà verificarsi dall’alto verso il basso: la vera guarigione partirà quindi dal piano psicologico-mentale per arrivare al piano fisico-corporeo (ad esempio sparirà prima uno stato d’ansia di una gastrite);
  • la guarigione dovrà iniziare dagli organi più importanti e proseguire in quelli di importanza minore; la guarigione avviene in ordine inverso alla comparsa dei sintomi (la cura omeopatica farà “tornare alla luce” vecchi sintomi soppressi e scomparsi in passato).

Cos’è un medicinale omeopatico ? Diamone un significato al termine in omeopatia

Il medicinale omeopatico è un composto ottenuto attraverso un processo di diluizione e dinamizzazione.

La diluizione permette di aumentare l’efficacia dei/l principi/o attivi/o (Principio delle diluizioni infinitesimali, secondo cui l’azione dei medicamenti aumenta progressivamente con il diminuire della dose).

In genere, infatti, si utilizzano diluizioni medie e basse (maggior concentrazione della sostanza medicamentosa) per patologie acute e subacute, mentre si ricorre ad alte o altissime diluizioni (minor concentrazione della sostanza medicamentosa) per patologie croniche.

Con il processo di dinamizzazione, infine, il medicinale omeopatico viene agitato dopo ogni diluizione, potenziando così la sua azione terapeutica.

Le materie prime utilizzate per la preparazione dei rimedi omeopatici provengono dal mondo vegetale, animale e minerale.

Medicinali unitari e medicinali complessi: quali differenze?

Esistono due tipologie di medicinali omeopatici:

  • Il medicinale omeopatico unitario: contiene un’unica sostanza diluita e dinamizzata. È tra questi che si va alla ricerca del “Simillimum” in grado di coprire da solo la totalità dei sintomi del paziente.
  • Mentre il medicinale omeopatico complesso: è costituito dall’associazione di più sostanze aventi azione sinergica nei confronti di una determinata patologia. Solitamente contengono basse diluizioni e si utilizzano nel trattamento delle malattie acute; ottimi come coadiuvanti dell’azione del medicinale omeopatico unico in quanto dotati di spiccata azione drenante a livello degli organi emuntori, deputati all’eliminazione dei prodotti catabolici e di rifiuto.

Gli omeopati chiamati “unicisti” ritengono che i rimedi unitari abbiano la maggiore efficacia, in quanto non presentano incroci di sostanze; in questo caso la difficoltà consiste nell’individuare il farmaco più adatto al caso del singolo paziente.

Come viene descritto il significato del termine omeopatia ?

Metodo di cura per il quale una forma morbosa viene trattata con bassissime dosi di sostanze che, in un organismo sano, produrrebbero una malattia analoga a quella che si intende curare.

Omeopatia significato termine riepiloghiamo insieme

La grande differenza tra la medicina classica e l’omeopatia (dal greco homoios, simile, e pathos, malattia) sta proprio nella sua definizione, coniata nella prima metà del XIX secolo dallo stesso fondatore, il medico tedesco Samuel Hahnemann.

Alla base della medicina omeopatica sta infatti la legge di similitudine, similia similibus curentur, concetto già espresso da Ippocrate molti secoli prima e da Paracelso, ma sperimentato direttamente da Hahnemann.

Secondo questo principio, una sostanza assunta a dosi ponderali può provocare in un individuo sano sintomi e segni patologici, mentre la stessa sostanza somministrata in dosi infinitesimali, può guarire una persona malata con gli stessi sintomi.

L’omeopatia è l’applicazione clinica di questa legge che stabilisce un parallelismo di azione tra il potere tossicologico e il potere terapeutico di una sostanza, ovvero un veleno come il mercurio se assunto in forma omeopatica può diventare un rimedio benefico.

Curare significa per il medico omeopata confrontare i sintomi riferiti dal soggetto malato con i sintomi indotti dalle sostanze sperimentate e somministrare al paziente quel rimedio che nel soggetto sano provoca una sindrome simile.

Come nasce l’omeopatia ?

Samuel Hahnemann, fondatore dell’omeopatia, si laureò in medicina a Lipsia nel 1779, ma insoddisfatto dei risultati che otteneva con i suoi pazienti, si dedicò all’attività di traduttore, finché un giorno, mentre leggeva un capitolo della Materia medica dello scozzese Cullen, dedicato alla corteccia dell’albero di China, da cui si estraeva una sostanza, la chinina, usata come febbrifugo soprattutto nella cura della malaria, intuì il significato della legge di similitudine.

Cullen descriveva gli operai addetti alla lavorazione della China che si ammalavano di febbri intermittenti, con sintomi simili alla malaria, Hahnemann pensò che la China stessa avrebbe potuto curare quei sintomi, cominciò dunque una serie di studi e di sperimentazioni su se stesso e su gruppi di volontari sani della China e di vari rimedi, formulò la dottrina omeopatica nelle sue opere fondamentali, riprendendo l’esercizio della professione medica con successo.

Nel 1810 Hahnemann pubblicò Organon. Dell’arte di guarire, opera che contiene i principi basilari dell’omeopatia e la descrizione degli effetti di un centinaio di rimedi.

Seguì nel 1821 la pubblicazione in sei volumi della Materia medica pura, in cui vengono descritte in ordine alfabetico le patogenesi (l’insieme dei sintomi provocati in via sperimentale dalla somministrazione in dosi ponderali di una sostanza in un individuo sano) dei singoli rimedi.

Il rimedio omeopatico ed il suo significato

Hahnemann elaborò un metodo di preparazione dei rimedi omeopatici basato sulla diluizione, in cui il materiale di partenza in tintura madre (ottenuta macerando in alcool sostanze provenienti dal regno vegetale, animale e minerale), veniva diluito in flaconi separati, con operazioni successive.

Le diluizioni hahnemanniane di più frequente utilizzo sono:

  • in rapporto di 1:10 è la diluizione decimale, indicata dalla sigla DH;
  • nel rapporto di 1:100 è la diluizione centesimale o CH;
  • la 50 millesimale, indicata dalla lettera LM o 50 M, in cui la prima diluizione è di 1:50.000, elaborata da Hahnemann nell’ultima edizione dell’Organon.

Per ogni diluizione Hahnemann eseguiva almeno 100 succussioni ossia dinamizzazioni: agitava ripetutamente il composto ottenuto perché riteneva che così potesse liberare al meglio la sua essenza.

Al di là della 12 CH non si possono più evidenziare molecole della sostanza di base nella diluizione.

Questo è uno degli argomenti principali dei detrattori dell’omeopatia, il fatto che secondo la fisica classicadella sostanza originaria dopo questi processi non resti alcuna traccia.

Cosa rimane allora ?

Si parla molto di effetto placebo, ma anche quando l’omeopatia funziona, come nel casodegli animali o deibambini, il non saper spiegare perché la rende ancora avvolta da un’aura di ciarlataneria.

Le principali difficoltà della ricerca in omeopatia sono dovute essenzialmente alla personalizzazione della prescrizione, alla prescrizione di medicinali diversi per una stessa patologia o di uno stesso medicinale per patologie diverse.

Esistono e sono consultabili anche sui principali siti internet diversi studi che rispettano criteri scientifici e che dimostrano i suoi effetti e i suoi limiti.

Le medicine omeopatiche

Le preparazioni farmaceutiche dei medicinali omeopatici si trovano essenzialmente in forma di granuli e globuli, sferule di saccarosio e lattosio (impregnate con la tintura madre dei singoli rimedi) con una massa rispettivamente di 50 mg e 5 mg.

I primi si trovano in tubi di circa 80 granuli, i globuli sono invece in un tubo-dose che ne contiene circa 200, ci sono anche le gocce, preparate in alcool a 30° e gli sciroppi.

La scelta della diluizione varia in relazione a diversi fattori, quanto più simile è il quadro clinico del paziente e l’insieme delle caratteristiche del rimedio omeopatico, tanto più elevata sarà la diluizione (ad esempio la 30 CH), mentre la frequenza e la durata del trattamento dipenderanno dal tipo di malattia (acuta o cronica) e dalla reattività del paziente.

I rimedi vanno sciolti sotto la lingua, lontano dai pasti e non devono essere toccati con le mani.

Esistono tre tecniche di prescrizione: unicista, pluralista e complessista.

La prima consiste nella prescrizione di un solo medicinale omeopatico, il simillimum, quel rimedio talmentesimile alla persona da rappresentare una terapia esclusiva, anche a prescindere dal sintomo, generalmente dato in alta diluizione e per lungo tempo.

Fondamentali per questo approccio furono gli studi di James T. Kent e i suoi repertori, che elencano per ogni sintomo tutti i rimedi.

La tecnica pluralista è la più utilizzata e prevede due o più rimedi, usati contemporaneamente o alternati secondo una successione prestabilita.

La tecnica complessista si è sviluppata soprattutto in Germania, non applica la legge di similitudine ma si basa su più medicinali inclusi nello stesso preparato, in genere a bassa diluizione e sulla loro azione sinergica.

Costituzioni omeopatiche ed il loro significato

La malattia per l’omeopata è il risultato dell’interazione tra una causa scatenante, che può essere di origine ambientale, chimica, psichica o fisica, il corredo genetico e la capacità reattiva dell’individuo.

Già Hahnemann nell’Organon spiegava: “Quelle che noi chiamiamo malattie sono in realtà manifestazioni delle perturbazioni del principio vitale, che tenta di spingere l’organismo alla guarigione”.

Componenti fondamentali della diagnosi omeopatica sono lo stato d’animo del paziente, che costituisce uno dei sintomi più importanti che va sempre rilevato, e il “terreno”, ovvero le caratteristiche generali definite dalla “costituzione” di appartenenza e dalla “diatesi”.

La costituzione è l’insieme dei caratteri psicofisici di un soggetto, mentre per diatesi si intende la predisposizione di un certo organismo a contrarre certe malattie.

Le due classi sono correlate perché ogni costituzione tende preferibilmente ad una certa diatesi, anche se è molto difficile trovare individui che appartengano del tutto ad una sola costituzione.

L’individuazione delle costituzioni risale ai tempi di Ippocrate, quando si distingueva tra quattro tipologie di soggetti corrispondenti ai quattro umori del corpo, teoria che dominò incontrastata fino alla metà dell’Ottocento: il Melanconico, che si riteneva caratterizzato da un eccesso di bile nera, il Collerico da un eccesso di bile gialla, il Flemmatico da eccesso di flegma, il Sanguigno da eccesso di sangue.

In omeopatia si riconoscono quattro costituzioni principali che traggono il loro nome dal rimedio caratteristico più simile al soggetto: Sulfurica (dal Sulfur), Carbonica (dalla Calcarea carbonica), Fosforica (dalla Calcarea fosforica), Fluorica (dalla Calcarea fluorica).

Una breve descrizione delle costituzioni da un punto di vista fisico, psichico e patologico, aiuterà a capire meglio le tipologie omeopatiche, tenendo conto però che esistono per ognuna vari biotipi e che anche le costituzioni si sono evolute nel tempo.

Carbonica

La Calcarea carbonica si ricava dal guscio sminuzzato delle ostriche, è una costituzione tipica dell’età pediatrica e adolescenziale.

Il Carbonico è di statura media, brevilineo, tende all’obesità flaccida, la sua cute è fredda e pallida, l’aspetto è stanco, i gesti lenti e goffi, i suoi muscoli atonici. Il viso è rotondo ed il collo è largo e corto.

La mano è quadrata, come i denti e le unghie.

Il Carbonico è un tipo calmo, sedentario, apatico e molto pigro, è razionale, pauroso, disciplinato e responsabile.

È spesso ipotiroideo, ovvero la sua tiroide funziona in modo insufficiente, con conseguente riduzione degli ormoni tiroidei in circolo che provoca un rallentamento di tutte le funzioni organiche, con tendenza all’obesità e alla facile stancabilità, può soffrire di una degenerazione dei tessuti vascolari, di artrosi e varici, malattie metaboliche, reumatismi e ipertensione.

Sulfurica

Prende il nome dal metalloide zolfo che catalizza reazioni biochimiche fondamentali dell’organismo, soprattutto nei processi di detossicazione, è un rimedio di modulazione che accelera o rallenta il metabolismo.

Nella costituzione sulfurica si distinguono due sottotipi: il sulfurico grasso e il sulfurico magro.
In genere di media statura è robusto, aggressivo e sempre attivo.

Il suo colorito è rosso, la cute è calda ed il viso è di forma quadrata.

È impulsivo, combattivo e passionale, ipercritico, nervoso.

È un soggetto cronicamente intossicato che elimina attraverso le mucose: respiratorie, digestive, genito-urinarie, oculari.

Soffre spesso di sintomi alternanti e recidivanti: prurito, secrezioni, bruciori, cefalee e nevralgie.

Il suo metabolismo tende ad alterarsi (diabete, gotta, calcolosi epatica e renale, obesità).

Fosforica

Il fosfato di calcio è presente in tutti i tessuti organici e in questo soggetto i problemi sono legati al metabolismo di questi due minerali.

Si presenta magro e alto con un aspetto elegante, la sua pelle è chiara e pallida ed il viso triangolare ed allungato.

Il torace è esile ed i suoi arti sono lunghi e sottili.

L’angolo braccio-avambraccio è tendenzialmente in linea.

Sono bambini magrolini, con appetito alterno, insonnia e umore variabile.

Il Fosforico si esaurisce facilmente e la sua vita interiore domina su quella di relazione.

È spesso ipoteso e molto freddoloso.

Ha un’intelligenza brillante ma è anche insoddisfatto e scontento.

È sempre malaticcio ma di rado soffre di gravi malattie, piuttosto di dimagrimento, anemia e di una demineralizzazione progressiva.

Lo sviluppo degli organi che hanno funzione di sostegno e di movimento è insufficiente e quindi i suoi muscoli sono molto deboli, i legamenti tendono ad allentarsi, le ossa tendono ad assumere curvature viziate.

Ne possono derivare: scoliosi, cifosi, piedi piatti, petto scavato, prolassi e lassità dei legamenti.

Predisposizioni morbose: rinofaringiti, bronchiti, diarree, cefalee, pertosse, cistiti recidivanti, squilibri immunitari fino all’autoimmunità.

Fluorica

Il fluoruro di calcio è il rimedio della costituzione fluorica, che non è considerata una costituzione normale ma una deviazione patologica della costituzione fosforica.

È un soggetto dall’aspetto asimmetrico, dai legamenti molto lassi, con muscoli poco tonici e dentizione irregolare. Le dita della mano sono flessuose ma anch’esse asimmetriche.

È un tipo instabile e indeciso ma dotato di un’intelligenza intuitiva.

Può soffrire di scoliosi, cifosi, malattie ulceranti (ad esempio rettocolite ulcerosa). ipercalcificazioni, osteoporosi, prolassi, ernie, varici, emorroidi.

Le diatesi omeopatiche ed il signiicato del loro termine in omeopatia

Hahnemann definì le diatesi “miasmi” quando nel 1828 pubblicò l’opera sul trattamento delle malattie croniche in cui le spiegò per la prima volta, definendole come le vere responsabili delle ricadute delle malattie durante la cura omeopatica.

Per diatesi si intende la predisposizione di un certo organismo a contrarre certe malattie.

Sono caratterizzate da segni peculiari: la psorica (dalla psora, termine che in greco indicava la scabbia), la sicotica (dal greco sycon, fico, nome di una dermatosi genitale), la luesinica (dalla lue, ovvero la sifilide).

Nebel e Vannier aggiunsero in seguito anche la tubercolinica.

Di ogni diatesi viene fatto un quadro preciso che si basa sulla genesi delle patologie, sulle caratteristiche di esse e sui rimedi omeopatici di reazione.

Ogni costituzione tenderà preferibilmente ad una certa diatesi: la Carbonica sarà più della diatesi Sicotica, quella Sulfurica della Psorica, quella Fosforica della Tubercolinica, quella Fluorica della Luesinica.

Sicotica

È il miasma che Hahnemann collegò alla blenorragia e alla crescita di vegetazioni verrucose sui genitali esterni, la cui asportazione provocherebbe una malattia cronica caratterizzata da: neoformazioni cutanee, mucose, catarro cronico, ritenzione idrica, il tutto aggravato dall’umidità.

A livello psichico il soggetto soffre di paure immotivate, fissazioni, fobie.

Psorica

Il miasma psorico provocherebbe manifestazioni periodiche e alternanti soprattutto a livello cutaneo, pruriginose, con tendenza alla parassitosi, a convalescenze lunghe e ad aggravamenti delle patologie in senso centripeto, ovvero verso l’interno, con riduzione della reattività.

A livello psichico tende alla depressione.

Luesinica

Il miasma sifilitico si ammala soprattutto nel tessuto connettivo e osseo, con irritazioni, ulcerazioni, sclerosi, distrofie e dismorfismi, come l’artrite reumatoide.

A livello psichico tende ad essere angosciato, ribelle, tormentato.

Tubercolinica

Deriva dal miasma psorico con cui ha in comune la grande variabilità morbosa e comportamentale. Il soggetto tubercolinico dimagrisce con facilità, è freddoloso, è predisposto alle malattie da raffreddamento e alla demineralizzazione.

Presenta una notevole instabilità emotiva e la tendenza alla malinconia e all’alternanza di euforia e depressione (ciclotimia).

Omeopatia significato e termine ultime considerazioni

Seguendo la legge dei simili la Medicina Omeopatica cura tutti quegli stati in cui è possibile individuare sintomi caratteristici sul malato, che sono stati identificati nella sperimentazione sul sano.

L’attenzione del Medico Omeopata, non è rivolta quindi ad identificare una determinata malattia, ma ad osservare l’insieme dei sintomi del malato, sintomi emozionali, psichici, fisici, generali assieme ad una accurata anamnesi familiare e visita clinica, per caratterizzare quelli maggiormente rappresentativi dello stato del malato ed identificare il rimedio appropriato, cioè quello che è stato in grado di provocare nel sano sintomi simili a quelli che il malato attualmente presenta.

La definizione convenzionale di malattia è quindi rivista alla luce di una analisi più articolata e completa dello stato del paziente in cui viene incluso ogni aspetto della sua vita: da quello relazionale a quello alimentare e delle sue abitudini, dai sintomi psichici, al dolore fisico.

La Medicina Omeopatica non limita l’analisi ad un organo o un sistema, guarda piuttosto tutta la persona. In questo senso la Medicina Omeopatica può affrontare ogni tipo di patologia. Ma sempre nel quadro della persona.

Per tale ragione la Medicina Omeopatica è una medicina individualizzata: ad ogni persona il rimedio più adatto.

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